domenica 24 maggio 2020

Recensione: "Invisible Kingdom - Vol. 1" di G. Willow Wilson e Christian Ward


space opera - volume 1 - fumetti - Christian Ward

Invisible Kingdom, Vol. 1

Potete acquistarlo QUI in italiano


Invisible Kingdom” è una graphic novel scritta da G. Willow Wilson (la creatrice di Miss Marvel in versione Kamala Khan, nonché autrice del romanzo fantasy “The Bird King”…) e illustrata da Christian Ward.
Negli USA il fumetto viene pubblicato ogni mese dalla casa editrice Dark Horse; in Italia invece l’opera è ancora inedita… ma non lo sarà ancora a lungo, voglio sperare!

Il primo volume in edizione brossurata di “Invisible Kingdom” raccoglie i primi cinque numeri della serie. Stando alle sue stesse dichiarazioni, la Wilson progettava di realizzare una space opera incentrata sui conflitti bellici e interiori di una suora aliena praticamente da tutta la vita… E alla fine questo suo nuovo progetto si è concretizzato nel personaggio di Vess, giovane novizia di un culto segreto alle prese con una spietata e brutale multinazionale intergalattica intenzionata ad assoggettare l’universo tramite l’assoluto monopolio di ogni forma di commercio. Dopo una serie di ordalie, la ragazza si ritroverà a incrociare il sentiero di Grix, una cinica e determinatissima “capitana” della corporazione contro cui Vess intende schierarsi; insieme, le due donne dovranno escogitare un modo per opporsi alle terrificanti mire espansioniste del loro inarrestabile nemico…

La trama di “Invisible Kingdom”, per intenderci, non raggiunge esattamente dei picchi di originalità mai visti, almeno fino a qui. Eppure, i toni esuberanti della narrazione e la freschezza delle tavole rendono la lettura di questo volume estremamente coinvolgente e divertente, a patto di continuare a considerare questi primi numeri come una sorta di preludio, il primo atto di una lunga saga ancora tutta da sviluppare. Il world-building, dal canto suo, non ha paura di sbandierare le sue influenze (“Dune”, “Star Wars”, “The Expanse”…), dal momento che riesce comunque a riunire agevolmente tutti questi elementi sotto lo stendardo di un’unica identità specifica. Del resto, alcuni dei risvolti tematici principali sono assolutamente tipici del lavoro di G. Willow Wilson: il significato della parola “fede”, il peso della diversità all’interno di una società che non sembra disposta a concedere alcuno spazio a ciò che tende a uscire dalle righe, il ruolo della tecnologia nelle nostre vite, eccetera, eccetera.
Senza contare il benevolo e salutare sentimento femminista che aleggia su tutta la vicenda come un'irrinunciabile Fata Madrina pronta a elargire i suoi doni di riscatto, empowerment e annullamento totale delle odiose barriere di genere... 

Anche i personaggi, per ora solo abbozzati, recano in sé le premesse di un potenziale estremamente interessante. L’unica cosa che manca al momento, secondo me, è un villain di natura meno generica, un cattivo in grado di rappresentare l’avidità e la corruzione delle forze contro cui combattono Vess e Grix, senza scadere nel solito cliché del mostro-senza-occhi-né-volto che sghignazza fra sé nel bianco asettico di una stanza vuota…
Ho apprezzato molto anche le illustrazioni di Christian Ward, che a parer mio si sposano benissimo con il genere di storia che “Invisible Kingdom” intende raccontare. I suoi esplosivi sprazzi di colore e le sue suggestive rappresentazioni delle pieghe più recondite dello spazio profondo sono riuscite a incantarmi!

Un primo volume estremamente promettente, insomma, che per il momento ha soltanto rafforzato la mia intenzione di continuare a seguire le opere di G. Willow Wilson. Se amate le “space opera” a fumetti, il romanzo "Binti" di Nnedi Okorafor, e pensate che al trend “suore-badass-in-situazioni-ai-confini-della-realtà” finora non sia stato ancora concesso il giusto peso, voi provate a dargli un’occhiata…


 Giudizio personale:
8.0/10




NB: da oggi potete leggere QUI la mia recensione del secondo e terzo volume della serie! ;D

2 commenti:

  1. Da un lato non mi sento particolarmente attratta da questa graphic novel, dall'altro.... “suore-badass-in-situazioni-ai-confini-della-realtà” credo sia qualcosa che non sapevo di volere fino a che non l'ho visto scritto.

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    1. Ahahaha e pensa che non sono neanche stata io a inventarmi il trend! :P
      Ultimamente va di moda cacciare le suore nelle situazioni paranormali più assurde, a quanto pare: da "Gideon the Ninth" a "Sister of the Vast Black", passando per "Warrior Nun" e "Red Sister"! XD

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