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"Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l'altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori. Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l'Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest'uomo enigmatico è l'unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo. Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l'Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l'Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l'unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso."
“Piranesi” è un libro che sta facendo parlare di sé in lungo e
in largo, sia in Italia che all’estero.
Dopo averlo letto, posso confermarvi che si tratta di un successo meritato. Il libro fantasy di Susanna Clarke è un pezzo raro, un’opera unica e singolare che, in
quanto tale, non ambisce senz’altro a candidarsi come romanzo di intrattenimento
alla portata di tutti. Anzi.
Voglio confessarvi la verità: se “Piranesi” fosse stato lungo 500 pagine anziché 270, probabilmente
non l’avrei finito. Sono sicura che le
prime 100 pagine sarebbero bastate a demoralizzarmi;
in pratica, mi sono “costretta” ad andare avanti soltanto perché sapevo che la seconda metà del viaggio non avrebbe
richiesto un impegno eccessivo, soprattutto in termini temporali.
Le ultime 170 pagine sono state quelle che mi hanno fatto innamorare di “Piranesi”.
Dovete capire che quello della Clarke è un volumetto raffinato, evocativo e dal
gusto squisitamente “bizantino”; in
altre parole, non il genere di lettura che dovreste affrontare se pensate che
le parole “fantasy” e “azione” debbano necessariamente essere collegate.
Togliamoci di torno prima di tutto il “parente scomodo”, e
diciamoci le cose come stanno: “Piranesi” non ha una trama molto solida. Il senso
di mistero e di intrigo che aleggia su buona parte della narrazione aiuta a
compensare un po’ questa mancanza, ma la verità è che qualsiasi lettore di
media esperienza sarebbe in grado di indovinare i presunti “colpi di scena” del
plot nel giro di dieci minuti, forse anche prima.
Per fortuna, “Piranesi”
può vantare innumerevoli altre frecce al suo arco. Prima fra tutte, la straordinaria capacità inventiva della
Clarke, un’immaginazione vividissima
e attenta a ogni più minuto dettaglio; una virtù che permette al lettore di immergersi nelle sublimi atmosfere della Casa
abitata da Piranesi in maniera pressoché integrale.
Leggendo, si ha effettivamente l’impressione di scorrere con
gli occhi le parole di un incantesimo
arcano; l’obiettivo è quello di raggiungere un mondo diverso, ma profondamente collegato al nostro: un regno di archetipi e di miti, di natura
incontaminata e ideali perfetti, di statue immortali e corridoi dilavati dal
ciclo incessante della marea.
Un posto di cui tutti noi abbiamo sempre sognato, e che pure
in qualche modo, da svegli, abbiamo sempre insistito a rinnegare. Un sogno di
calma, d’amore e di gratitudine; di accettazione, di pace e di solitudine, che
affonda profondamente le sue radici nel ricchissimo immaginario della mitologia classica e pagana.
Un posto “altro”, che pure ci appartiene profondamente; quello che intravediamo con la coda dell’occhio
ogni volta che il nostro cuore si riempie di meraviglia, e nei confronti del quale la maggior parte di noi
continuerà a struggersi per il resto
dei suoi giorni.
Da questo punto di vista, “Piranesi” non è tanto un “romanzo”, nel senso canonico del termine;
è soprattutto un inno alla nostra
spiritualità, al nostro mondo interiore; una fantasmagoria di paesaggi ed
emozioni. In un certo senso, è il libro che vorresti “sbattere in faccia” a
tutte quelle persone che continuano ad arricciare il naso e a chiederti: “Ma si può sapere perché sprechi il tuo tempo
a leggere/scrivere fantasy?”.
Bè, ma è esattamente per
questo che lo facciamo, signori e signore! Per sentirci come Piranesi all’interno
di quei corridoi; per trovare la nostra
forza (e la nostra identità) in quell’unico posto incontaminato e lontano
dal chiacchiericcio del traffico, della politica, dei media, che ci permetterà
di ascoltare veramente la nostra voce interiore. Di diventare forti, resilienti
e coraggiosi, perfino nell’ambito di una società (la nostra) che ci
preferirebbe sempre sull’orlo del panico, del materialismo, dell’aggressività,
dell’isteria.
“Piranesi” è un libro
visionario, umanista, elegante, minimalista. È il labirinto di Cnosso; è il
Giardino Perduto di Heligan, la Mano del Deserto di Atacama, il Cerchio di
Stonehenge.
Fra le sue pagine potreste perdervi. Il rischio è concreto, ma la verità è che finireste sempre per ritrovarvi. Perché la Casa forse non appartiene a noi. Ma noi
apparteniamo alla Casa. E senza di Lei… Bè, sospetto che siano sotto gli occhi
di tutti, i risultati! XD
Di base condivido buona parte della tua recensione, però sono tra i lettori a cui non ha fatto impazzire XD
RispondiEliminaTi capisco, Kate! Dopotutto, è un libro particolare: pensa che, per buona parte della lettura, anch'io ho continuato a chiedermi cosa diavolo ci stessero trovando di fantastico tutti questi lettori in giro per il mondo! XD
EliminaPoi, per fortuna, la seconda parte ha portato il risultato a casa! *___*