Potete acquistarlo QUI in italiano
"I tiranni strappano via i cuori degli altri.
Un sovrano sacrifica il proprio.
Un sovrano sacrifica il proprio.
La principessa Hesina di Yan è sempre stata ansiosa di evitare le responsabilità della corona, ma quando il suo amato padre finisce assassinato, la ragazza viene automaticamente investita del potere, diventando la regina di un regno molto instabile. Determinata a trovare l'assassino di suo padre, Hesina compie allora una mossa disperata: chiede l'aiuto di una veggente - un atto di tradimento, punibile con la morte... perché a Yan, la magia è stata resa fuorilegge centinaia di anni fa.
Usando le informazioni ottenute per via sovrannaturale, e senza sapere se può fidarsi perfino dei membri della sua stessa famiglia, Hesina si rivolge ad Akira - un brillante investigatore che, guarda caso, è anche un accertato criminale con parecchi segreti da nascondere.
Con il futuro del suo stesso regno a repentaglio, riuscirà Hessina a trovare giustizia per suo padre? Oppure il costo sarà troppo alto?"
“La Stirpe della Gru” è uno YA fantasy, il libro d’esordio di Joan He, un’autrice di origini cinesi e cittadina americana di seconda
generazione.
La nota testata specializzata Publishers Weekly l'ha definito come una sorta di “Game of Thrones” per ragazzi, sullo sfondo di una sontuosa ambientazione ispirata al folclore asiatico… Una descrizione che a mio avviso contiene almeno un granellino di verità, sebbene come al solito si tratti più che altro di un’osservazione pensata per cercare di attirare il grande pubblico, quello generalista che mastica poco il genere e non conosce molti altri punti di riferimento al di fuori dei tre grandi nomi Martin/Tolkien/Rowling.
La nota testata specializzata Publishers Weekly l'ha definito come una sorta di “Game of Thrones” per ragazzi, sullo sfondo di una sontuosa ambientazione ispirata al folclore asiatico… Una descrizione che a mio avviso contiene almeno un granellino di verità, sebbene come al solito si tratti più che altro di un’osservazione pensata per cercare di attirare il grande pubblico, quello generalista che mastica poco il genere e non conosce molti altri punti di riferimento al di fuori dei tre grandi nomi Martin/Tolkien/Rowling.
Ieri la Mondadori
ha fatto sapere che porterà la traduzione
italiana di “Descendant of the Crane” sugli scaffali delle nostre librerie
in un non meglio specificato momento del futuro prossimo e immediato; avendo
già letto il romanzo ai tempi della sua prima uscita in lingua originale, ho
pensato quindi di proporvi oggi la mia recensione.
Vi prego tuttavia di tenere a mente che ogni mia considerazione e opinione farà
tassativamente riferimento all’edizione
americana, non a quella italiana.
“La Stirpe della Gru” è un libro destinato a piacere molto
agli appassionati del trend “intrighi di
corte, cospirazione & affini”. Personalmente l’ho trovato un po’ sbilanciato (nel senso che la seconda
parte si è rivelata infinitamente più
avvincente e convincente della prima), ma tutto sommato gradevole, interessante e relativamente originale. Mi vedo costretta
ad usare questo odioso avverbio di
avvertimento perché, badate bene: se vi è già capitato di leggere parecchi
altri libri fantasy ambientati a corte
e incentrati sulla figura di uno o più sovrani
(sto pensando a titoli come “The Queen of the Tearling”, “The Tiger’s Daughter”,
“Il Priorato dell’Albero delle Arance”,
e via discorrendo…) ritengo improbabile che la trama de “La Stirpe della
Gru” riesca a lasciarvi a bocca aperta.
Il fascino dell’ambientazione e la complessità delle tematiche (il costo del potere; il senso di
responsabilità e il prezzo di vivere secondo coscienza, anche quando questo
significa sacrificare parti della propria anima in nome di masse violente e
ignoranti che potrebbero tranquillamente non meritarlo…) potrebbero tuttavia
riuscire a irretirvi ugualmente, seducendovi con altre armi: la confortevole familiarità dei personaggi, l’alone di indiscutibile
mistero che aleggia attorno ad
alcune figure-cardine della storia, l’intrigante esoticità dei paesaggi e delle convolute imposizioni sociali…
A lasciarmi (parzialmente) insoddisfatta sono stati più che
altro la semplicità dell’intreccio,
l’inconcepibile ingenuità di una
protagonista che continua a farsi sballottolare dagli eventi fin quasi alla
fine, piuttosto che accettare di prendere un’iniziativa, e la curiosa ambiguità di un finale che non scioglie e non conclude alcunché, limitandosi a interrompere le fila della narrazione
nel peggior momento possibile. Avrei giurato che Joan He avesse già messo in
cantiere un sequel; invece è saltato fuori che “La Stirpe della Gru” sarà un libro auto-conclusivo, e che l’autrice scriverà al più un paio di romanzi
“companions”, dedicati cioè ad alcuni personaggi nuovi di zecca.
