martedì 3 settembre 2019

Recensione: "Replicas" (film sci-fi, 2018)

film di fantascienza 2018 - recensione - cloni- replicas

Puoi acquistarlo QUI

Trama:

"Dopo un incidente automobilistico in cui è morta la sua famiglia, un neuroscienziato non si ferma davanti a niente e decide di riportarli in vita anche se questo significherà mettersi contro un laboratorio controllato dal governo, una task force della polizia e le leggi della scienza."


Replicas” è un film sci-fi con Keanu Reeves e Alice Eve, diretto da Jeffrey Nachmanoff.
O almeno… immagino che possa essere considerato come un film di fantascienza, fino al momento in cui la sceneggiatura non inizia a sgretolarsi completamente, trasformando quello che era già iniziato in maniera abbastanza raffazzonata in una trashata action di megagalattica potenza. Avete mai sognato di vedere Keanu Reeves in versione Liam Neeson, vale a dire un padre di famiglia imbolsito e dall’espressione vagamente disorientata, che prende a correre di qua e di là nel tentativo disperato di salvare la sua famiglia da vari energumeni nerovestiti armati fino ai denti? Come dite? Assolutamente no?
Be’, sinceramente neanch’ io… Tanto più che la prima mezz’ora di “Replicas” mi aveva fatto sperare (contro ogni previsione) di trovarmi alle prese con un filmetto abbastanza gradevole. Ma vediamo di procedere con ordine.

William Foster è uno scienziato ambizioso, che sogna di riuscire a trasferire la coscienza di uomini e donne spirati anzitempo nei corpi sintetici di alcuni automi sinteticamente realizzati in laboratorio, e di riuscire in questo modo a prolungarne l’esistenza. Peccato che la maggior parte dei suoi esperimenti si risolva in una serie di clamorosi insuccessi, e che il suo capo Jones (John Ortiz) non veda l’ora di staccare la spina all’intero progetto.
Per rilassarsi un po’ e allentare la pressione, Foster decide di organizzare una bella gita in barca con la moglie e i tre figli; si mette perciò alla guida sotto il più violento manrovescio di pioggia che si sia mai verificato sulla Terra dopo il Diluvio Universale, e cerca di distrarsi dalle sue mille preoccupazioni trascorrendo del tempo di qualità con moglie e pargoli. Neanche a dirlo, cinque minuti dopo la famiglia Foster rimane coinvolta in un incidente stradale terrificante; l’impatto uccide sul colpo tutti tranne William (che non si scheggia manco un’unghia), scaraventando l’uomo in un loop di dolore e strazio infinito che credo si prolunghi sulla scena per l’intera durata di cinque millisecondi.

Considerando le premesse, penso possiate tutti presumere in maniera abbastanza precisa in che modo prende a evolversi la trama di “Replicas”… almeno fino a un certo punto.
Perché la verità è che, malgrado il mio sarcasmo, per circa quaranta minuti il film è riuscito a tenere viva la mia attenzione in maniera abbastanza dignitosa. Immagino che a piacermi fosse soprattutto l’alone costante di dubbio e ambiguità morale che il personaggio di Ed (Thomas Middleditch), un prezioso collaboratore e amico del protagonista, continuava a gettare sull’operato di William; il fatto che il dottor Foster si stesse gradualmente e inavvertitamente trasformando in una sorta di scienziato pazzo alla Victor Frankenstein, per capirci, mi incuriosiva e mi intrigava. Paradossalmente, l’idea che l’eroe della pellicola potesse sbagliare e perdere il lume della ragione (peraltro per motivi perfettamente comprensibili) mi aiutava a vederlo sotto una luce più umana e, di conseguenza, mi permetteva di provare nei suoi confronti un senso di empatia altrimenti impossibile.

Peccato che alla grande Industria del Cinema non sia mai importato un granché delle sfumature, dei dilemmi e dei sottili risvolti psicologici, dico bene? Ma no…  Mi pare quasi si riuscire a sentire il filo dei ragionamenti dei produttori: "perché dovremmo concentrarci sui punti di forza effettivi del film, per cercare di raccontare una buona storia e sollevare interrogativi insidiosi, quando possiamo limitarci concludere il tutto come facciamo sempre (vale a furia di pistolettate, dichiarazioni di amore eterno scandite un po’ a casaccio e inseguimenti sgommanti nel buio)?! Perché dare al pubblico qualcosa di diverso dal solito copione, quando la ricetta tradizionale funziona così bene?"
Mmm…

Ora, non sarò una grande esperta di cinema, ma secondo me il solito calco in salsa action di cui sopra, applicato alla formula iniziale di “Replicas”, non genera altro che noia, irritazione e confusione. Il villain del film è solo un fantoccio, una presenza di cui, a parer mio, una solida (e coraggiosa) sceneggiatura avrebbe potuto benissimo fare a meno. Il protagonista riesce a risolvere i vari ostacoli che si stagliano sul suo cammino troppo facilmente, e a cavarsela in ogni situazione decisamente a buon mercato. Ogni spunto interessante è di chiara origine derivativa, e per di più viene allegramente sacrificato sull’altare del fattore “Bang! Bang! & Popcorn”. 
Il finale, per giunta, è una delle cose più raccapriccianti che abbia mai visto.

Non vi sto dicendo tutto questo per convincervi a non guardare il film, badate bene. E’ un prodotto di intrattenimento; personalmente sospetto che ci siano modi più divertenti e produttivi per passare il tempo, ma vabbé, immagino che questo lo sappiate anche voi…
Meglio arrivare al cospetto del film con un minimo di preparazione psicologica, però. “Replicas” ha molto più in comune con “The Tourist” o “Trascendence” che con “Ex Machina”.
Come si suol dire: uomo avvisato… 




Giudizio personale:
 5.8/10


2 commenti:

  1. Stranamente non ne avevo mai sentito parlare... e credo che continuerò a fare finta che sia così XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io l'ho beccato su Sky per caso, e ho provato a fare un tentativo... Sono riuscita a vederlo fino alla fine: di questi tempi, con la scarsa pazienza che mi ritrovo ad avere nei confronti di film e serie tv, diciamo che lo considero un ottimo risultato! XD

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...