lunedì 21 gennaio 2019

Recensione: "In an Absent Dream", di Seanan McGuire


Wayward Children - Vol. 4
Disponibile in inglese 

"Il quarto libro - e prequel - della serie narra la storia di Lundy, una ragazza molto seria che preferirebbe trascorrere il tempo a studiare e sognare, piuttosto che diventare una rispettabile madre di famiglia e vivere solo per soddisfare le aspettative del mondo che la circonda. Come tutti si aspettano che faccia.
Quando trova una porta in grado di condurla in un mondo basato sulla logica e sulla ragione, su una serie di indovinelli e su molte bugie, Lundy è convinta di aver trovato il paradiso. Ma purtroppo, ogni cosa ha un prezzo al Mercato dei Goblin..." 

Potete acquistarlo QUI


In an Absent Dream” è il quarto libro della serie “Wayward Children”, dell'acclamata autrice americana Seanan McGuire. È anche, ad oggi, il mio volume preferito della saga; un primato strappato con le unghie e con i denti a “Down Among The Sticks and Bones”, un altro piccolo gioiello, peraltro ambientato in un mondo completamente diverso e popolato da tutt'altri personaggi.

Sì, perché la particolarità principale della saga dedicata ai bambini “ribelli” di Eleonor West in fondo è proprio questa: ciascun volume può essere considerato, se non proprio a sé stante, quanto meno autoconclusivo (anche se esiste un fortissimo legame di interdipendenza fra “Every Heart a Doorway” e “Beneath the Sugar Sky”, per cui sarebbe consigliabile leggere almeno questi due nell’ordine cronologico corretto).

 “In An Absent Dream”, viceversa, potrebbe benissimo rientrare nel novero delle “novelle” (nel senso più americano del termine) stand-alone. Si tratta di una spietata e commovente favola moderna; un portal fantasy che meriterebbe senz'altro una traduzione immediata e puntuale nella nostra lingua... ma che (ovviamente) difficilmente vedremo arrivare dalle nostre parti.
Come faceva notare una lettrice inglese su Goodreads un po' di tempo fa, “In An Absent Dream” è un libro molto speciale: pensate che non ha nemmeno bisogno di ricorrere a tutti quei classici ingredienti da romanzo tragico contemporaneo per riuscire a commuovere il lettore e a spezzargli il cuore. Nel libro della McGuire, infatti, non troverete la triste storia di un orfanello ammalato di leucemia, il cui cagnolino viene brutalmente malmenato dai nazisti; solo la storia di una bambina ingenua e solitaria, una ragazzina “come tante”, a cui viene chiesto un giorno di compiere la scelta più difficile e straziante che possiate immaginare. 
In un certo senso, per me è come se la McGuire fosse l'erede spirituale di Hans Christian Andersen; ma con uno spirito ferocemente moderno, un’inclinazione per la sociologia e una competenza estetica da far girare la testa.

La protagonista della storia è Lundy, un personaggio che i lettori avevano già avuto la possibilità di incrociare fra le pagine di “Every Heart a Doorway”. La piccola è, in tutti i sensi possibili e immaginabili, una dei giovani ospiti della scuola speciale di Eleonor West, centro di raccolta ideale per tutte quelle anime “scottate” dall'indimenticabile (e irripetibile) esperienza vissuta in un uno degli innumerevoli mondi in attesa al di là dei portali.
Ritorna in questo quarto volume, fortissimo, il tema dominante della serie: l'idea che alcuni di noi siano così diversi (così sensibili, e vitali, e strani, e creativi, e arrabbiati…) - così tristemente schiacciati dal peso soffocante delle aspettative sociali, da non riuscire più a sentirsi a casa su questo pianeta.
Per tutti costoro si aprono delle porte, durante l'infanzia, in grado di condurli verso i mondi più disparati: caotici o logici, dolci o implacabili, a seconda della personalità del bambino che decide di varcare la soglia. Come se la loro vera casa li ''chiamasse'', insomma, attirandoli a sé con la forza irresistibile di una calamita.

Non voglio rischiare di anticiparvi altro, perché mi farebbe davvero piacere riuscire a incoraggiare qualcuno di voi e convincerlo a buttarsi nella lettura. Però posso dirvi questo: l’anno scorso, “Beneath The Sugar Sky” è entrato a far parte della mia lista di libri fantasy preferiti del 2018; siamo ancora a gennaio, ma posso già assicurarvi che “In An Absent Dream” sarà una delle migliori novità del 2019. Seanan McGuire ha aggiornato in maniera esemplare il “mito” classico della letteratura per l’infanzia (tipicamente britannico) della quest e del viaggio in un mondo lontano, e ha sfruttato questa collaudata impalcatura per creare qualcosa di unico, personale, suggestivo, struggente. 
Non mi vergogno neanche a dire che questo libro mi ha fatto piangere come un vitello…
Per la terza volta, peraltro, dopo gli incredibili picchi emozionali garantiti dalla lettura di “Every Heart a Doorway” e “Down Among The Sticks And Bones”…

In estrema sintesi: La mia nuova fiaba preferita! Mentre leggevo questo libro, non potevo fare a meno di ripensare alla mia infanzia; a quanto mi sentissi sola, confusa, persa, spaventata. E a quanto sarebbe stato bello avere finalmente la possibilità di tornare “a casa”, e a che cosa sarei stata disposta a rinunciare pur di tornare a sentirmi felice, libera, compresa, “normale”…




NB: Potete leggere QUI la mia recensione di "Come Tumbling Down", quinto volume della serie "Wayward Children"... 






3 commenti:

  1. Intanto la serie la metto in wl, poi quando avrò smaltito la tbr ci farò un pensiero :)

    RispondiElimina
  2. È davvero un peccato che da noi i suoi libri non arrivino, perchè lei è davvero brava! Nel 2018 ho letto (e amato) i primi due, quest'anno conto di leggere gli altri due! :) E non vedo l'ora!!!

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...