lunedì 26 ottobre 2020

Recensione: "A Deadly Education", di Naomi Novik


The Scholomance, Vol. 1

Potete acquistarlo QUI in inglese

"Alla Scholomance non ci sono insegnanti , non ci sono vacanze e non esistono amicizie, salvo quelle strategiche. La sopravvivenza è più importante di qualsiasi voto, anche perché la scuola non permetterà ai suoi allievi di andarsene fino a quando non si saranno diplomati... o non saranno morti! Le regole sono ingannevolmente semplici: Non camminare per i corridoi da solo. E fai attenzione ai mostri che incombono dappertutto. El possiede una preparazione speciale per superare i pericoli della scuola. Potrà anche essere priva di alleati, ma possiede un potere oscuro abbastanza forte da spianare le montagne e spazzata via milioni di persone. Per El, sconfiggere i terribili mostri che infestano la scuola sarebbe abbastanza facile. L'unico problema? I suoi incantesimi potrebbero facilmente uccidere anche tutto il resto degli studenti..."


Con "A Deadly Education", Naomi Novik torna a incantare i suoi lettori con una nuova serie fantasy young adult. A tutti gli amanti del tema "scuole magiche e affini" (mi raccomando: non dimenticate di approfondire l'argomento QUI!), l'autrice di "Cuore Oscuro" e "Temeraire" dedica la sua fatica più recente: una trilogia ambientata in un'accademia di magia talmente pericolosa e oscura che, al confronto, una passeggiata nella Foresta Proibita di Hogwarts sembra una scampagnata nel parco!

La Scholomance introdotta dalla Novik in questo "A Deadly Education" trae ispirazione dall'omonima scuola di stregoneria di cui parla il folclore transilvano, citata più volte anche da Bram Stoker all'interno del suo "Dracula". La tradizione vuole che la Scholomance sia diretta dal Diavolo in persona; nella versione della Novik, invece, l'Istituto è praticamente un personaggio a sé, dotato di una sua malevola volontà e disposto a tutto, pur di trasformare una ciurma di ragazzini immaturi in un implacabile gruppo di uomini e donne pronti a sopravvivere nel vasto mondo lì fuori.

Nel suo lavoro di world building, la Novik offre ai suoi lettori il massimo della sua originalità e del suo estro creativo. La grande forza di "A Deadly Education", secondo me, risiede proprio nella creazione di questo eccentrico, letale, violentissimo mondo magico infarcito di mostri, tranelli e prove da superare. La protagonista/voce narrante è El (diminutivo di Galadriel, grazie all'ottima trovata di una madre  strega-bianca-un-po'-hippie...), una ragazza dotata di poteri magici al suo secondo anno di studi presso la rinomata Scholomance. Dovete capire che, in questo contesto, tutti i maghi hanno un'affinità speciale con una branca o l'altra dell'arte stregonesca: c'è chi riesce ad addestrare famigli, chi sarebbe in grado di sconfiggere bestie a cento teste con una mano legata dietro la schiena, chi costruisce mirabolanti costrutti magici... e poi c'è El, il cui talento innato costituisce nella creazione di originali incantesimi assassini e complessi ordigni finalizzati al massacro e alla distruzione di massa. Eppure El non ha nessuna intenzione di trasformarsi in una dispotica villain, anche perché sa già che, a lungo andare,  la cosa finirebbe con il ritorcersi contro di lei. Si accontenterebbe volentieri di sopravvivere ai tre anni necessari a diplomarsi, nonché di arrivare alle soglie della vita adulta con un briciolo di sanità mentale ancora intatta... peccato che il suo corpo traditore continui a evocare per lei sinistri presagi, grimori proibiti e raggelanti incantesimi dall'Oltretomba!

Come avrete intuito, "A Deadly Education" ci regala una spettacolare metafora dell'adolescenza (e della vita sociale, un po' in generale...), con tutto il suo devastante carico di bisogni, dubbi, prime esperienze e insicurezze. Perno centrale della narrazione è il tema dell'amicizia, descritta - in  estrema sintesi - come quell'unica forza al mondo in grado di rendere tollerabile un'esperienza che, di per sé, potrebbe facilmente rivelarsi in grado di annientare l'anima del più socievole e diligente degli studenti: le raccappricianti scuole superiori.

