venerdì 30 luglio 2021

"Il Regno Invisibile": recensione del secondo e terzo volume della saga a fumetti di G. Willow Wilson e Christian Ward

 


Potete acquistare QUI il terzo volume in italiano


Breve disclaimer: il fatto di trovarmi a scrivere la recensione degli ultimi due volumi de "Il regno invisibile" nel pieno della mia fanatica fissazione per la serie tv "Legends of Tomorrow", con ogni probabilità non giocherà a favore della graphic novel di G. Willow Wilson e Christian Ward! XD

Se dobbiamo metterci a parlare di navi spaziali, donne capitano super-queer ed equipaggi squinternati pronti a tutto pur di difendere il mondo dai cattivi... bè, mi spiace, Miss Wilson: il mio cuore apparterrà sempre alla pazza banda del capitano Lance! *____*

Okay, premesse deliranti a parte XD, adesso parliamo di "Oltre i limiti" e "In altri mondi", rispettivamente secondo e terzo volume della serie sci-fi "Il regno invisibile".

Mesi fa, vi avevo già espresso il mio apprezzamento nei confronti del primo volume della saga, “Seguire la via”.

Un'impressione positiva che gli ultimi due capitoli hanno più o meno confermato, anche se con qualche riserva e un paio di perplessità.

L'ultimo arco narrativo, in modo particolare, mi è parso affrettato e un po’ tirato per i capelli. Il fatto è che le premesse de "Il regno invisibile", secondo me, lasciavano intuire il progetto di un'odissea molto più ambiziosa e complicata, sulla scia di altre famose space opera del calibro di "Saga" o "Li troviamo solo quando sono morti".

Invece, "In altri mondi" tira rapidamente le somme della trama principale e ci propone una conclusione che, per quanto soddisfacente, secondo me non riesce a scongiurare del tutto la temibile etichetta di "occasione sprecata".

Stando così le cose, devo ammettere di aver trovato gradevole e simpatica la lettura de "Il regno invisibile"... ma nulla di più.

Soprattutto perché i personaggi (parlo dei secondari, ma in parte anche delle protagoniste...) si rivelano abbastanza banali e i dialoghi non si discostano mai molto dal flusso delle nostre previsioni.

Come se non bastasse, i drammi etici e religiosi di Vess (che pure occupano una vasta porzione dell'intreccio) tendono a non centrare mai del tutto il bersaglio, complice una caratterizzazione archetipica e un'evoluzione del personaggio riuscita a metà.

Anche la storia d'amore risente molto dell'ermeticità e della vena scostante dimostrate dalla nostra piccola suora spaziale, d'altro canto: di fatto, il legame fra lei e Grix a me non è mai parso particolarmente credibile... né (e forse questo è anche peggio) interessante nel senso più esteso del termine.

Le illustrazioni "spaziali" di Ward, d'altro canto, sono sbalorditive e contribuiscono ad arricchire il worldbuilding di innumerevoli sfumature.

Sospetto anzi che, senza alcune delle sue splendide tavole "a tutta pagina", "Il regno invisibile" non sarebbe riuscito a spingersi molto oltre il confine della didattica e della semplice retorica anti-consumista: invece, la poesia delle immagini di Ward riesce ad amplificare il messaggio di speranza, pace e resistenza trasmesso dai testi di Wilson e a trascendere il regno della pura banalità, per sconfinare piuttosto nel mondo dell’emozione, dello spirituale e della metafisica.

Se amate le avventure nello spazio, le serie tv come “The Expanse” e gli epici scontri in stile in stile Davide e Golia, vi consiglio insomma di tenere questo titolo in grande considerazione. I difetti ci sono, e purtroppo si vedono; ma il ritmo scoppiettante, le dinamiche benintenzionate e la punta di umorismo che interviene spesso a smorzare l’estrema serietà delle tematiche, bastano comunque a rendere la lettura accattivante e mai banale.

 



Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...