domenica 3 gennaio 2021

Recensione: "The Burning God", di R. F. Kuang

La Dea in Fiamme (The Poppy War, Vol. 3)

Potete acquistarlo QUI in italiano

"Nonostante le sue perdite, Rin non ha rinunciato a lottare per le persone per cui ha sacrificato tanto - le genti delle province del Sud, e in particolar modo di Tikany, il suo villaggio natale. Mentre torna alle proprie radici, Rin si imbatte in difficoltà apparentemente insormontabili - ma in anche in opportunità inaspettate. Spalleggiata dalle masse di contadini a caccia di vendetta e dall'armata delle forze del Sud, Rin userà qualsiasi arma per distruggere la Repubblica e i conquistatori hesperiani. Ma riuscirà a resistere alla voce della Fenice, che continua a bisbigliarle di annegare nel fuoco il mondo e tutto ciò che contiene?"


The Burning God” è il terzo libro della trilogia “The Poppy War”. La Oscar Vault ha portato nelle nostre librerie il primo libro, “La Guerra dei Papaveri”, soltanto pochi mesi fa; perciò, se non l’avete ancora letto, direi che siete ancora in tempo per rimediare!

La verità è che, nel corso dei quattro anni trascorsi dall’uscita del suo romanzo d’esordio, ho avuto occasione di citare spesso il nome di R. F. Kuang all’interno di queste pagine; un’autrice che, alla tenera età di 23 anni, è già riuscita a sfornare quella che è destinata a diventare una pietra miliare del grimdark fantasy. La lettura di “The Burning God”, in realtà, non ha fatto altro che consolidare la mia ammirazione nei suoi confronti. Certo, la ragazza deve ancora perfezionare la sua tecnica e affinare la sua Voce; ma, per quanto mi riguarda, padroneggia già gli elementi importanti della narrazione con un impressionante livello di abilità e precisione.

E l’epopea narrata all’interno di questi libri è fantastica, ragazzi! Se la Starlight Media riuscirà a giocarsi bene le sue carte, prossimamente avremo modo di vedere una delle più impressionanti e coinvolgenti serie tv fantasy che siano mai state girate…

Ma torniamo a noi.

The Burning God” è un libro molto potente, altamente spettacolare dal punto di vista delle sue (numerosissime) scene d’azione ed estremamente coinvolgente a livello emotivo. Dopo essere stata tradita dalla Repubblica, Rin è sempre più decisa a vendicarsi e a porsi a capo di un’Armata in grado di strappare a Vaisra il controllo dell’ex-Impero.  I due terzi del romanzo sono dedicati alla dettagliata cronaca della sua ascesa militare, dei suoi successi e delle sue sconfitte sul campo di battaglia; ovviamente, poiché la Kuang è la Kuang, quello che avremo modo di approfondire maggiormente è il risvolto psicologico di questa incessante guerra sullo stato mentale dei vari personaggi della saga, e in modo particolare su Rin. Una protagonista che, di capitolo in capitolo, prende a farsi sempre più efferata e controversa; una donna d’azione e di potere ossessionata dai concetti di Storia, nazione e divinità; tre parole che, in breve , arriveranno a incarnare il cuore tematico pulsante del libro.

Una parabola che, come sappiamo, in realtà affonda le sue radici concettuali in una serie di eventi politici e sociali di stampo abbastanza recente. Interpretare il significato nascosto fra le pagine di “The Burning God” (ma anche di “The Dragon Republic”, se per questo…), al di là dei suoi pirotecnici effetti speciali e delle arti marziali sfrenate in stile “Dragon Ball”, in realtà si rivela tutt’altro che difficile. Alcuni dicono che “quello che non uccide, rende più forti”. Sarà anche vero, ma, nel 98,9% dei casi, rende anche più strani, più paranoici, più facilmente inclini al terrore e alla violenza. Provate a immaginare cosa significhi avere 19 anni, e crescere in un Paese piagato dalla guerra, dalla fame, dai disastri ambientali, dalla violenza. Rin non è quel tipo di protagonista in cui sia possibile identificarsi (per fortuna), e di sicuro a nessuno salterebbe in testa di definirla amabile o ricca di empatia. Ma la sua storia reca in sé un retrogusto di ineluttabilità e umanità sconvolgenti. La politica crea i suoi mostri, sempre; li plasma, li nutre, li sfrutta… e poi li condanna. È uno schema con cui in fondo chiunque di noi, a prescindere dal proprio ambiente geografico, può vantare un certo grado di familiarità.

Esattamente come i suoi predecessori, “The Burning God” è un romanzo ricco di momenti crudi, morti spiazzanti e scene ricche di gore. Per la prima volta, però, mi è sembrato che la Kuang inserisse alcuni di questi dettagli in maniera molto deliberata e gratuita; come per rafforzare una tesi che, a ben vedere, l’autrice stava portando avanti già a partire dalla seconda metà de “La Guerra dei Papaveri”. La sua gestione del plot non mi è parsa sempre fluida, e la narrazione, secondo me, a tratti procede in maniera episodica (adesso chiudiamo questa sottotrama, qui inseriamo una morte psicologicamente devastante, e alé, adesso procediamo verso il finale!). Le sue descrizioni andrebbero integrate; la sua tendenza a “riassumere-anziché-mostrare”, in alcuni punti, riportata un po’ sotto controllo.

Ciò premesso, ho amato, ho amato moltissimo “The Burning God”, ragazzi! Per me, abbandonare questo mondo e questi personaggi sarà un piccolo dolore. Ma, perlomeno, la Kuang ci permette, con questo terzo libro, di concludere l’avventura con il botto: più magia, più azione, più colpi di scena, più traumi, più… tutto! Date retta a me: questa autrice è un autentico vulcano di idee e suggestioni. Concedetele un paio d’anni e, come una vera Fenice, sarà pronta a scalare il Pantheon dei Grandi Autori del Fantasy! ;D


 Giudizio personale:

8.2/10





5 commenti:

  1. Ciao! Questa saga mi convince e mi incuriosisce, peccato che l' edizione Mondadori sia titanica... Preferisco i tascabili, così mi porto i libri a lavoro! :-)

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    1. Ti capisco, anche l'edizione americana è abbastanza monumentale! E pensa che il primo libro è il più "snello" della trilogia...
      Io al lavoro porto soltanto il Kindle, lo trovo più pratico! ^^

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    2. Si infatti il Kindle è un ottima soluzione, l' ho comprato anni fa proprio per scaricarmi tutti i libri della ruota del tempo... Sono 14!!!

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    3. Hai fatto benissimo! Io li ho comprati tutti in cartaceo, ma non mi sono mai spinta oltre la lettura del primo volume: sarà un caso? XD

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    4. Io mi sono fermato al quinto, Jordan si dilunga troppo e decentra l' attenzione di continuo dalla trama principale, è difficile da seguire. Mi sono distaccato dal trono di spade per lo stesso motivo...

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