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Trama:
"Dopo un incidente automobilistico in cui è morta la sua famiglia, un neuroscienziato non si ferma davanti a niente e decide di riportarli in vita anche se questo significherà mettersi contro un laboratorio controllato dal governo, una task force della polizia e le leggi della scienza."
“Replicas” è un film sci-fi
con Keanu Reeves e Alice Eve, diretto da Jeffrey Nachmanoff.
O almeno… immagino che possa essere considerato come un film
di fantascienza, fino al momento in cui la sceneggiatura non inizia a
sgretolarsi completamente, trasformando quello che era già iniziato in maniera
abbastanza raffazzonata in una trashata action di megagalattica potenza. Avete mai sognato di vedere Keanu Reeves
in versione Liam Neeson, vale a dire un padre di famiglia imbolsito e
dall’espressione vagamente disorientata, che prende a correre di qua e di là
nel tentativo disperato di salvare la sua famiglia da vari energumeni
nerovestiti armati fino ai denti? Come dite? Assolutamente no?
Be’, sinceramente neanch’ io… Tanto più che la prima
mezz’ora di “Replicas” mi aveva fatto
sperare (contro ogni previsione) di trovarmi alle prese con un filmetto abbastanza gradevole. Ma vediamo di procedere con ordine.
William Foster è
uno scienziato ambizioso, che sogna di riuscire a trasferire la coscienza di
uomini e donne spirati anzitempo nei corpi sintetici di alcuni automi sinteticamente realizzati in
laboratorio, e di riuscire in questo modo a prolungarne l’esistenza. Peccato
che la maggior parte dei suoi esperimenti si risolva in una serie di clamorosi
insuccessi, e che il suo capo Jones (John
Ortiz) non veda l’ora di staccare la spina all’intero progetto.
Per rilassarsi un po’ e allentare la pressione, Foster
decide di organizzare una bella gita in barca con la moglie e i tre figli; si
mette perciò alla guida sotto il più violento manrovescio di pioggia che si sia mai verificato sulla Terra dopo
il Diluvio Universale, e cerca di distrarsi dalle sue mille preoccupazioni trascorrendo
del tempo di qualità con moglie e pargoli. Neanche a dirlo, cinque minuti dopo
la famiglia Foster rimane coinvolta in un incidente stradale terrificante;
l’impatto uccide sul colpo tutti tranne William (che non si scheggia manco
un’unghia), scaraventando l’uomo in un loop
di dolore e strazio infinito che credo si prolunghi sulla scena per l’intera
durata di cinque millisecondi.
Considerando le premesse, penso possiate tutti presumere in
maniera abbastanza precisa in che modo prende a evolversi la trama di “Replicas”… almeno fino a un
certo punto.
Perché la verità è che, malgrado il mio sarcasmo, per circa quaranta minuti il film è riuscito a
tenere viva la mia attenzione in maniera abbastanza dignitosa. Immagino che a
piacermi fosse soprattutto l’alone costante di dubbio e ambiguità morale che il
personaggio di Ed (Thomas Middleditch),
un prezioso collaboratore e amico del protagonista, continuava a gettare
sull’operato di William; il fatto che il dottor Foster si stesse gradualmente e
inavvertitamente trasformando in una sorta di scienziato pazzo alla Victor Frankenstein, per capirci, mi
incuriosiva e mi intrigava. Paradossalmente, l’idea che l’eroe della pellicola
potesse sbagliare e perdere il lume della ragione (peraltro per motivi
perfettamente comprensibili) mi aiutava a vederlo sotto una luce più umana e,
di conseguenza, mi permetteva di provare nei suoi confronti un senso di empatia altrimenti
impossibile.
Peccato che alla grande Industria del Cinema non sia mai importato un granché
delle sfumature, dei dilemmi e dei sottili risvolti psicologici, dico bene? Ma
no… Mi pare quasi si riuscire a sentire
il filo dei ragionamenti dei produttori: "perché dovremmo concentrarci sui punti di forza effettivi del film, per
cercare di raccontare una buona storia e sollevare interrogativi insidiosi, quando
possiamo limitarci concludere il tutto come facciamo sempre (vale a furia di
pistolettate, dichiarazioni di amore eterno scandite un po’ a casaccio e
inseguimenti sgommanti nel buio)?! Perché dare al pubblico qualcosa di diverso
dal solito copione, quando la
ricetta tradizionale funziona così bene?"
Mmm…
Ora, non sarò una grande esperta di cinema, ma secondo me il
solito calco in salsa action di cui
sopra, applicato alla formula iniziale di “Replicas”,
non genera altro che noia, irritazione e confusione. Il villain del film è solo
un fantoccio, una presenza di cui, a parer mio, una solida (e coraggiosa)
sceneggiatura avrebbe potuto benissimo fare a meno. Il protagonista riesce a
risolvere i vari ostacoli che si stagliano sul suo cammino troppo facilmente, e
a cavarsela in ogni situazione decisamente a buon mercato. Ogni spunto
interessante è di chiara origine derivativa, e per di più viene allegramente
sacrificato sull’altare del fattore “Bang! Bang! & Popcorn”.
Il finale, per
giunta, è una delle cose più raccapriccianti che abbia mai visto.
Non vi sto dicendo tutto questo per convincervi a non
guardare il film, badate bene. E’ un prodotto di intrattenimento; personalmente
sospetto che ci siano modi più divertenti e produttivi per passare il tempo, ma
vabbé, immagino che questo lo sappiate anche voi…
Meglio arrivare al cospetto del film con un minimo di preparazione
psicologica, però. “Replicas” ha molto
più in comune con “The Tourist” o “Trascendence” che con “Ex Machina”.
Come si suol dire: uomo avvisato…
Giudizio personale:
5.8/10
5.8/10
Stranamente non ne avevo mai sentito parlare... e credo che continuerò a fare finta che sia così XD
RispondiEliminaIo l'ho beccato su Sky per caso, e ho provato a fare un tentativo... Sono riuscita a vederlo fino alla fine: di questi tempi, con la scarsa pazienza che mi ritrovo ad avere nei confronti di film e serie tv, diciamo che lo considero un ottimo risultato! XD
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