Fra i personaggi che ho amato di più, vale senz'altro la pena citare l'intraprendente "artificiera" Adiya e la deliziosa maghetta nera Liu, anche se probabilmente basterebbero la graffiante ironia e il contagioso senso dell' umorismo dell'eroina riluttante El a rendere il romanzo un esilarante concentrato di divertimento e azione. Senza contare che sono proprie le complicazioni generate dal costante conflitto interiore di Galadriel ("Sono una cattiva persona? Quanto di me posso lasciar vedere agli altri senza che loro si mettano a gridare "al mostro!" e scappino via urlando?") a tenere alta l'attenzione del lettore per buona parte del libro e a permettergli di simpatizzare con la quest principale e con le numerose sottotrame.

Purtroppo non posso dire di aver apprezzato ogni singola scelta stilistica intrapresa dalla Novik, e onestamente ritengo che la sua tecnica (soprattutto nel primo atto del romanzo) in alcuni punti lasci vagamente a desiderare. L'autrice, ad esempio, comincia a narrare la sua storia in "medias res", scaraventandoci direttamente al centro di un'ambientazione e di una situazione che, almeno all'inizio, secondo me qualsiasi lettore farebbe fatica a seguire. Per compensare questa mancanza di informazioni, la Novik infarcisce le successive 50 pagine di infodump e caotici retroscena legati all'infanzia di El e alla genesi della scuola, finendo solo per disorientare chi legge ancora di più.

Come se non bastasse, il personaggio di Orion Lake (presunto antagonista/ lapalissiano interesse romantico) non mi ha convinto neanche un po'. La Novik sembra puntare molto su di lui, eppure a me l'eroe senza macchia e senza paura della scuola pare più che altro una sorta di proto-Drago (se avete letto "Cuore Oscuro", sapete a cosa mi sto riferendo...), piazzato lì tanto per "banterare" un po' con la protagonista e risvegliare i suoi ormoni al momento opportuno.

Promettente, invece, l'accenno alla tematica del privilegio e dell'ineguaglianza sociale. Malgrado i toni leggeri e scanzonati,"A Deadly Education" rappresenta, infatti, una sorta di versione YA del nerissimo romanzo fantasy per adulti "Vita Nostra" di Maryna e Serhiy Dyachenko. Non sono sicura che soddisferà tutti, ma io l'ho trovato notevole - anche se, lo confesso, profondamente diverso da ciò che mi aspettavo.


Giudizio personale:

8.0/10

8 commenti:

  1. Ne ho sentito parlare molto, in questi giorni, però nonostante tutto devo ammettere che non mi attira al 100%
    Magari in futuro gli darò un'occasione :)

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    1. E' un libro un po' particolare, nel senso che le tecniche impiegate, in questo periodo, non vanno esattamente per la maggiore. Però il risultato finale è notevole, secondo me! :)

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  2. Nemmeno a me attira molto, ricordo che Cuore Oscuro non mi aveva convinto per niente e credo che la mia titubanza con questo libro sia dovuta proprio a questo!

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    1. Come sai, "Uprooted" è uno dei miei libri preferiti, e secondo me purtroppo "A Deadly Education" non riesce assolutamente a reggere il paragone... Però, considerando il fatto che a te "Cuore Oscuro" in realtà non è piaciuto affatto, magari dal tuo punto di vista questo potrebbe rivelarsi un fatto positivo, chi lo sa! Ehehehe! ;D

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  3. Ciao Sophie! Sto sentendo parlare molto di questo libro e mi ispira!

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    1. A me è piaciuto, Sara! Non credo sia per tutti, perché è scritto in modo un po' particolare... ma sospetto che i fan di "Harry Potter" apprezzeranno! ;D

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  4. nonostante i difetti sembra assolutamente fighissimo *w*

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    1. Secondo me, lo è! Fammi sapere se riesci a trovarlo! ;D

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