Attenzione: la seguente recensione fa riferimento all'edizione originale in lingua inglese del libro!
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"E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te? Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l’immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli. Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima. Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome."
“La Vita Invisibile di Addie LaRue” è il più recente libro young adult di Victoria Schwab, autrice
della popolare trilogia fantasy “A Darker Shade of Magic”. Attorno
all’uscita di questo titolo (autoconclusivo, un bel mattoncino di oltre 500
pagine…) ruotava un bel po’ di hype da parte del pubblico internazionale
(nonché italiano). La massiccia presenza mediatica della Schwab le ha
assicurato, nel corso del tempo, una fan base abbastanza solida da rasentare
una vera e propria tifoseria; un gruppo di sostenitori pronti a seguirla con religiosa
devozione e in preda ai famosi occhi a cuoricino di Sailor Moon. Che il libro
entrasse a far parte della leggendaria lista dei bestseller del New York nel
giro di poche settimane era quasi scontato, secondo me.
Non vi mentirò: neppure io posso considerarmi del tutto
immune al fascino della Schwab. Vai a sapere bene il motivo. Forse solo perché
ammiro il suo modo di giocare con le parole, o perché, nel corso del tempo, ho
apprezzato molti dei suoi articoli e interventi online.
Resta il fatto che mi sono lanciata subito nella lettura di
questa sua ultima fatica. Dopotutto, “La
Vita Invisibile di Addie LaRue” si propone di essere, almeno sulla carta,
il suo capolavoro, il romanzo che l’autrice
ha impiegato almeno 10 anni a scrivere e perfezionare con cura certosina. Un
progetto ambizioso, a mio avviso riuscito solo in parte, e che tuttavia finirà
con l’ammaliare migliaia di lettori
sparsi ai quattro angoli del globo; perché la Schwab è in gamba, perché sa
scrivere, perché nessuno con un briciolo di cervello potrebbe dubitare della
sua spiccata sensibilità artistica… e sì: in ultima analisi, anche perché la
Schwab è (diciamocelo chiaramente) un po’
furbetta e attentissima alle esigenze del suo pubblico.
Ad ogni modo, se amate il genere romance, e gli young adult, e pensate che un pizzico di romanticismo supplementare nella vostra
vita non guasterebbe affatto, bè… Date retta a me: “La Vita Invisibile di Addie LaRue” sarà uno dei vostri libri
preferiti del 2020! È un po’ difficile parlarne nel dettaglio senza fare
spoiler, ma le prime 100 pagine di questo romanzo sono una cosa fenomenale. C’è
stato un momento in cui ho veramente pensato che sarebbe stato l’anello di
congiunzione mancante fra il film “Adaline – L’Eterna Giovinezza” e il
capolavoro “The Sudden Appareance of Hope” di Claire North (con cui
condivide una premessa narrativa fondamentale).
Con l’entrata in gioco di Henry, a mio avviso la più grossa nota dolente del libro, purtroppo
la situazione comincia a modificarsi un po’. A questo punto la Schwab, probabilmente
per gli stessi motivi di cui parlavamo poco fa (commerciali, ma anche
commerciali, e tutto sommato anche un po’ commerciali…) abbandona tranquilla e
beata la vena dark e potenzialmente conflittuale della sua storia per tornare a
inserirsi nel collaudato filone dei più popolari YA di cui abbiate memoria. Se
avete amato libri come “Il Sognatore” e “La Musa degli Incubi” di Laini Taylor, sospetto che accoglierete a braccia
spalancate questo cambio di rotta. E non c’è assolutamente nulla di male in
questo, anzi; a prendere un granchio sono stata io, dal momento che detesto i melò
e non sopporto i triangoli amorosi,
che siano a sfondo sovrannaturale o meno.
Ciò premesso, ci tengo molto a specificare una serie di cose:
1.
Lo stile
della Schwab, da sempre molto intenso e coinvolgente, riesce a farsi quasi “lirico”
in questo libro. E’ un elemento che ho apprezzato nonostante la sua tendenza ad
andare sopra le righe ed esagerare fin troppo con il pathos in alcuni punti
(caricando l’enfasi in maniera eccessiva sulle sue scelte lessicali e
sconfinando pericolosamente nel campo del “pretenzioso/ridicolo).
2.
I personaggi non mi hanno convinto. Henry, oltre
a risultare poco interessante, compie una serie di scelte moralmente
discutibili (in pratica soffre della sindrome
di Kilgrave, e neanche poco) e si dimostra un patetico inetto dall’inizio
alla fine. Addie, dal canto suo, è la Regina delle Manic Pixie Dream Girl; una protagonista statica e fin troppo
caricaturale, di cui tutti si innamorano a prima vista perché sì e che continua a cambiare la vita di tutti quelli che
incontra semplicemente portandoseli a letto una volta o due…
3.
Mi è piaciuto il modo in cui la Schwab ha tratto
i temi dell’ansia e della depressione. Si avverte
chiaramente la sensibilità dell’autrice nei confronti di questi argomenti; il
suo livello di coinvolgimento, il suo smarrimento, la sua sofferenza. La sua
grinta, anche, nel momento in cui decide di affrontare i suoi demoni sulla
pagina e permettere a tutto il mondo di leggerne gli sviluppi “in tempo reale”.
4.
Il finale
è de “La Vita Invisibile di Addie
LaRue”, nella sua inevitabilità struggente, è quasi perfetto. Riesce a
riscattare la lunghezza esagerata della parte centrale del romanzo in maniera encomiabile,
e perfino a strappare una lacrimuccia o due senza rischiare di scadere nella
banalità.
mi serviva proprio la tua recensione. Adesso sono riuscita ad inquadrarlo meglio. ti dirò, sono curiosa, ma non troppo. Sicuramente lo leggerò, ma con ben poche aspettative
RispondiEliminaDi sicuro, è un libro molto "sentimentale" (nel senso più melodrammatico e young adult del termine). Come fantasy, secondo me, regge poco il confronto con altre opere sullo stesso argomento, ma dal punto di vista del romance? Probabilmente vale la pena buttarci un'occhiata! ;D
EliminaMi ero persa la recensione @.@ che devo dire, a me questo libro attira meno di zero: a parte la premessa per me fin troppo simile a quella del libro di Claire North, la sua presenza ossessiva on-line è riuscita a farmelo odiare pur senza averne letto neanche una riga.
RispondiEliminaTemo che, per noi che abbiamo letto il libro della North, questo libro sia destinato a sembrare inutile e pure un po' insulso: dai retta a me, Kate... sarebbe come paragonare un urban fantasy di Cassandra Clare a "American Gods" di Neil Gaiman! XD
EliminaSe non ti ispira per niente, fai benissimo a evitarlo... Anche perché ce n'è di roba migliore da leggere, in giro! ;D