domenica 6 ottobre 2019

Recensione: "This Is How You Lose The Time War" di Max Gladstone e Amal El-Mohtar


“I libri sono come lettere in bottiglia, 
gettate fra le onde del tempo, da una persona che sta cercando di salvare il mondo a un’altra.”

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Disponibile prossimamente anche in Italia!

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“Due viaggiatrici nel tempo, agenti provenienti da due opposti futuri in contrasto, operano alacremente attraverso il passato… fino a quando non cominciano a scambiarsi lettere – e a innamorarsi – in questo elettrizzante e romantico libro scritto dai pluri-premiati autori Max Gladstone e Amal-El Mohtar.
In mezzo alle ceneri di un mondo morente, un’agente del Comandante trova una lettera. C’è scritto su: “Bruciala prima di leggerla.”
Comincia così un’improbabile corrispondenza fra agenti rivali, finora intenzionate ad assicurare il più vantaggioso futuro possibile per le loro organizzazioni. Eppure a poco a poco, ciò che era iniziato come una provocazione, una vanteria da campo di battaglia, sta per trasformarsi in qualcosa di più. Qualcosa di epico. Qualcosa di romantico. Qualcosa che potrebbe cambiare sia il passato che il futuro.”


This is How You Lose the Time War”, di Max Gladstone e Amal El-Mohtar, è al tempo stesso un libro di fantascienza e una delicata, complicata, strambissima storia d’amore fra due spie intergalattiche perennemente a spasso nel tempo.
La notizia del suo imminente arrivo in Italia mi ha sorpreso non poco; ma ovviamente si tratta di un colpo di scena tutto positivo (architettato ancora una volta da quei geniacci della Mondadori…) perché secondo me questo romanzo merita tutta l’attenzione che sarà in grado di guadagnarsi!

Dopo aver letto “Empress of Forever”, affascinate e intricata space opera dai risvolti cyberpunk recensita qui sul blog un paio di mesi fa, ero abbastanza decisa a non leggere altro di Gladstone; non fosse altro che perché ho scoperto che il suo stile a volte tende a risultarmi un po’ troppo “cervellotico” e intricato, oltre che a causarmi qualche attimo di frustrazione esistenziale e non pochi mal di testa. Ma la trama di “This is How You Lose the Time War” mi intrigava troppo… e poi, voglio dire, ormai mi conoscete bene: quando mai avrei potuto lasciarmi sfuggire l’opportunità di leggere un libro sci-fi incentrato sull’amore impossibile fra due donne che lavorano per due agenzie super-segrete rivali nel contesto di una sterminata guerra spaziale che si protrae da generazioni e generazioni? XD

Ho fatto bene a non desistere, perché in realtà la lettura di questo libricino, frutto della collaborazione fra Gladstone e la poetessa canadese Amal El-Mohtar, è riuscito contro ogni aspettativa a trasmettermi una marea di emozioni positive: speranza, gioia, ottimismo, un senso di travolgente tenerezza nei confronti del genere umano e delle sue folli idiosincrasie… Vale a dire un intero oceano di emozioni di cui, in questo periodo particolare della mia vita, cominciavo ad avvertire disperatamente il bisogno.

Sì, perché bisogna senz’altro sottolineare come “This is How You Lose the Time War” sia prima di tutto un libro sul valore della Resistenza; una storia che inneggia al coraggio nascosto da qualche parte in fondo al cuore di ognuno di noi, e che cerca di spronarci a dare il meglio e a tenere duro per il bene delle persone che amiamo, perfino quando tutto intorno a noi il resto dell’universo sembra deciso a complottare per avvolgerci in un sudario di oscurità e disperazione impenetrabile.
Trovo che le lettere di Red e Blue, le due protagoniste del romanzo, rappresentino la parte più evocativa e significativa del romanzo; sinceramente credo di essermi commossa in almeno due o tre occasioni, e da un punto di vista puramente emotivo il linguaggio lirico e delicato dei due autori è riuscito a conquistarmi e a travolgermi completamente.

Per farvi un esempio, riporterò qui due delle mie citazioni preferite a proposito dell’amicizia (e di quello che si prova quando essa viene a mancare):

“I have observed friendships as one observes high holy days: breathtakingly short, whirlwinds of intimate behavior, frenzied carousing, the sharing of food, of wine, of honey. Compressed, always, and gone as soon as they come.”, scrive a un certo punto Blue.

E subito dopo:
“Hunger, Red—to sate a hunger or to stoke it, to feel hunger as a furnace, to trace its edges like teeth—is this a thing you, singly, know? Have you ever had a hunger that whetted itself on what you fed it, sharpened so keen and bright that it might split you open, break a new thing out? Sometimes I think that’s what I have instead of friends.”

Spero con tutto il cuore che la traduzione riesca a conservare la bellezza e la purezza di questi passaggi, perché mai come nel caso di “This is How You Lose the Time War”, la scelta delle parole e la disposizione del loro ordine all’interno del paragrafo arriva ad assumere un valore intrinseco e particolare.

In ultima analisi, credo che consiglierei le lettura di “This is How You Lose the Time War” a chiunque stia attraversando un periodo di scoraggiamento (vale a dire quasi tutti, credo, di questi tempi…) e avverta l’esigenza di “ricaricare un po’ le pile”; a chiunque abbia sognato, anche solo per un momento, di potersi innamorare dell’anima di qualcuno prima ancora di poggiare lo sguardo sul suo corpo, e di lottare contro il corso del destino con tutte le forze e fino allo stremo, soltanto per potersi assicurare che quella persona continui a esistere e a risplendere nella galassia come un faro pronto a ispirare grandi cambiamenti, e la luce immortale di una rivoluzione spirituale che davvero non conosce spazio, né tempo, né confini.


Giudizio personale:

 8.5/10



2 commenti:

  1. Il titolo mi aveva già conquistata, ma dopo la recensione non posso che inserirlo nella mia sempre più infinita WL :D

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    1. Il titolo ha un suono veramente stupendo, dico bene? Speriamo che lo lascino invariato anche in italiano! ;D

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