venerdì 4 ottobre 2019

Recensione: "A Conjuring of Light", di V. E. Schwab



libri fantasy - recensioni - a conjuring of light

Disponibile prossimamente anche in Italia!

Shades of Magic, Vol. 3

Potete acquistarlo in inglese QUI

Londra sta per cadere, e regni rivali stanno iniziando lentamente organizzarsi per accelerare il processo, mentre un’ondata di oscurità implacabile imperversa nel cuore dell’Impero della dinastia Maresh. Il fragile equilibrio fra natura e magia sconfinerà in un territorio molto pericoloso; il che vuol dire che eroi e nemici si ritroveranno costretti a combattere sullo stesso fronte, pur di riuscire a fermare l’inarrestabile avanzata del Re Ombra, sempre più affamato di potere…



A Conjuring of Light” è il terzo libro della trilogia “Shades of Magic” di V E Schwab. Dovrebbe arrivare nelle librerie di tutta Italia a partire dall'inizio del prossimo anno; qualcosa mi dice però che alla Newton provvederanno a cambiare il titolo in qualcosa di oscenamente vago e improbabile; una parola a casaccio in inglese che quasi sicuramente non avrà proprio nulla a che spartire con il titolo originale.

E... Bè, a conti fatti purtroppo non posso affermare di aver amato questa serie in modo particolare. Certo, le premesse erano tutte lì sul tavolo, e di sicuro il primo volume, “Magic”, era riuscito a impressionarmi in maniera più che positiva... Ma temo che, con lo scorrere della pagine, la Schwab abbia cominciato a perdersi per strada grandi stralci della mia attenzione.
Trovo comunque che “A Conjuring Of Light” sia un romanzo infinitamente più soddisfacente e avvincente di “A Gathering of Shadows” (“Legend”), che in pratica per me ha rappresentato un'infinita collezione di filler e inutilissimi momenti fan-service impaginati e rilegati in volume con tanto di sovraccoperta.

La trama di questo terzo volume riprende esattamente dal punto in cui gli eventi si erano interrotti al termine del libro precedente, con Kell e Rhy nei guai a causa dei piani contorti di Holland e Lila e Alucard scaraventati nel caos più totale.
Potrei citare facilmente porzioni ed elementi di “A Conjuring of Light” che mi sono ritrovata ad apprezzare, ma ragazzi: il modo frettoloso e banale in cui la Schwab ha deciso di risolvere questa crisi iniziale non rientra sicuramente fra questi! Senza fare spoiler, mi limiterò a dire che non approvo (né trovo divertente in alcun modo) il patetico complesso di avversione/rivalità che Lila Bard, creatura (fortunatamente) unica nel suo genere, nutre nei confronti di qualsiasi altro essere umano di sesso femminile esistente nei quattro mondi paralleli elencati.

Per me c'è qualcosa di patologico nel modo in cui Lila Bard continua a relazionarsi con le donne che incrociano per sbaglio il suo cammino, e qualcosa di ancora più strampalato nel modo in cui la Schwab tende a liquidare via i suddetti personaggi dal Grande Libro della sua Trama (vale a dire schiacciandole senza motivo, ammazzandole per il puro gusto di glorificare le emozioni dei personaggi maschili, o al più rivelando in un gran fluire di lustrini la loro vera natura "infida e bastarda").
Non so: in rete ultimamente si fa tutto questo gran parlare di come la Schwab sia un'enorme sostenitrice del concetto di "inclusività", e di come abbia recentemente dichiarato che persino Lila Bard potrebbe in realtà essere "segretamente queer” (riconoscendosi in un'identità di tipo non binario).
Ma ogni volta che leggo i suoi libri, la sensazione che ne derivo non è esattamente di supporto nei confronti della comunità LGTB. Diciamo che mi sembra piuttosto di riconoscere nei suoi frequenti riferimenti a scene di sesso fra uomini più che un altro un plateale e goffo ammiccamento alle fan eterosessuali della narrativa romantica m/m.... Che non leggono esattamente quel genere di libro perché trovano gli uomini queer particolarmente interessanti dal punto di vista psicologico, per quel poco che ne capisco io! XD

Okay: divagazioni a parte, vi confesserò che le mie parti preferite di “A Conjuring of Light” hanno avuto soprattutto a che fare con i capitoli di Alucard e Holland. L'umorismo del primo e l'incrollabile fermezza del secondo (suppongo che potremmo quasi descriverlo come una sorta di personaggio-Loki, sebbene serioso e vagamente caustico...) mi hanno aiutato a ritrovare una certa fede nelle capacità della Schwab.
E che si tratti di un'abile narratrice, in realtà non intendo certo metterlo in dubbio: le parti relative al viaggio in mare ad esempio mi sono sembrate molto divertenti, supportate da ottimi dialoghi e dal grande livello di alchimia instaurata fra i personaggi coinvolti.
Ma l'intreccio nel suo complesso, a mio umile avviso, risulta frammentario e sfilacciato, ancora una volta costellato di ripetizioni e flashback (Dio mio, quanto odio i flashback!) che non aggiungono assolutamente nulla al resto della narrazione.
Il villain non mi è parso degno di attenzione (in pratica, è il solito pupazzone sogghignante intenzionato a dominare il mondo); la storia d'amore fra i due personaggi principale appare forzata e fuori contesto; e il finale, ben lungi dal piombarmi addosso come una tempesta di sorprese e colpi di scena, per me si è rivelato al più l'equivalente di una debole pioggerellina di fine estate.

