“Outback” è il film d’esordio di Mike Green, regista già noto per i suoi apprezzati cortometraggi, molti dei quali vincitori di svariati premi.
Il suo primo lungometraggio è invece un survival horror ispirato alla tragica storia vera di una coppia di turisti americani; una pellicola che
si rifà a piccole perle del genere come “Backcountry” o “Open Waters”, e che si
svolge nel cuore del desolato outback
australiano...
Dove potete vederlo? Lo trovate incluso nell’abbonamento al
canale tematico Midnight Factory di Amazon
Prime Video!
La trama
Lisa (Lauren Lofberg)
e Wade (Taylor Wiese) sono una
giovane coppia americana appena atterrata in Australia.
La loro vacanza non è iniziata sotto il migliore degli
influssi – per qualche motivo, infatti, Wade è furioso con Lisa e Lisa si
comporta in maniera piuttosto ambigua e distaccata.
Prima di partire, i ragazzi hanno scelto di inseguire una
vacanza all’insegna dell’avventura; per
cui, spesso si accontentano di dormire sotto le stelle e spostarsi in un auto a
noleggio, alla ricerca di alcune delle più note mete turistiche della regione.
Per un po’, tutto si svolge più o meno come da copione; le
spiagge sono stupende, le città incantevoli e la gente amichevole.
Ma poi a uno dei due salta in mente di vivacizzare un po’ le
cose, proponendo di lasciarsi alle spalle la costa e inoltrarsi nell’entroterra; di attraversare cioè l’outback,
l’immenso “deserto rosso” che
collega le varie aree abitate delle zone centrali australiane.
Per uno scherzo del destino, Lisa e Wade finiranno invece arenati
al centro di questa incredibile terra
ostile, inospitale e infestata di animali
pericolosi; senza acqua, cibo, né mezzi di comunicazione con il mondo
esterno, e senza la più pallida di come tornare indietro...
“La bellezza ha un prezzo”
È un personaggio secondario di “Outback” a pronunciare questa battuta, e devo dire che riassume
perfettamente il tema al cuore della
trama del film di Green!
Una storia che, per sua stessa natura, non riserva un
intreccio eclatante né grandi colpi di scena, ma che, secondo me, riesce ad
assolvere benissimo il suo scopo: creare
tensione, tenere lo spettatore incollato allo schermo e scagliarlo sotto il sole di un paesaggio che può risultare (alternativamente o contemporaneamente) bellissimo, diabolico e letale.
Una pianura di polvere, rocce e sterpaglie che, a pensarci bene, assomiglia quasi al deserto di un pianeta alieno.
Sfiderei chiunque a restare impassibile, al cospetto di determinati
panorami (una maestosità che, nel suo film, Green riesce a catturare
magnificamente); ma lo sapete anche voi che cosa dicono alcuni, a proposito
della Natura... in determinate
circostanze, tende a comportarsi meno da madre e più da matrigna!
E, in effetti, le prove
che Wade e Lisa devono superare arrivano presto ad assumere i connotati di un
vero e proprio incubo, fra arti paralizzati
e morsi di scorpione; un’esperienza che, a poco a poco, li incoraggerà a esporre i loro segreti e a svelare la vera natura della loro relazione.
Sotto questo punto di vista, immagino che gli sceneggiatori
avrebbero forse potuto lavorare un po’ di più, soprattutto per approfondire l’aspetto psicologico, introdurre delle
zone d’ombra, ed eventualmente anche mettere in rilievo le conseguenze del terribile
trauma a cui i due protagonisti
vanno incontro.
Wade e Lisa sono personaggi piacevoli, e fare il tifo per loro
è praticamente inevitabile, ma alla loro caratterizzazione
manca senz’altro qualcosa. Per fortuna, le interpretazioni di Lofberg e Wiese
si rivelano fresche e convincenti; abbastanza solide e coinvolgenti, perlomeno, da riuscire a trascinare lo spettatore nell’ordalia
vissuta dalle loro controparti e costringerlo a partecipare alla loro angoscia, alla loro disperata battaglia
contro gli elementi.
Qui e ora
Se amate i survival, credo che troverete più di un motivo per amare “Outback”.
Anche gli estimatori di titoli come “Strangerland”, o
qualsiasi altra produzione ambientata nel cuore di uno scenario altrettanto
ammaliante e pericoloso, potrebbero trovare del pane per i loro denti.
In caso contrario, eviterei di guardarlo senza pensarci due
volte: il film di Mike Green è molto intenso, viscerale e ricco di suspense, ma si rivolge probabilmente a un
pubblico piuttosto ristretto, spostandosi agilmente fra i due poli (mai del
tutto opposti) del thriller e del genere drammatico.
Il messaggio di “Outback”,
dal canto suo, non brilla particolarmente per originalità, ma resta sicuramente
una di quelle massime che non mi
stancherò mai di sentirmi ripetere: alla faccia di ogni nostro presunto istinto
di pianificazione, la verità è che la vita andrebbe vissuta ADESSO!
Non tanto in previsione di un ipotetico domani, quanto nella
piena consapevolezza di una delle (poche) verità fondamentali dell’esistenza:
il passato, in realtà, non esiste, e lo stesso vale per il futuro.
Qui e ora: il presente è, pressappoco, tutto quello su cui
possiamo contare.
Purtroppo gli horror/survival non sono il mio genere essendo una grande fifona :')
RispondiEliminaAhahaha ti capisco! :D
EliminaAnche se io, in realtà, li adoro e ne vedrei anche a tonnellate! *___*