sabato 15 maggio 2021

"La donna alla finestra", la recensione del film su Netflix: il thriller di Joe Wright è meglio o peggio del libro?

 



La donna alla finestra" è un film thriller di Joe Wright, disponibile su Netflix. La pellicola è un adattamento dell'omonimo romanzo bestseller di A. J. Finn (potete leggere QUI la mia recensione).

Sotto alcuni punti di vista, il cast stellare coglie un po' lo spettatore in contropiede; dopotutto, la presenza di così tante star hollywoodiane contribuisce ad alzare inutilmente le aspettative dello spettatore.

Malgrado il coinvolgimento di Amy Adams, Julianne Moore, Gary Oldman, Jennifer Jason Lee e Anthony Mackie, "La donna alla finestra" non si spinge mai oltre i limiti del classico thrillerino della domenica. Il film garantisce pochi brividi, qualche enigma e un paio di sussulti, e per riuscire nel proprio intento schiera in campo una notevole dose di artifici visivi e agnizioni riciclate.

L'adattamento di Wright, piuttosto fedele al romanzo dal punto di vista degli eventi, si limita tuttavia a riproporre i punti salienti del libro in maniera sbrigativa e sommaria. Nel farlo, sottrae allo spettatore il tempo necessario ad assorbire le informazioni che gli servirebbero per apprezzare l'intreccio e i personaggi. Ne consegue un drastico depotenziamento del 90% dei colpi di scena.

Il regista si concentra sulla messa in scena, sul proprio virtuosismo tecnico (vero o presunto) e trascura la sceneggiatura, interpretando il testo originale in maniera troppo letterale e buttando alle ortiche ogni potenzialità insita nel sottotesto del romanzo – un'opera tutt'altro che perfetta, parliamoci chiaro, ma che riesce perlomeno a deliziare lo spettatore a forza di brillanti omaggi alle convenzioni del cinema di genere.

Fuori dalla porta, quindi, l'ironia metatestuale e le frequenti strizzate d'occhio al lettore.

Via gli elementi psicologici, la complessità dei retroscena e la forza del meccanismo di proiezione che si impadronisce delle giornate di Anna.

Via la componente dell'home invasion, via la maggior parte dei riferimenti hitchcockiani, via tutto quello che avrebbe potuto permettervi di ricordare "La donna alla finestra" due ore dopo la fine della visione

Cosa resta, quindi?

Un tripudio di false piste, tutte credibili quanto le promesse elettorali del vostro prossimo sindaco, e un assassino che porta il proprio nome praticamente impresso sulla faccia. Capirete chi ha commesso il misfatto ancora prima che il crimine in questione venga compiuto, vi dico solo questo.

"Ma allora", mi chiederete voi, "non c'è proprio nulla che ti sia piaciuto del film di Joe Wright?"

Non ho detto questo, fedeli lettori.

Le interpretazioni sono ottime, tanto per dirne una. 

Amy Adams si sta "specializzando" in ruoli di questo genere (donne toste-ma-quasi-a-pezzi, spesso per ragioni che hanno a che fare con traumi e sensi di colpa, vedi "Sharp Objects" o "Animali Notturni"), e per me anche in questo caso la sua abilità espressiva si manifesta in tutta la sua carismatica potenza.

È stato particolarmente bello vederla "duettare" al fianco di Julianne Moore, sulla cui assurda maestria recitativa mi soffermerei a riflettere un momento: voglio dire, alla Moore bastano 5 minuti in scena per regalarci un ritratto a tutto tondo del suo personaggio, probabilmente il più emblematico e misterioso del film!

Inoltre, "La donna alla finestra" è un film che si lascia guardare senza troppe pretese; scorre via veloce, forse consegna la metà di quello che ha promesso, ma ha perlomeno la decenza di non ammorbare inutilmente lo spettatore.

Se l'avete visto e siete rimasti insoddisfatti - ma almeno parzialmente intrigati - il mio consiglio è di buttarvi sul romanzo. Se amate i thriller psicologici e le storie follemente intricate, non dovreste perdervelo! ^^





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