È stata soprattutto la componente "statica" di questi ultimi due romanzi a frustrarmi, in ogni caso. La Schwab ama porre i suoi personaggi in varie situazioni di tensione o di pericolo, che poi tendono a protrarsi per decine e decine di pagine, soltanto per poi "segregare" noi lettori in uno spazietto claustrofobico in fondo alla mente dei vari protagonisti: a volte mi è sembrato di riuscire a intravedere la sagoma nebulosa di tutto un vasto mondo in attesa là fuori (anzi, quattro.. .), ma quasi sempre ho avuto l'impressione che si trattasse di deboli eco, di proiezioni e fantasmi impazziti intenti a vagolare senza meta in fondo alla mente dei personaggi, perennemente ossessionati dalle rispettive tendenze narcisiste e dalle stesse quattro o cinque domande esistenziali trite e ritrite. 

Tutto questo si è tradotto per me in un abnorme spreco dell'ambientazione e delle fantastiche premesse iniziali alla base di “Magic”... Ma tenete conto che si tratta senz'altro di un parere soggettivo, peraltro influenzato dal fatto che non sono mai riuscita a legarmi più di tanto a nessuno dei personaggi.
Se per voi le cose stanno diversamente, sappiate invece che con “A Conjuring of Light” andrete sul sicuro: la lettura vi scorrerà via in un battibaleno, e probabilmente a un certo punto vi ritroverete perfino a versare una lacrimuccia o due...

PS: non so se l’avete già sentito, ma sembra che nel corso delle ultime ore si sia sbloccato qualcosina dal punto di vista dell’adattamento televisivo della serie… A quanto pare Derek Kolstad, già sceneggiatore del film “John Wick”, sarà lo showrunner ufficiale del telefilm ispirato a “A Darker Shade of Magic!


Giudizio personale
6.0/10



I libri di Victoria Schwab in italiano:




6 commenti:

  1. La Schwab è un'autrice che vorrei conoscere meglio... appena ne ho la possibilità credo proprio che prenderò Evil *^*

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    1. "Evil" interessa molto anche a me - anche perché si dice in giro che sia il libro dai toni più dark e adulti che l'autrice abbia scritto fino a questo momento! Speriamo bene! *____*

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  2. capisco benissimo il tuo pensierino. Ho letto i primi due volumi e tutto sommato li trovo carini, ma ho avuto anch'io spesso la sensazione di idea sprecata perché con un'ambientazione del genere le possibilità erano infinite. Per fortuna ha deciso di scrivere una trilogia prequel... sperando che questa volta lei colga la palla al balzo.
    Comunque Hollad è tra i personaggi più riusciti, ma in generale l'autrice è brava con i villain. Peccato che poi non riesce a sfruttarli *Coff coff* questo canto selvaggio *coff coff*

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    1. Confermo, anche per me Holland è stato uno dei personaggi migliori! ^^
      Mi hai appena fatto tornare in mente che dovrei leggere "Questo canto selvaggio": ce l'ho sul Kindle da una vita, ma poi fra una cosa e l'altra non sono mai riuscita a iniziarlo...
      Speriamo bene, per quanto riguarda i prossimi libri! Confesso che mi piacerebbe leggerli, perché credo che la Schwab abbia effettivamente un qualcosa di speciale... Al tempo stesso, però, credo di essere anche un po' intimorita dalla sua strana inclinazione di inguaribile "sciupa-occasioni"! XD

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  3. Ciaoooooo! Ero super emozionata per questo libro, non vedevo l’ora di averlo tra le mani e poi divorarlo… E invece ne sono rimasta parecchio delusa (qui la mia recensione). Non ci ho trovato niente di speciale: una struttura narrativa piuttosto banale, un lieto fine abbastanza scontato - non senza lutti, ma scontato - e in generale una storia abbastanza piatta. Uniche due note positive la scrittura e le ship (tutte e due meravigliose *^*), per quanto mi riguarda. Concordo a pieno nell'apprezzare il personaggio di Holland, anche a me ha impressionato molto favorevolmente.
    In generale comunque ne sono rimasta delusissima ç.ç. Va be’, capita, spero di rifarmi con il prossimo libro della Schwab!
    Un abbraccio, Rainy

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    1. Posso solo concordare con la tua recensione in tutto e per tutto, Vero Ale: non posso considerarmi una fan di questa serie, e il "lieto fine" si è rivelato senz'altro eccessivamente zuccherino e banale per i miei gusti...
      L'autrice, d'altro canto, continua a suscitarmi buone sensazioni e parecchia simpatia: speriamo davvero che i prossimi romanzi siano migliori! :)
      Un abbraccio anche a te! <3

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