“The Pariah” è il primo libro della nuova trilogia low fantasy “Covenant of Steel” di Anthony Ryan.
Un romanzo adrenalinico
e ricco d’azione, che segue una trama dall’impronta molto classica: la storia
di formazione di un ragazzo, cresciuto dai banditi,
che a poco a poco arriva a trasformarsi in un guerriero-scriba destinato a sconvolgere gli equilibri del mondo...
La trama
Alwyn Scribe è
nato nel tormentato regno di Albermaine.
Dopo che il gestore del bordello in cui lavorava sua madre
lo butta fuori a calci nel posteriore, il ragazzo finisce nel bosco e rischia
seriamente di morire di fame, o magari divorato dai lupi.
Per sua fortuna, il capo di una banda di predoni decide di prenderlo sotto la sua ala e di
offrirgli un posto in squadra.
Lesto di comprendonio e abile con la spada, Alwyn è più che
soddisfatto della sua situazione: si gode la libertà dei boschi e il cameratismo
dei suoi compagni ladri.
Ma un atto di
tradimento insospettabile deraglia completamente il corso della sua vita,
scaraventandolo su un sentiero di sangue
e vendetta che lo costringerà a indossare i panni del soldato reale.
Chiamato a combattere sotto lo stendardo di Lady Evadine Courlain, una nobildonna
assediata dalle visioni di un imminente apocalisse
demonico, Alwyn dovrà sopravvivere alla guerra e ai letali intrighi
intessuti dalle casate nobiliari.
Ma mentre forze di ogni tipo, arcane e umane, si uniscono a ostacolare l’ascesa di Evadine, Alwyn
dovrà fronteggiare la scelta più difficile di tutte: può davvero definirsi un guerriero?
O un tipo come lui è destinato a restare un fuorilegge per sempre?
Attraverso Alwyn
Di “The Pariah” ho
amato soprattutto due cose:
a) Il ritmo avvincente,
che ti tiene sul filo del rasoio
perfino nei momenti in cui, apparentemente, l’intreccio prende a imboccare dei
sentieri un po’ dispersivi;
b) L’incredibile immersività
della narrazione. Di solito, l’uso della prima
persona si sposa maluccio con lo sword
and sorcery, ma Anthony Ryan riesce a gestirlo talmente bene da trasformare quello
che avrebbe potuto benissimo rappresentare un limite, in uno dei maggiori punti di pregio del romanzo!
Alwyn, di per sé, è un personaggio convincente, un connubio
di vizi e virtù abbastanza riconoscibili.
Ma, in realtà, credo che Ryan sia da lodare soprattutto per
la sua capacità di creare un protagonista in cui è facilissimo immedesimarsi...
più che altro perché l’autore riesce ad azzeccare il perfetto equilibrio fra “anonimo” ed “eccessivamente specifico”,
permettendo ai suoi lettori di riempire gli spazi vuoti con la propria personalità e immaginazione.
E, ovviamente, di calarsi nei panni della voce narrante al
100%, arrivando ad “osservare” ogni singolo dettaglio dell’ambientazione, della
storia e dei comprimari attraverso il suo sguardo; quasi come se stesse
giocando a uno di quegli incalzanti sparatutto
rpg in prima persona.
A mio avviso, è proprio questa sorta di “simbiosi” spontanea fra lettore e narratore che permette alla lettura di risultare interessante e coinvolgente.
Di per sé, infatti, la trama non brilla certo per originalità;
anzi, potremmo tranquillamente descriverla come un connubio di elementi tratti
dalla leggenda di Robin Hood, dal romanzo
breve “The Armored Saint” di Myke Cole e dalle (onnipresenti) “Cronache
del Ghiaccio e del Fuoco” di George R. R. Martin.
Fra storia medievale e stregoneria
L’introduzione dell’elemento
fantastico, in questo primo volume, avviene con il contagocce, e comunque
non prima che il lettore abbia fatto fuori una metà abbondante delle sue pagine.
Sotto certi aspetti, in effetti, si potrebbe quasi dire che “The Pariah” abbia un’impostazione più
vicina a quella del romanzo storico.
Quasi.
Se il finale del
libro ci insegna qualcosa, è che questa situazione cambierà nel corso dei prossimo volumi: le visioni di Lady Evadine
arriveranno sicuramente ad assumere un ruolo centrale, e mi aspetto che lo
stesso valga per la figura della “strega
del sacco” (uno dei comprimari più suggestivi e misteriosi presentati nell’arco
di questo primo tomo).
Per quanto riguarda i personaggi
femminili... Bè, tagliamo la testa al toro e diciamolo subito: nel libro di
Anthony Ryan, ogni donna ha l’aspetto di una divinità dell’amore e tende a farsi portatrice di un carico di sensualità non indifferente.
Ma nulla di tutto questo contribuisce a limitare l’estensione
del loro ruolo (anzi!), né impedisce a Ryan di regalarci un cast femminile interessante, combattivo e
denso di sfumature: Evandine, Lorine, Toria, la strega, una certa ragazza “dal
coltello facile”... ciascuna di queste donne
straordinarie meriterebbe il diritto al ruolo di “leading star” in uno
spin-off a parte!
In conclusione: “The Pariah” è un romanzo brutale, sanguinoso, intrigante e ricco
di sottotrame, che ha tutte le carte
in regola per piacere ai fan di autori come John Gwynne, Mark Lawrence o Jenn Lyons.
Il primo libro di Anthony Ryan che abbia mai letto...
State pur certi che non sarà l’ultimo!
Le tue recensioni (e i tuoi gusti) sono sempre una certezza quando sono alla ricerca di qualche libro da inserire nella mia infinita wish list XD
RispondiEliminaQuesto sembra davvero notevole, non fosse che sto già aspettando l'uscita di alcuni titoli in italiano lo avrei preso al volo.
Oh, wow... grazie infinite, Kate! *__*
EliminaLa situazione è senz'altro reciproca, fra l'altro! :D
Io mi sto talmente abituando all'inglese, che in pratica non entro in libreria da due mesi (accidenti a me!! XD). Però prenderò senz'altro la nuova uscita di Manlio Castagna, e probabilmente anche la nuova edizione Mondadori di Fionavar! ^__^