Nuova rubrica-contenitore, confezionata ad hoc per parlarvi di alcuni film e serie tv viste sui vari servizi di Video On Demand: da Netflix a NowTv, passando per Prime Video, Disney+ e Apple…
Andiamo a dare un’occhiata da vicino alla prima “tripletta” di titoli! ;D
Crudelia
(Disney+)
Nonostante il mio amore smodato per i cani (ne ho sempre
avuti intorno almeno un paio...), da ragazzina non ero legata in modo
particolare al film “La Carica dei 101”. Crudelia, però, è un sempre stata un
mito; un’icona diabolica, il secondo spauracchio disneyano per antonomasia dopo
Malefica.
Magari è per questo che l’idea di un film ispirato
interamente al suo personaggio mi intrigava così tanto; e il coinvolgimento nel
progetto di Emma Stone non ha certo
guastato!
Alla resa dei conti, credo che “Crudelia” sia uno dei film in live
action più sorprendenti, eleganti e divertenti che la Disney abbia mai
messo in cantiere. Più o meno alla pari con... Ah, non mi dire? Ebbene sì: “Maleficent”
del 2014! XD
Conta sicuramente qualcosa il fatto che, come nel caso della
pellicola diretta da Robert Stromberg, fin dall’inizio “Crudelia” non si sia proposto di essere una fedele trasposizione
con attori in carne e ossa del celebre cartone animato, né un prequel
remotamente compatibile con gli sviluppi degli eventi che tutti conosciamo.
“Crudelia”, in
effetti, è un vero e proprio retelling!
Una villain origin story
accattivante, fascinosa e ricca di brio.
In questa versione, Estella/Cruella
è una stilista geniale ma anche un
po’ squilibrata, una giovane donna amante dei cani e affetta da quella che
sembra, a tutti gli effetti, una leggera forma di sindrome bipolare.
La trama mescola abilmente elementi dalle inconfondibili
tonalità dark in stile “Lemony Snickets”, ad altri che
sembrano rimandare alla comicità de “Il Diavolo Veste Prada”, o
addirittura alla follia del “Joker”.
Ovviamente, il tutto calato all’interno di un contesto
adatto al pubblico dei giovanissimi… anche se sospetto siano stati soprattutto
i più grandicelli ad apprezzare il film!
Come dite?
Ancora non siete convinti?
Allora aggiungete al quadro un cast di primordine: oltre a una Emma Stone in forma smagliante,
infatti, vale senz’altro la pena di citare l’altra, immensa Emma (Thompson) che ha preso parte alla
pellicola, nei panni della mefistofelica Contessa…
Fantasy Island
(NowTv o SkyGo)
Non avevo mai sentito parlare della serie tv “Fantasilandia”,
una vecchia produzione da cui pare che il recente film horror targato Blumhouse sia stato ispirato, ma probabilmente
questa non giungerà come una grossa sorpresa: dopotutto, nel “lontano” 1978 mio
padre aveva soltanto 15 anni, la mia mamma a malapena 13!
Per chi non lo sapesse, il “Fantasy Island” diretto
da Jeff Wadlow ha una trama elementare, che più elementare
non si può: un gruppo di sconosciuti accetta l’invito di un miliardario (Michael Peña) a trascorrere un periodo
sulla sua misteriosa isola privata; un posto magico in cui – gira voce – qualsiasi
desiderio, per quanto surreale o impossibile possa sembrare, è destinato a
diventare realtà.
Sembra un po’ una premessa in stile “Nine Perfect Strangers”, per
chi lo stesso seguendo; esattamente come in quel caso, non è tutto oro quello
che luccica: ben presto, infatti, i malcapitati ospiti cominciano a
sperimentare inquietanti allucinazioni
e a subire le disturbanti implicazioni dei loro sogni a occhi aperti.
Come recita il saggio proverbio: “Stai attento a ciò che
desideri... perché potrebbe avverarsi!”.
La prima metà di
“Fantasy Island” è… Come potrei
definirla? Prevedibile? Raffazzonata?
Imbarazzante?
La catena di eventi è più meno quella che potreste
aspettarvi, gli unici personaggi simpatici sono i “bro” decerebrati J. D. (Ryan Hansen) e Brax (Jimmy O. Yang), e in generale gli
sforzi del cast si dimostrano terribilmente inadeguati (incluse le protagoniste
Maggie Q e Lucy Hale).
La seconda metà
del film, fortunatamente, si conferma più interessante.
