domenica 10 gennaio 2021

Recensione: "La Luna di Miele di Mrs Smith", di Shirley Jackson

 


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«Casa nostra spesso era piena di letterati e artisti eminenti» raccontano i figli di Shir­ley Jackson. «Si tenevano feste leggenda­rie e partite a poker con pittori, scultori, musicisti, compositori, poeti, insegnanti e scrittori di ogni genere. Ma il suono della sua macchina da scrivere non mancava mai, la sentivamo battere sui tasti fino a notte fonda». E da quell’ostinato ticchet­tio della Royal di mamma Shirley usciva a getto continuo una produzione che ha po­chi paragoni: celebri romanzi dell’orrore come L’incubo di Hill House e clamorose perle nere come La lotteria, certo, ma an­che una mole imponente di racconti de­stinati a rimanere a lungo sconosciuti – e che solo trent’anni dopo la morte della Jackson verranno alla luce, con un coup de théâtre degno di una delle sue storie: alcu­ni estratti da uno scatolone ritrovato in un fienile del Vermont e spedito senza preav­viso alla famiglia, e altri, moltissimi altri, scoperti alla Library of Congress di Wash­ington e alla San Francisco Public Library. Racconti di cui questo libro offre una ric­ca scelta, dove il lettore troverà non solo il thriller nero e la fiaba gotica di cui la Jack­son è riconosciuta maestra, ma anche – e sarà una gradita sorpresa – commedie sur­reali, sketch stranianti, comici quadri fa­miliari, esplorazioni della psiche, con ful­minanti incursioni nei territori di confine tra normalità e follia. E sempre sarà felice, il lettore, di lasciarsi inghiottire dagli ingra­naggi di una macchina narrativa di diabo­lica perfezione.


Sapete già che adoro Shirley Jackson, vero?

La notizia dell’uscita de “La Luna di Miele di Mrs Smith”, nutrita collezione di racconti firmati dall’autrice di “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello” e “L’Incubo di Hill House”, mi ha reso felice come nessun altro annuncio libroso italiano del 2020. Non vedevo l’ora di tornare a immergermi nelle sue atmosfere surreali, sopraffatta dal desiderio di lasciarmi catturare, una volta ancora, dalla sua penna sagace e magnetica. Senza stare qui a girarci intorno, vi dirò che questo sua “nuova” opera, proposta dalla Adelphi a più di cinquant’anni di distanza dalla sua scomparsa, non ha fatto altro che confermarmi lo smisurato talento di un’autrice che ogni lettore dovrebbe provare, almeno una volta nella vita.

Il range di generi e tonalità compresi all’interno de “La Luna di Miele di Mrs Smith” è vasto e variegato. I miei racconti preferiti – ovviamente – sono stati quelli che tendono a virare un po’ più sull’horror e sul fantastico; ma la verità è che perfino alcuni brani di stampo più “quotidiano”, narrati dal punto di vista di personaggi apparentemente ordinari e ben inseriti all’interno dei corrispettivi contesti sociali, sono riusciti a imprimersi nella mia immaginazione in maniera preziosa e indelebile. La Jackson, del resto, ha basato gran parte della sua carriera proprio sulla sua impareggiabile capacità di analizzare, decostruire e sgretolare le fondamenta di quelli che, agli occhi dei contemporanei, sarebbero forse parsi come dei capisaldi assoluti e incontrovertibili: la famiglia (intesa nel senso più Mulino Bianco e artefatto del termine), il matrimonio, i rapporti di buon vicinato, la definizione del proprio ruolo all’interno della società, la presunta integrità dell’io.

In ciascuno di questi racconti, o quasi, la Jackson ci scaraventa all’interno di una situazione “normale”, quasi uno sketch di vita domestica; dopodiché, con dedizione e perspicacia, l’autrice sovrappone a questi idilliaci squarci la sua personalissima lente di ingrandimento e introduce una dissonanza – nella maggior parte dei casi, basta la voce ansiosa e stupefatta di un narratore inaffidabile. Da quel momento in poi, il senso di straniamento che assalirà il lettore riuscirà a trasformare la più pacifica e innocua delle situazioni in un thriller mozzafiato, in una distopia dalle tinte oniriche, in una commedia surreale dai contorni esilaranti e sfumati.

Ho adorato, in modo particolare, il racconto che presta il titolo alla raccolta – anzi, il doppio racconto che presta il titolo alla raccolta, dal momento che il libro contiene ben due versioni de “La Luna di Miele di Mrs Smith”; le storie vanno assolutamente lette l’una dopo l’altra, per raggiungere il massimo degli effetti possibili, quindi vi consiglio assolutamente di non fermarvi a riprendere il fiato dopo aver finito il primo. Del resto, anche le disavventure della misteriosa Miss X, a spasso per le strade alienanti e disturbate di New York, mi hanno lasciato completamente a bocca aperta. Credo che questo racconto rappresenti un’eco di “Lizzie” molto caratteristica e particolare; laddove le novellette dedicate, rispettivamente, a una certa cartomante improvvisata e a un’annoiata casalinga/scrittrice/alter ego della stessa Jackson non possono fare a meno di ricordarci, invece, le tendenze escapiste e deliranti della Eleanor Vance che tutti noi fan dell’autrice amiamo e conosciamo.

Se avete letto “La Lotteria”, in parte, sapete già cosa aspettarvi. Ma “La Luna di Miele di Mrs Smith”, a parer mio, garantisce un’esperienza di lettura molto più arguta, coinvolgente e stimolante – che non è dire poco. Un grande libro, insomma, che mi ha reso felice e mi ha permesso di cominciare questo 2021 di letture nel migliore dei modi possibili.  

Giudizio personale:

9.3/10 



2 commenti:

  1. Sembra davvero una raccolta imperdibile, mi frena solo il non essere una grande appassionata di racconti... dici mi conviene proseguire con i romanzi, o provare con questo?

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    1. Vai prima giù con i romanzi, e poi magari prova con "La Lotteria", Kate. E' un libricino breve, non costa molto e si legge in poche ore; ti potrebbe aiutare a farti un'idea dei qualità dei racconti della Jackson... anche se molti di questi contenuti ne "La Luna di Miele", secondo me, sono di qualità addirittura superiore! ^^

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