Vi confesso che la cosa mi ha lasciato parzialmente allibita. Sul serio: non vedo come si possa considerare conclusa la storia di Hesina e compagni… O forse il problema è semplicemente mio; magari stavolta non sono riuscita a interpretare correttamente le implicazioni del concetto di “finale aperto”. Chissà.
Resta il fatto che le ultime pagine mi hanno lasciato con un languido senso di irrequietezza e stizza in fondo allo stomaco; un po' come quando ti trovi in macchina, intenta ad ascoltare una canzone orecchiabile alla radio e a canticchiare piacevolmente a fior di labbra… solo che di colpo il tuo compagno di viaggio si allunga sull’apparecchio e cambia stazione, così, colto dall’impulso del momento, o semplicemente per sintonizzarsi sul tg di Enrico Mentana.
Vi confesso che la cosa mi ha lasciato parzialmente allibita. Sul serio: non vedo come si possa considerare conclusa la storia di Hesina e compagni… O forse il problema è semplicemente mio; magari stavolta non sono riuscita a interpretare correttamente le implicazioni del concetto di “finale aperto”. Chissà.
Resta il fatto che le ultime pagine mi hanno lasciato con un languido senso di irrequietezza e stizza in fondo allo stomaco; un po' come quando ti trovi in macchina, intenta ad ascoltare una canzone orecchiabile alla radio e a canticchiare piacevolmente a fior di labbra… solo che di colpo il tuo compagno di viaggio si allunga sull’apparecchio e cambia stazione, così, colto dall’impulso del momento, o semplicemente per sintonizzarsi sul tg di Enrico Mentana.
Per adesso sappiamo che nel 2021 dovrebbe uscire negli USA “The Ones We Are Meant To Find”, sempre di Joan He: il libro, che seguirà le
vicende di due sorelle separate da una serie di catastrofi naturali e costrette a
lottare per sopravvivere in un mondo decimato, è stato paragonato a “Black Mirror” e a “We Were Liars” di E. Lockhart. Mi sembra un progetto abbastanza
interessante, per cui credo proprio che mi piacerebbe leggerlo.
Per quanto riguarda invece “La Stirpe della Gru”, be’… Secondo me chi l’ha descritto come
“uno dei migliori esordi fantasy di sempre” ha letto troppo poco, oppure ha
voluto semplicemente pompare un po’ i fatti. Ma non è un pessimo YA, questo
posso tranquillamente assicurarvelo. Anzi. Verso la fine comincia a sviluppare
un certo non-so-che di tagliente; una grinta
catartica, una sorta di andatura spigolosa e inevitabile, che ti spinge a voltare le pagine senza fermarti e
senza farti troppe domande.
Fa molto piacere, insomma, sapere che i lettori italiani avranno la possibilità di leggere questo libro nella loro lingua-madre. Anche se forse mi avrebbe fatto ancora più piacere scoprire verso quali direzioni, esattamente, l’autrice Joan He abbia intenzione condurre questa serie nell’immediato futuro…
Giudizio Personale:
6.8/10
Secondo me quando pubblicizzano un libro come il miglior esordio di sempre o il miglior fantasy dai tempi di X, mentono sapendo di mentire. Infatti ho iniziato a non leggere più i commenti che vengono fatti in fase promozionale dagli addetti ai lavori XD
RispondiEliminaIl libro mi interessa, non fosse che l'incipit mi ha ricordato vagamente Yona la principessa scarlatta/Akatsuki no Yona, ma sarà decisamente un acquisto che farò in ebook.
Quello che hai citato è un manga che ho sempre avuto una certa curiosità di provare...
EliminaSpero che il libro ti piacerà, allora, Kate! Io intanto continuerò a sperare nella possibilità di un sequel! ^_____^
Non mi attira!
RispondiEliminaE mi hai appena confermato alcuni dubbi. Mi sa di aver fatto bene a snobbarlo
Lo considero un titolo tutt'altro che imperdibile, Giusy...
EliminaQuindi sì, probabilmente il tuo intuito ci aveva preso in pieno! ;D
Cavolo, io avevo aspettative così alte... Probabilmente gli darò una possibilità ugualmente, ma non è più una priorità :(
RispondiEliminaSecondo me si lascia leggere, ma non è assolutamente la pietra miliare del genere che la campagna pubblicitaria cerca di dare a intendere! XD Ovviamente la mia è solo un'opinione; quando lo leggerai, mi auguro che a te possa piacere mooooolto di più! ^___^
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