domenica 28 marzo 2021

Recensione: "The Luminous Dead", di Caitlin Starling

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La Trama

“Quando Gyre Price ha mentito per ottenere un incarico in questa spedizione, pensava che il suo lavoro avrebbe richiesto per lo più la mappatura di siti minerali, e che i suoi più grandi problemi avrebbero avuto a che fare con possibili cedimenti delle caverne o con il malfunzionamento dell’equipaggiamento. Pensava che la paga generosa – abbastanza da permetterle di lasciare il pianeta e rintracciare sua madre – avrebbe comportato un abile team di supporto sulla superficie, pronto a monitorare lo stato della sua tuta e del suo ambiente in ogni momento. Un team che la tenesse al sicuro. Che la tenesse sana di mente.

Invece, Gyre ha avuto Em.

Em non pensa che ci sia nulla di sbagliato nella somministrazione di droghe forzata, o nel fatto di conservare gelosamente per sé parecchi brandelli di informazione vitale. Em sa tutto a proposito delle false credenziali di Gyre, e non si fa nessun problema a usare la cosa a proprio vantaggio. Dopotutto, anche lei ha dei segreti…

Mentre Gyre comincia a inoltrarsi nella profondità della terra, piccole inconsistenze – scorte mancanti, inaspettati cambiamenti del percorso… - cominciano ad allarmarla. Circondata dall’ignoto e dall’oscurità, dovrà superare qualcosa di molto più pericoloso delle difficoltà del terreno o delle mostruose creature giganti che dimorano nel complesso di caverne. Per tornare a casa, dovrà affrontare i fantasmi che vivono nella sua mente.

Eppure, per qualche motivo, Gyre non riesce a scuotersi di dosso la sensazione che qualcuno - o qualcosa - la stia seguendo…"


La Recensione

The Luminous Dead” è l’anello di congiunzione mancante fra il film “The Descent” e il survival horror di Alma Katsu “The Hunger: Gli Affamati”.

Un romanzo d’esordio potente e terrificante, che fa delle parole “paranoia” e “tensione” i propri cavalli di battaglia.

C’è un motivo se la stampa estera ha paragonato l’opera prima di Caitlin Starling a “The Martian” di Andy Weir, o a “Gravity” di Alfonso Cuaron. Anche “The Luminous Dead” è una storia sulla sopravvivenza, un libro che parla soprattutto di fantasmi e mostri della mente. E devo dire che la componente psicologica si sposa alla perfezione con l’ambientazione “aliena” e irta di pericoli di una colonia spaziale ancora parzialmente inesplorata, un territorio ostile e misterioso che riecheggia le insidie sepolte in profondità all’interno della nostra psiche.

Una spirale d’ansia e d’orrore, che costringe la protagonista Gyre a confrontarsi continuamente con le proprie debolezze, con i propri limiti, con i demoni di un passato che sembra seguirla giù per i claustrofobici recessi delle caverne che Em – la sua ambigua datrice di lavoro – le ha ordinato di esplorare.

Gyre è da sola, al buio. Tonnellate di rocce la separano dall’essere umano più vicino; l’unica voce che bisbiglierà al suo orecchio, per settimane, sarà quella della donna che l’ha spedita lì a morire. Una giovane carismatica e spietata di cui non riesce fidarsi, ma che gestisce la stessa tecnologia alla base del suo sistema di sopravvivenza, e di cui arriverà ad aver bisogno come dell’aria che respira.

Nell’oscurità intorno a Gyre, vivono soltanto le piccole spore bioluminescenti di una bizzarra colonia di funghi e le gigantesche creature (simil-Tremors) che hanno scavato i tunnel in primo luogo.

Quanto tempo ci vorrà, prima di vedere la nostra eroina sprofondare nella spirale della solitudine, dell’abbandono, della follia?

Caitlin Starling scrive un romanzo dall’atmosfera intensa e viscerale, un universo narrativo popolato da due soli personaggi. Una coppia di complesse (e, per certi aspetti, anche un po’ detestabili…) anti-eroine che, per qualche ora, riescono a trasformarsi in un’ossessione letteraria deliziosamente fagocitante; la cassa di risonanza delle tue stesse paure, delle tue stesse vulnerabilità, delle tue stesse angosce esistenziali.

Non puoi fare a meno di amarle. Non puoi fare a meno di odiarle. Non puoi fare a meno di soffrire, lottare e annaspare con loro.

The Luminous Dead”, insomma, è un libro cupo, cupissimo. Sospetto che alcuni lettori – soprattutto quelli meno avvezzi alla lettura del genere sci-fi – potrebbero trovarlo lento, le sue scene-chiave rallentate da un apparato descrittivo molto capillare e dettagliato. Eppure vi assicuro che mi ha tolto il respiro; lo stile immersivo, l’ambientazione terrificante, i personaggi complessi e dolorosamente umani, contribuiscono senz’altro a renderlo uno dei migliori libri horror che abbia mai letto!

Non riesco a credere che sia un’opera d’esordio, fra parentesi. Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, dovrò assolutamente continuare a seguire la Starling e prenotare in anticipo una copia di qualsiasi cosa scriva in futuro! *____*

 

 Giudizio personale:

9.2/10


 


2 commenti:

  1. Ammetto che non mi attira particolarmente, ma sono contenta che sia una lettura che ti ha convinta così tanto ^-^

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    Risposte
    1. Grazie mille, Kate! <3
      Io vado matta per questo genere! *___* In inglese può essere un po' impegnativo, perché ci sono un mucchio di termini tecnici con cui fare i conti, ma ne è valsa sicuramente la pena! :D

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