“Soul” è stata una di quelle piccole sorprese che mi hanno reso
felice – una volta di più - di aver
sottoscritto il mio bell’abbonamento a Disney+.
Una pellicola d’animazione che prende palesemente spunto da “Inside
Out” e che cerca, ancora una volta, di intavolare un appassionato
dialogo con i suoi spettatori più adulti.
Tanto per cominciare, la Pixar, dando sfoggio di una maturità e di un coraggio spettacolari,
torna a centrare l’azione attorno alle vicende di un comunissimo uomo di mezza età, un professore di
scuola media triste e malinconico, alle prese con una profonda crisi
esistenziale. Joe Gardner (doppiato,
in versione originale, dall’immenso Jamie
Foxx) ha sempre sognato di diventare un pianista jazz. Per lui, la musica
è tutto; il suo sogno è sempre stato quello di riuscire a esibirsi dal vivo in
qualche teatro, magari in compagni degli artisti più “hot” del momento; la
vita, però, con il tempo gli ha ampiamente dimostrato di avere in serbo altri
piani per lui. Almeno fino al giorno in cui, per un colpo di fortuna, Joe
riesce a spuntare la sua grande occasione:
un posto in un quartetto musicale d’eccezione, che finalmente potrebbe
permettergli di dimostrare il suo talento. Ma il destino, ancora una volta, si
incaponirà a metterci lo zampino…
Ora, lasciate che vi dica una cosa: se avessi avuto sette o otto anni, probabilmente “Soul” non avrebbe rappresentato nulla di speciale per me. Un cartone animato come tanti altri, popolato da un mucchio di pittoreschi e simpatici personaggi (i vari “Jerry” e il gattone Mr. Mittens su tutti…) e da un paio di scene abbastanza inquietanti da scatenarmi un delizioso attacco di pelle d’oca (sì, Terry, mi hai capito: sto parlando con te, brutto topo ossessivo-compulsivo che non sei altro! XD). Certo, mi sarei lasciata incantare dalla parlantina sciolta e dallo charme alla Burt Simpson di Numero 22 (doppiata dall’inconfondibile Tina Fey, e vi prego, ragazzi, vi prego: guardate questo film in lingua originale!), anche se sospetto che almeno metà delle sue battute avrebbero mancato il bersaglio. Difficilmente avrei afferrato il messaggio, o beneficiato del senso di conforto trasmesso da alcuni momenti particolarmente emozionanti e coinvolgenti previsti dalla sceneggiatura. E, forse, non avrei fatto caso neanche alla favolosa colonna sonora di cui “Soul” può fregiarsi, con la sua caledoiscopica alternanza di pezzi jazz, vitali e densi di ispirazione, e musiche di stampo più etereo e concettuale, ricche di suoni elettronici.
Pete Docter, che
per la Pixar aveva già diretto “Up” e
“Inside Out”, con questo "Soul" confeziona forse la pellicola
più matura e ambiziosa che lo Studio abbia messo in cantiere finora; il
risultato è un film che contrappone le strade sfaccettate e vulcaniche di New
York alle pacate tinte pastello di un’Aldilà (anzi, di un Ante-là) che si spoglia
delle proprie contraddizioni materiali
e abbraccia la delicata perfezione delle linee
geometriche. Il tutto, mentre insegue una possibile risposta alla fatidica
domanda: qual è, esattamente, il senso
della vita? Cos’è un’anima, e
perché ci è stata donata? Cosa si suppone che dovremmo farcene?
Sospetto che per molti degli spettatori più giovani,
abituati a vivere circondati da un mondo che non smette mai del tutto di ostentare
la propria meraviglia, la
contraddizione fra il piano fisico e quello spirituale dell’esistenza potrebbe
anche non stridere così tanto. Ma per noi adulti, solitamente, il confine si fa
più netto; ecco perché sovrapporre il vivace realismo newyorkese al fantasy
sfrenato del Pianoro delle Anime Smarrite (una rapida incursione nel
surreale regno de “La Città Incantata”,
se vogliamo), alla fine si dimostra la scelta più efficace: a poco a poco, infatti,
la sceneggiatura ci incoraggia ad abbandonare i nostri preconcetti e a
riconoscere che, sì… Quella barriera,
che all’inizio ci sembrava così solida, in realtà, è sempre stata immaginaria.
Perché il mondo non è una Scala insormontabile che porta verso il Successo, e
non è per arrampicarci che siamo venuti al mondo.
Il mondo è Esperienza. Il mondo è Emozione. Il mondo è
Magia. E noi? Be’, ci viene offerta una
sola occasione di beneficiare di tutta questa poesia. Forse, faremmo meglio
a non sprecarla! ;D
Che bella recensione, mi hai quasi fatto venire voglia di recuperare il film :D
RispondiEliminaE buon anno nuovo ^-^
Grazie mille, Kate, allora spero che lo vedrai! :D
EliminaTanti auguri di buon anno anche a te! ^^