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«Casa nostra spesso era piena di letterati e artisti eminenti» raccontano i figli di Shirley Jackson. «Si tenevano feste leggendarie e partite a poker con pittori, scultori, musicisti, compositori, poeti, insegnanti e scrittori di ogni genere. Ma il suono della sua macchina da scrivere non mancava mai, la sentivamo battere sui tasti fino a notte fonda». E da quell’ostinato ticchettio della Royal di mamma Shirley usciva a getto continuo una produzione che ha pochi paragoni: celebri romanzi dell’orrore come L’incubo di Hill House e clamorose perle nere come La lotteria, certo, ma anche una mole imponente di racconti destinati a rimanere a lungo sconosciuti – e che solo trent’anni dopo la morte della Jackson verranno alla luce, con un coup de théâtre degno di una delle sue storie: alcuni estratti da uno scatolone ritrovato in un fienile del Vermont e spedito senza preavviso alla famiglia, e altri, moltissimi altri, scoperti alla Library of Congress di Washington e alla San Francisco Public Library. Racconti di cui questo libro offre una ricca scelta, dove il lettore troverà non solo il thriller nero e la fiaba gotica di cui la Jackson è riconosciuta maestra, ma anche – e sarà una gradita sorpresa – commedie surreali, sketch stranianti, comici quadri familiari, esplorazioni della psiche, con fulminanti incursioni nei territori di confine tra normalità e follia. E sempre sarà felice, il lettore, di lasciarsi inghiottire dagli ingranaggi di una macchina narrativa di diabolica perfezione.
Sapete già che adoro Shirley
Jackson, vero?
La notizia dell’uscita de “La Luna di Miele di Mrs Smith”,
nutrita collezione di racconti
firmati dall’autrice di “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello”
e “L’Incubo di Hill House”, mi ha reso felice come nessun altro annuncio libroso
italiano del 2020. Non vedevo l’ora di tornare a immergermi nelle sue atmosfere surreali, sopraffatta dal
desiderio di lasciarmi catturare, una volta ancora, dalla sua penna sagace e
magnetica. Senza stare qui a girarci intorno, vi dirò che questo sua “nuova”
opera, proposta dalla Adelphi a più
di cinquant’anni di distanza dalla sua scomparsa, non ha fatto altro
che confermarmi lo smisurato talento di un’autrice che ogni lettore dovrebbe provare, almeno una volta nella vita.
Il range di generi e
tonalità compresi all’interno de “La
Luna di Miele di Mrs Smith” è vasto e variegato. I miei racconti preferiti –
ovviamente – sono stati quelli che tendono a virare un po’ più sull’horror e sul fantastico; ma la verità è che perfino alcuni brani di stampo più “quotidiano”,
narrati dal punto di vista di personaggi apparentemente ordinari e ben inseriti all’interno dei corrispettivi contesti
sociali, sono riusciti a imprimersi nella mia immaginazione in maniera preziosa e indelebile. La Jackson, del
resto, ha basato gran parte della sua carriera proprio sulla sua impareggiabile
capacità di analizzare, decostruire e sgretolare le fondamenta di quelli che,
agli occhi dei contemporanei, sarebbero forse parsi come dei capisaldi assoluti
e incontrovertibili: la famiglia (intesa nel senso più Mulino Bianco e
artefatto del termine), il matrimonio, i rapporti di buon vicinato, la
definizione del proprio ruolo all’interno della società, la presunta integrità
dell’io.
In ciascuno di questi racconti, o quasi, la Jackson ci
scaraventa all’interno di una situazione “normale”, quasi uno sketch di vita domestica; dopodiché, con dedizione e perspicacia, l’autrice sovrappone
a questi idilliaci squarci la sua personalissima lente di ingrandimento e introduce una dissonanza – nella maggior parte dei casi, basta la voce ansiosa e stupefatta
di un narratore inaffidabile. Da
quel momento in poi, il senso di straniamento
che assalirà il lettore riuscirà a trasformare la più pacifica e innocua
delle situazioni in un thriller mozzafiato, in una distopia dalle tinte
oniriche, in una commedia surreale dai contorni esilaranti e sfumati.
Ho adorato, in modo particolare, il racconto che presta il
titolo alla raccolta – anzi, il doppio
racconto che presta il titolo alla raccolta, dal momento che il libro
contiene ben due versioni de “La Luna di
Miele di Mrs Smith”; le storie vanno assolutamente lette l’una dopo l’altra,
per raggiungere il massimo degli effetti possibili, quindi vi consiglio
assolutamente di non fermarvi a riprendere il fiato dopo aver finito il primo. Del
resto, anche le disavventure della misteriosa Miss X, a spasso per le strade alienanti e disturbate di New York,
mi hanno lasciato completamente a bocca aperta. Credo che questo racconto
rappresenti un’eco di “Lizzie” molto caratteristica e
particolare; laddove le novellette dedicate, rispettivamente, a una certa cartomante improvvisata e a un’annoiata casalinga/scrittrice/alter
ego della stessa Jackson non possono fare a meno di ricordarci, invece, le tendenze escapiste e deliranti della Eleanor Vance che tutti noi fan dell’autrice amiamo e conosciamo.
Se avete letto “La Lotteria”, in parte, sapete già cosa aspettarvi. Ma “La Luna di Miele di Mrs Smith”, a parer mio, garantisce un’esperienza di lettura molto più arguta, coinvolgente e stimolante – che non è dire poco. Un grande libro, insomma, che mi ha reso felice e mi ha permesso di cominciare questo 2021 di letture nel migliore dei modi possibili.
Sembra davvero una raccolta imperdibile, mi frena solo il non essere una grande appassionata di racconti... dici mi conviene proseguire con i romanzi, o provare con questo?
RispondiEliminaVai prima giù con i romanzi, e poi magari prova con "La Lotteria", Kate. E' un libricino breve, non costa molto e si legge in poche ore; ti potrebbe aiutare a farti un'idea dei qualità dei racconti della Jackson... anche se molti di questi contenuti ne "La Luna di Miele", secondo me, sono di qualità addirittura superiore! ^^
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