mercoledì 12 maggio 2021

Recensione: "Li troviamo solo quando sono morti" - Vol. 1

 

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Li troviamo solo quando sono morti” è un fumetto scritto da Al Ewing e illustrato da Simone Di Meo.

Una space opera visivamente sbalorditiva e intrisa d’azione, che mescola abilmente una componente epica a una più intimista, direi quasi da tragedia famigliare.

La premessa narrativa è intrigante quanto basta: nello spazio, a intervalli irregolari, si materializzano i corpi titanici di misteriose creature divine. Di loro si conosce poco e niente; anzi, in realtà, esiste un’unica costante: al momento del loro ritrovamento, gli dei sono sempre morti.

Ad ogni modo, le varie parti di queste salme gigantesche hanno un valore pazzesco sul mercato, per cui esiste una corporazione onnipotente che tende ad accaparrarsi sempre gli organi migliori (cuore, occhi eccetera). Il resto degli scarti viene lasciato alle navicelle spaziali indipendenti, quelle manovrate da piccoli equipaggi, gente di solito disperata e sull’orlo del tracollo.

Il capitano Georges Malik, un uomo cupo e introverso, guida proprio uno di questi veicoli, la cosiddetta "nave-d’autopsia" Vihaan II.

Malik, a differenza di tutti i suoi colleghi, nutre un sogno visionario. Per quanto lo riguarda, gli dei che galleggiano fra le stelle potrebbero custodire segreti rivoluzionari, e lui è sempre stato attratto dagli insondabili misteri dell’universo.

Ma non è tutto: in realtà, Malik sta disperatamente cercando di lasciarsi alle spalle un passato travagliato, funestato da vecchi peccati forse ancora da scontare. Così, quando decide di coinvolgere il suo equipaggio in una quest pericolosissima, alcuni dei suoi compagni cominciano a sospettare che questa missione potrebbe celare un contorto piano di fuga dalla realtà, forse perfino un eclatante piano suicida…

Fra inseguimenti, acrobazie spettacolari e battaglie spaziali in stile “Star Wars”, il primo volume di “Li troviamo solo quando siamo morti” inizia quindi a narrare l’ambiziosa storia di un’ossessione, di una chimera che sembra stagliarsi sempre appena un passo al di là dei limiti consentiti.

In un certo senso, Malik insegue i misteri della creazione come il pistolero Roland Deschain insegue la sua Torre Nera; la caratterizzazione del capitano, oscura ma bilanciata, contribuisce a evocare quel pizzico di empatia supplementare che permette al lettore di parteggiare per lui, o quantomeno di immedesimarsi nei suoi conflitti.

Ma perfino la villain della storia riesce a riscuotere le nostre simpatie e ad aggiudicarsi il nostro rispetto; e infatti non nego che buona parte della mia curiosità, in questa prima fase della storia, si è concentrata sulle sfumature dello spinoso rapporto che sembra legare protagonista e antagonista di “Li troviamo solo quando sono morti”.

Le illustrazioni di De Meo, belle da mozzare il fiato, rispecchiano il “sense of wonder” provato dai personaggi al cospetto delle infinite (e terrificanti) meraviglie dell’universo. Le tavole dedicate ai giganti, in particolare, contribuiscono a mettere in evidenza il contrasto fra l’immensa vastità dell’universo e la risibile piccolezza di tutte le beghe umane che li circondano: le minuscole navicelle si affollano attorno alle salme come formiche, pronte ad arraffare tutto quello che possono, ma la verità è che alle stelle non importa nulla delle nostre guerre, delle nostre rivalità e dei nostri fallimenti.

Non è difficile, allora, comprendere perché un personaggio tormentato come Malik si senta così a suo agio ai comandi di una nave lanciata a folle velocità incontro all’ignoto. Dopotutto, al cospetto della natura, perfino il più straziante dei dolori comincia a trasformarsi in un’inezia risibile, del tutto transitoria.

Insomma, se amate le “space opera” dotate di un solido world-building, le storie a fumetti corredate di uno spettacolare taglio cinematografico e titoli come “Saga” o “Il Regno Invisibile”, “Li troviamo solo quando solo morti” potrebbe essere l’opera giusta per voi!

Dopo quel finale, non ho la più pallida idea di dove Ewing e De Mao vogliano andare a parare… ma la verità è che non vedo l’ora di scoprirlo! ;D


 



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