“Freaks - Una di noi" è un film originale Netflix, sbarcato di recente sulla
piattaforma streaming più famosa del globo.
Potremmo inserirlo all'interno del filone "supereroi un po' sfigatelli cercano di
trovare se stessi"; da questo punto di vista, a me la pellicola ha
ricordato molto più "Kick-Ass"
o "Defendor" , che non
"X-Men" o "Lo chiamavano Jeeg Robot".
Wendy (Cornelia
Gröschel) è una schiva e timida cameriera,
una donna sulla trentina che ogni giorno si fa in quattro per garantire una
vita decente al figlio e al marito (un tipo abbastanza a posto, ma che
fondamentalmente riesce a far sembrare Poldo di Braccio di Ferro un pozzo di
scienza). La ragazza, bullizzata dal suo capo e schernita perfino dai figli
undicenni dei suoi vicini, fatica a restare a galla e cerca spesso il conforto
del suo fido lettore CD. La trama di
"Freaks – Una di noi"
comincia a spiccare il volo nel momento in cui Wendy incontra uno strano
senzatetto, Marek (Wotan Wilke Möhring),
che la aiuta a sbloccare dei misteriosi superpoteri rimasti sopiti dentro di
lei sin dai tempi dell'infanzia. Con la complicità di uno strampalato collega di lavoro, un ragazzo ossessionato dai fumetti di nome Elmar (Tim Oliver Schultz), la nostra protagonista comincerà a cercare un modo per mettere le proprie abilità speciali al servizio del bene...
A parer mio, quello di Felix
Binder è un filmetto abbastanza piacevole, divertente, anche se tutto
sommato dozzinale e privo di polpa. I primi trenta minuti in particolare sono
uno spasso, soprattutto grazie al supporto di una sceneggiatura ironica e di un
cast abbastanza in parte. Ho apprezzato soprattutto il villain del film (non scendo nei dettagli per evitare di
spoilerarvi la trama), e le scene
collegate alla scelta del nome e dei vari costumi da supereroe.
Peccato che l'impalcatura di fondo cominci a traballare
molto prima della fine, smorzando l'impatto del messaggio (ogni mamma che lavora è un po' una super-mamma, ammettiamolo...)
e trasformando "Freaks - Una di noi"
nel pilot di una serie tv mancata. A un certo punto, perfino le tonalità si
fanno bipolari: commedia, dramma, commedia, dramma… Come disse una volta la
mitica Penny di “The Big Bang Theory”,
il problema con Netflix è che certe volte guardi una cosa, e non sai bene se
dovresti ridere o piangere.
A volte questa è una cosa buona. A volte no.
Oltretutto, come molti film diretti da registi europei alle
prese con sottogeneri tipicamente hollywoodiani, “Freaks” tende a scimmiottare con entusiasmo parecchie pellicole
appartenenti allo stesso filone, senza mai riuscire veramente a padroneggiare il
materiale di partenza. La mia non vuole essere una stroncatura completa,
badate. Anzi: vi esorto senz'altro a dargli un'occhiata su Netflix (tanto è
incluso nell’abbonamento), anche se a mio avviso una narrazione di tipo seriale
(e prettamente televisiva) sarebbe stata più adatta al soggetto! ^^
Giudizio personale:
6.0/10
Grazie per questa recensione, nonostante non ti abbia entusiasmato sono ugualmente curiosa di vederlo.
RispondiEliminaGrazie mille a te, Stefania! Sono felice che tu abbia ancora voglia di vederlo: dopotutto, potrebbe piacerti molto di più... ^___^
EliminaCiao Sophie! Sembra carino, però non mi convince del tutto! Ci penserò! :)
RispondiEliminaIn previsione di una seratina spensierata, Sara... perché no? ;D
EliminaQuando ci si trova di fronte a film carini ma non entusiasmanti, l'importante è aspettarsi esattamente quello. Credo che lo recupererò, prima o poi, e ti ringrazio per avermi dato delle aspettative realistiche :D
RispondiEliminaGrazie a te, Kate! Spero che ti piacerà! :D
EliminaI prossimi sulla mia lista sono "Old Guard" e "Sto pensando di finirla qui": so che hai apprezzato il primo, ti farò sapere! ^^