sabato 7 aprile 2018

"Non Bussate a Quella Porta" (recensione film horror 2017)





La trama di “Non Bussate a Quella Porta”, film horror diretto dal regista gallese Caradog W. James, mi ha sempre incuriosito. Perciò, non appena la pellicola è entrata a far parte del sempre più nutrito catalogo di titoli disponibili su Netflix, ho deciso che non mi sarei lasciata sfuggire l’occasione di dargli un’occhiata.

Tutto ha inizio il giorno in cui la giovane e incosciente Chloe (Lucy Boynton) si lascia trascinare dal fidanzato Danny (Jordan Bolger) e accetta di intraprendere una sciocca prova di coraggio: secondo una tradizione locale, infatti, lo spirito di un’anziana pluriomicida infesta ancora il luogo dove la megera dimorava prima di lasciare questo mondo.
Chiunque si dimostri abbastanza temerario da bussare due volte alla porta della sua fatiscente e inquietante catapecchia, correrà dunque il serio pericolo di incappare nelle ire ultraterrene della strega!
Dopo essersi attirati una lunga serie di sciagure, gli incauti adolescenti finiranno quindi per cacciarsi in guai molto seri. Anche se a malincuore, la recalcitrante Chloe deciderà di rivolgersi a sua madre Jess (Katee Sackhoff), una scultrice di successo con cui la ragazza intrattiene un rapporto abbastanza complesso, in cerca di aiuto, sostegno e protezione.

A mio personale modo di vedere, “Non Bussate a Quella Porta” è un film tetro, dalla fotografia volutamente sgranata e dall’atmosfera straordinariamente opprimente. La sceneggiatura si concede qualche vistoso scivolone di stile qua e là, e la regia finisce con il balzellare da un registro all’altro in maniera abbastanza incoerente. Lo sviluppo della storia, in ogni caso, mi ha ricordato un po’ una sorta di via di mezzo fra i brividi a buon mercato di “Lights Out”, la serie tv “Requiem” e gli eccessi sproloquianti di “Pay The Ghost”… anche se, forse, nell’arco della seconda metà del film la creatura di James tende a scivolare un po’ troppo verso la ridicola e inappropriata seriosità dei toni di quest’ultimo. Mi piace inoltre pensare che il tema cruciale del rapporto madre/figlia avrebbe potuto garantire a “Non Bussate a Quella Porta” quella sorta di piccola marcia in più, se soltanto le due attrici principali si fossero rivelate un po’ più in gamba e capaci di instaurare sul set anche solo un pizzico di sintonia creativa.

Ad ogni modo, il finale di a “Non Bussate a Quella Porta” si è rivelato (relativamente) inaspettato, e già questo per me rappresenta un grande vanto. Ho anche apprezzato i vaghi (ma numerosi) riferimenti a una certa figura stregonesca tipica del folclore slavo, vale a dire la malandrina Baba Yaga, alias una delle mie creature mitologiche preferite (almeno da quando ho letto gli straordinari romanzi a tema firmati dalle geniali autrici fantasy Naomi Novik e Katherine Arden. E, vi prego, non fatemi neanche iniziare a parlare della brama smodata che mi pervade al solo pensiero di mettere le mani sull’imminente “Finding Baba Yaga” di Jane Yolen!!!).


In estrema sintesi: Mediocre rivisitazione di una classica leggenda metropolitana. I riferimenti a una particolare figura della mitologia slava – per quanto decontestualizzati e plasmati dalle solite necessità di copione - si fanno senz’altro apprezzare, assieme alla sorprendente vitalità di alcune svolte narrative. Ma la pesantezza dell’atmosfera, combinata a un’agghiacciante rigidità espressiva e a una certa grossolanità riscontrabile nell’esecuzione, finiscono con il rendere “Non Bussate a Quella Porta” una visione abbastanza trascurabile.



4 commenti:

  1. Per alcuni aspetti mi incuriosisce, però non sono una grande fan dell'horror ^^"
    Non conoscevo il mito di Baba Yaga, ma andrò ad informarmi per bene, anche perché "Cuore Oscuro" della Novik è nella mia wishlist!

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    1. La cosa che più mi piace della leggenda di Baba Yaga è che questa strega, in realtà, è una figura moooolto ambivalente: a volte può scegliere di agire dalla parte del Bene e aiutare il protagonista con i suoi saggi consigli, il giorno dopo volgersi verso il Male e interpretare la parte del demone più saggio e spaventoso... In ogni caso, trovo la sua personalità estremamente affascinante, a prescindere dal film! :)
      PS: "Cuore Oscuro" è stupendo... leggilo, mi raccomando! *___*

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  2. Potrei evitarmelo, anche se quello è un mito di cui vorrei saperne anch'io qualcosa di più. :)

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    1. Il film cita solo un aspetto della leggenda, Mik, facendo riferimento al lato più oscuro e "demoniaco" di Baba... Se mai dovesse venirti voglia di concederti un libro fantasy, tieni presente "Cuore Oscuro" di Naomi Novik: è un romanzo stupendo, infinitamente più ricco e affascinante di questo trascurabile filmetto horror! :)

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