“La donna alla finestra" è un film thriller di Joe Wright,
disponibile su Netflix. La pellicola
è un adattamento dell'omonimo romanzo bestseller di A. J. Finn (potete leggere QUI
la mia recensione).
Sotto alcuni punti di vista, il cast stellare coglie un po' lo spettatore in contropiede; dopotutto,
la presenza di così tante star
hollywoodiane contribuisce ad alzare inutilmente le aspettative dello
spettatore.
Malgrado il coinvolgimento di Amy Adams, Julianne Moore,
Gary Oldman, Jennifer Jason Lee e Anthony
Mackie, "La donna alla finestra"
non si spinge mai oltre i limiti del classico thrillerino della domenica. Il
film garantisce pochi brividi, qualche enigma e un paio di sussulti, e per riuscire
nel proprio intento schiera in campo una notevole dose di artifici visivi e agnizioni
riciclate.
L'adattamento di Wright, piuttosto fedele al romanzo dal
punto di vista degli eventi, si limita tuttavia a riproporre i punti salienti
del libro in maniera sbrigativa e sommaria. Nel farlo, sottrae allo spettatore
il tempo necessario ad assorbire le informazioni che gli servirebbero per
apprezzare l'intreccio e i personaggi. Ne consegue un drastico depotenziamento del 90% dei colpi di scena.
Il regista si concentra sulla messa in scena, sul proprio
virtuosismo tecnico (vero o presunto) e trascura la sceneggiatura,
interpretando il testo originale in maniera troppo letterale e buttando alle ortiche ogni potenzialità insita
nel sottotesto del romanzo – un'opera
tutt'altro che perfetta, parliamoci chiaro, ma che riesce perlomeno a deliziare
lo spettatore a forza di brillanti omaggi alle convenzioni del cinema di genere.
Fuori dalla porta, quindi, l'ironia metatestuale e le frequenti strizzate d'occhio al
lettore.
Via gli elementi psicologici, la complessità dei retroscena
e la forza del meccanismo di proiezione
che si impadronisce delle giornate di Anna.
Via la componente dell'home
invasion, via la maggior parte dei riferimenti hitchcockiani, via tutto
quello che avrebbe potuto permettervi di ricordare "La donna alla finestra" due ore dopo la fine della visione
Cosa resta, quindi?
Un tripudio di false
piste, tutte credibili quanto le promesse elettorali del vostro prossimo
sindaco, e un assassino che porta il
proprio nome praticamente impresso sulla faccia. Capirete chi ha commesso il
misfatto ancora prima che il crimine in questione venga compiuto, vi dico solo
questo.
"Ma allora",
mi chiederete voi, "non c'è proprio nulla che ti sia piaciuto del film di Joe Wright?"
Non ho detto questo, fedeli lettori.
Le interpretazioni sono ottime, tanto per dirne una.
Amy
Adams si sta "specializzando" in ruoli di questo genere (donne
toste-ma-quasi-a-pezzi, spesso per ragioni che hanno a che fare con traumi e
sensi di colpa, vedi "Sharp Objects" o "Animali
Notturni"), e per me anche in questo caso la sua abilità
espressiva si manifesta in tutta la sua carismatica potenza.
È stato particolarmente bello vederla "duettare"
al fianco di Julianne Moore, sulla
cui assurda maestria recitativa mi soffermerei a riflettere un momento: voglio
dire, alla Moore bastano 5 minuti in
scena per regalarci un ritratto a tutto tondo del suo personaggio, probabilmente
il più emblematico e misterioso del film!
Inoltre, "La
donna alla finestra" è un film che si lascia guardare senza troppe pretese; scorre via veloce, forse consegna la metà di quello che ha
promesso, ma ha perlomeno la decenza di non ammorbare inutilmente lo
spettatore.
Se l'avete visto e siete rimasti insoddisfatti - ma almeno
parzialmente intrigati - il mio consiglio è di buttarvi sul romanzo. Se amate i
thriller psicologici e le storie follemente intricate, non
dovreste perdervelo! ^^
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