“Sto pensando di finirla qui” è un film di Charlie Kaufman – un nome che è già di per sé una garanzia, e che di certo non ha bisogno di alcuna presentazione da parte mia.
Non saprei dirvi a che genere appartenga, o chi siano esattamente i personaggi. Non sono neanche in grado di scrivere una vera e propria recensione: come nel caso del controverso “Madre!” di Darren Aronofsky, ci troviamo alle prese con un’opera troppo complessa e stratificata per le mie modeste risorse. Però c’è una cosa che posso assicurarvi: “Sto pensando di finirla qui” è un film bellissimo, e credo che dovreste assolutamente vederlo!
E’ come se Charlie Kaufman stesse portando avanti una specie
di discorso con il suo pubblico; una lunga dissertazione cominciata anni e anni
fa, con le sceneggiature di “Essere John Malkovitch” e “Il
Ladro di Orchidee”, e portata poi avanti con le due struggenti storie d’amore
in chiave esistenziale “Se mi lasci ti cancello” e “Anomalisa”
(di cui Charlie ha firmato anche la regia). La natura umana, i rapporti di
coppia, il peso della solitudine, le insondabili tortuosità della mente umana…
Se conoscete Kaufman, forse riuscirete a farvi una remota idea di cosa aspettarvi.
Forse. Nel mio piccolo, ritengo che “Sto pensando di finirla qui” sia il suo capolavoro assoluto; il film che riesce
a imbrigliare tutte le potenzialità insiste nel cuore delle sue tematiche e
nelle sue peculiarità stilistiche, nelle sue eccentricità e nel suo innegabile
talento di sceneggiatore.
La trama è un lungo, febbricitante sogno a occhi aperti, di quelli da raccontare alla proprio psicoterapeuta
nel corso di una sessione di analisi particolarmente intensa ed epifanica. E’
anche ciò che fa di questa pellicola una sorta di versione alternativa e in chiave
orrifica di un famoso classico della Pixar; e più di questo, amici lettori,
non posso davvero rivelare! Nonostante la sua struttura “sfilacciata”, ibrida, “Sto pensando di finirla qui” può contare
sul fattore dell’emotività al cento
per cento; raramente mi è capitato di commuovermi così tanto, durante la
visione di un film. Non soltanto per le interpretazioni degli ottimi interpreti
(Jesse Plemons e Jessie Buckley nei ruoli principali,
gli immensi Toni Collette e David Thewlis in quelli di supporto),
ma anche per i memorabili dialoghi,
le scene in auto durante la bufera e quelle a casa dei genitori di Jake, il
personaggio di Plemons; quelli scambi pieni di silenzi e carichi di sottintesi
che risultano in realtà fin troppo eloquenti, e che parlano con la psiche dello
spettatore in un modo che ha qualcosa di preternaturale. Come se Kaufman avesse
strappato via quelle voci da dentro la
tua stessa testa, per trasporle poi nel contesto di un grande, surreale e
bizzarro esperimento cinematografico.
Last but not least,
la straordinaria commistione di elementi
tratti dai più disparati generi
cinematografici, dal thriller alla commedia romantica, passando per l’horror
e per il musical.
Ora… Sospetto che “Sto
pensando di finirla qui” sia un film che piacerà (e comunicherà emozioni) soprattutto
agli introversi. Per buona parte
della visione ho continuato a pensare “Oddio,
ma c***o sto guardando?!”, salvo poi sentire la frase “'There is kindness in the world. You have to search for it, but it's
there” e cominciare a versare fiumi e fiumi di lacrime, senza neanche
sapere bene il perché. Credo che lo stesso accadrà a tutte le persone come Jake,
come la sua fidanzata, come me,
abituate a vivere dentro la propria testa per i tre quarti del tempo perché sì… certe volte la superficialità, la
freddezza e la fretta del mondo esterno ci feriscono. Se non avessimo un’oasi
in cui rifugiarci, probabilmente nessuno di noi arriverebbe all’età adulta.
Guardate questo film. Quando avrete tempo, quando vi sentirete particolarmente serafici e tranquilli. Come sempre, mi troverete qui ad aspettare le vostre impressioni! ^^
"I’m thinking of ending things. Once this thought arrives, it stays. It sticks, lingers, dominates. There’s not much I can do about it, trust me. It doesn’t go away. It’s there whether I like it or not. It’s there when I eat, when I go to bed. It’s there when I sleep. It’s there when I wake up. It’s always there. Always."
ciao sophie!!
RispondiEliminail libro da cui è tratto il film ce l'ho in wishlist da quando è uscito, ma finora ne ho sempre rimandato la lettura.
Quindi il film mi pare di capire che meriti! vedrò di recuperarlo!
Secondo me merita sicuramente, Angela! :D
EliminaAdesso ho anch'io una gran voglia di recuperare il libro: mi sa che mi toccherà escogitare l'ennesima aggiunta in wish-list, ehehe! XD
Non vedo l'ora di avere quelle due ore di tempo necessarie a vederlo senza interruzioni *^*
RispondiEliminaBrava, Kate! ^^
EliminaÈ un po' lungo, ma vale senz'altro la pena guardarlo in un'unica seduta! ;D
Ciao Sophie! Non conoscevo questa storia, però ne parli talmente bene che mi hai messo un sacco di curiosità! :)
RispondiEliminaÈ un film particolarissimo, Sara... A mio avviso, un piccolo capolavoro! :)
EliminaAmato moltissimo.
RispondiEliminaIdem! <3
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