Nevernight, Vol. 1
Potete acquistarlo QUI in italiano
"Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un'arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici - e gli amici - più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura."
Qualcosa mi dice che almeno la metà di voi avrà già letto “Nevernight:
Mai Dimenticare” di Jay Kristoff.
Stavolta sono arrivata alla festa in ritardo, ma ho pensato
di provare a raccontarvi la mia in ogni caso! ;D
Tagliamo subito la testa al toro: mi sarà piaciuto o no,
questo popolarissimo libro di sangue, amore, morte e vendetta?
Risposta veloce: sì, l’ho
apprezzato, per certi versi anche tanto. Non mi ha conquistato, non ha
cambiato per sempre il mio modo di concepire il fantasy e, purtroppo, non mi ha neanche permesso di scoprire
personaggi particolarmente originali o indimenticabili… però mi ha divertito, elettrizzato, in alcuni momenti forse perfino
sbalordito!
“Nevernight” è un
libro singolare. So che questo di per sé vuol dire poco, ma dovete credermi: è
come se Kristoff, a un certo punto della sua carriera, avesse deciso di
piazzare una scommessa azzardata. Le
probabilità erano tutte contro di lui – esisteranno almeno una dozzina di
universi paralleli, là fuori, in cui il nome “Mia Corvere” non sarebbe in grado di ridestare il minimo campanello
di riconoscimento nella mente dei lettori – e invece il pubblico ha deciso di premiarlo.
La trama è una
via di mezzo fra quella di “Red Sister” di Mark Lawrence e “Seven Blades in Black” di Sam Sykes: il
più classico e viscerale dei “revenge
plot” in salsa fantasy, con un tocco di coming-of-age, una scuola
magica per assassini e un’abbondante dose di azione, mostri e ship varie ed
eventuali.
A contraddistinguere “Nevernight”,
ovviamente, provvedono l’uso di un narratore
estroso, particolarmente enfatico e brillante, e un dinamismo espressivo altrettanto grafico, iper-drammatizzato.
Per ovvie ragioni, non troverete un gran numero di YA pronti
a rifarsi direttamente al sottogenere del grimdark.
Kristoff infrange questo tabù con arguzia e intelligenza, regalando ai suoi
lettori (credo che la terminologia corretta in questo caso sia “new adults”) un concentrato di emozioni pulp, grintosi scontri al
cardiopalma e scene d’amore particolarmente “roventi”, descritte peraltro con un
tecnicismo di cui alcuni di noi avrebbero forse fatto volentieri a meno! XD
Insomma, se bastassero le componenti “sesso, morbosità e violenza” a decretare il grado di maturità di un’opera, sicuramente “Nevernight” supererebbe gli esami a pieni voti.
Diciamo che la penso un po’ diversamente. Kristoff fa del suo meglio per “camuffare” la vera natura della sua opera: gonfia i toni e proclama versi degni di un drammaturgo, presenta la sua protagonista in un momento di massima spregiudicatezza, infarcisce il volume di frasi a effetto particolarmente gradevoli da citare…
Eppure, alla fine neanche i suoi sforzi si
rivelano sufficienti a mascherare l’estrema
semplicità dell’intreccio, l’assurda monodimensionalità
della sua eroina, o la tendenza ad abusare di ogni singolo cliché narrativo mai intravisto sotto
il sole.
Per fortuna, il curatissimo e affascinante world-building tiene viva l’attenzione del lettore perfino nei momenti in cui l’azione e i conflitti cominciano a latitare. Inoltre, l’ironia contagiosa del narratore (e del fantastico Messer Cortese! *____*) stempera l’ampollosità eccessiva di determinate descrizioni, contribuendo a rendere la lettura più fresca, ricca e coinvolgente!
Giudizio personale:
7.0/10
L'ho iniziato un paio di volte e tutte e due l'ho abbandonato in preda alla noia, decisamente non fa per me.
RispondiEliminaLa cosa che ricordo di più è che quando uscì mi triggeravo tantissimo perché un sacco di gente osannava il genio innovativo di Kristoff per l'uso delle note a piè di pagina. Io pensavo a Pratchett e urlavo nel cuscino stile Lilo e Stitch xD
Ahahaha e ci credo, effettivamente qualcuno sembrava convinto che avesse inventato lui il sistema delle note! XD
EliminaIn realtà, secondo me Kristoff le usa bene al massimo la metà delle volte: capita che le sue note riescano a fornire un approfondimento interessante del world-building o a strappare una risata divertita, ma la verità è che raramente riescono a fare tutte e due le cose insieme.
Pratchett, invece, era un mastro assoluto anche in questo! *__*
detestato xD l'ho trovato troppo pretenzioso e, come sottolinei tu, non basta una narrazione particolare per nascondere la semplicità della trama (e anche i vari "omaggi"... che io definirei più scopiazzature, visto che in ogni suoi libro ne fa tanti e pure molto palesi) e la piattezza dei personaggi. L'unica parte che mi è piaciuta è quella iniziale che poi è quella che hanno odiato tutti LOL. Superata quella parte ha iniziato ad annoiarmi parecchio.
RispondiEliminaTi capisco: effettivamente è un libro molto, molto "derivativo", che prende spunti e smozzica personaggi qua e là. Alcuni di questi elementi, poi, non hanno alcun fine dal punto di vista della narrazione, per cui finiscono per diventare semplici strumenti per cercare di irretire il pubblico. L'amore sconfinato di Mia per i libri, ad esempio, risulta non soltanto incompatibile con la sua personalità, ma anche tremendamente forzato. In pratica, serve soltanto a rassicurare noi amanti dei libri: tranquille, dovete voler bene a Mia, lei è una di voi... anche se poi è chiaro che non è così, Mia è chiaramente un personaggio esagerato, tipo da film di Zach Snyder! XD
EliminaPerò sono comunque curiosa di scoprire il seguito della saga... vi terrò aggiornati! ;D