I colpi di scena, se non altro,
cominciano a susseguirsi a un ritmo
diabolico e, anche se non è detto che riescano a fare sempre centro (sicuramente,
non ai livelli auspicati), bastano almeno a vivacizzare la visione e conferire
un certo brivido di adrenalina al momento del climax.
In definitiva, una pellicola senza troppe pretese, insomma; si
lascia guardare, intrattiene e regala quei quattro o cinque momenti di
autentico cringe misto a risate.
Che è sicuramente più di quanto si possa dire a proposito di
“Obbligo
o verità”, il precedente lavoro di Wadlow.
The Protégé
Film d’azione diretto da Martin Campbell che, sospetto, gli appassionati del genere
troveranno interessante.
Pur senza discostarsi troppo dal filone “donne
assassine che te le suonerebbero anche bendate e con una mano legata dietro la
schiena”, la sceneggiatura riesce a ribaltare un paio di cliché con grazia e disinvoltura.
Le scene d’azione,
girate con competenza da un autentico “veterano” del settore (ricordiamo che,
fra le altre cose, Campbell ha diretto “Vertical Limit” e “La
Maschera di Zorro”), da un punto vista prettamente visivo offrono un
discreto spettacolo.
Fortunatamente, anche il rapporto mentore/allieva che viene
a instaurarsi fra la protagonista del film, Anna (interpretata da Maggie Q) e il suo reclutatore, Moody (Samuel L. Jackson), risulta abbastanza
solido, convincente al punto da garantire allo spettatore una salutare dose di coinvolgimento emozionale.
Ciò premesso, non ho
apprezzato “The Protégé” tanto
quanto mi aspettavo.
Come mai?
C’è decisamente qualcosa
che stona in questo film; anche se, effettivamente, risulta piuttosto ostico
cercare di spiegare cosa e perché.
Forse sono stati i
piccoli dettagli, pagliuzze che hanno contribuito a sottrarre o attribuire
sfumature di significato a determinati elementi in maniere impreviste (e non del tutto
gradite).
Diciamo che, ad esempio, vedere il grande Micheal Keaton nei panni dell’interesse romantico (un ruolo
chiacchierino, “fisico” e pieno di ammiccamenti in stile Tom Cruise...) mi ha
fatto un po’ di tristezza; a questo proposito, magari, qualcuno riuscirà a spiegarmi
anche perché Samuel L. Jackson, che all’anagrafe conta soltanto tre anni più lui,
in questo film interpretava il ruolo del vecchietto con un piede già
sprofondato nella fossa, mentre Keaton era “il brillante pupillo” di un boss della mala (?).
In secondo luogo, penso che, nel corso di questo film,
Campell si sia deliberatamente lasciato
sfuggire almeno un paio di buone occasioni e personaggi.
Ad esempio, il villain
principale di “The Protégé” è…
Chi è diavolo è questo tizio, in realtà?
XD
Un tale; il classico maschio bianco attempato affamato di
potere, e capirai che novità?
Il tragico passato di
Anna, poi, rappresenta un’altra carta sprecata. Nonostante la presenza dei
flashback, e il tema (appena accennato) del trauma causato dalle brutali esperienza
di guerra, gli sviluppi del secondo atto riducono tutto all’ennesima sottotrama che non porta da nessuna
parte.
La protagonista ha dei demoni
interiori, generati dalle brutali esperienze sperimentate nel corso della
sua infanzia?
Sicuramente.
Si ritrova forse ad affrontarli, nel corso di questo film?
O, almeno, ad esserne intralciata o influenzata in qualche modo?
Mmm... Non credo proprio.
Ma allora, caro Campbell... Che cosa li hai tirati in ballo
a fare?! XD
Crudelia, a sorpresa, l'ho adorato!
RispondiEliminaSai che a me è successo lo stesso? :D
EliminaMi ha proprio sorpreso! *___*
Cruella l'ho A M A T O! Ma quei vestiti stupendi?? Ho amato tantissimo soprattutto l'ambientazione e la colonna sonora azzeccatissima oltre che per le dinamiche tra personaggi ** Non vedo l'ora di vedere il seguito!
RispondiEliminaHai ragione al 100%: colonna sonora e costumi sono a dir poco irresistibili, e i personaggi secondari degni dei più grandi film per l'infanzia! *___*
EliminaCi sarà il sequel, quindi? Wow... sono felicissima, anch'io lo vedrò con tanta gioia! <3