sabato 25 gennaio 2020

Recensione: "The Killing Light", di Myke Cole


grimdark fantasy - myke cole - the sacred throne

The Sacred Throne, Vol. 3

Potete acquistarlo QUI in inglese


"Heloise e i suoi alleati stanno marciando contro la Capitale dell'Impero. Gli abitanti del suo villaggio, i Kipti e i Cavalieri Rossi hanno accettato di unire le forze soltanto in virtù del senso di lealtà che provano nei confronti della ragazza. Eppure questo fragile equilibrio sta per infrangersi...
Per sconfiggere il nemico, stavolta i ribelli dovranno affrontare lotte intestine, schermaglie religiose, tradimenti, e... l'armata di terribili demoni che sta per riversarsi dallo squarcio aperto nel velo che separa i mondi."



The Killing Light” è il terzo e ultimo volume della serie grimdark The Sacred Throne”, dell’autore americano Myke Cole.
E’ quasi impossibile accennare alla trama senza spoilerare qualcosa di imperdonabile e non voglio correre il rischio di rovinare niente a nessuno, perciò mi limiterò a ribadirvi che quella di Heloise è una storia molto dark, una frenetica cronaca di guerra e magia dai risvolti brutali e strazianti. I più deboli di cuore (o di stomaco) farebbero insomma assolutamente bene a stare alla larga da queste pagine!

Come i più attenti fra voi avranno probabilmente notato, ho inserito questo libro nell’elenco dei miei libri fantasy preferiti del 2019. Questo soprattutto in segno di apprezzamento nei confronti dell’intera trilogia, una delle letture più avvincenti al cardiopalma che mi sia capitato di affrontare nell’arco degli ultimi anni: purtroppo credo ancora che “The Armored Saint”, il primo libro, sia il capitolo più convincente e ben riuscito della saga… Ma “The Killing Light” rappresenta comunque un ottimo finale e una conclusione più che soddisfacente per gli archi narrativi introdotti nel primo volume, nonché un discreto passo in avanti rispetto ai piccoli (ma numerosi) intoppi rilevati nel corso della lettura di “The Queen of Crows”.

Laddove il secondo libro serviva per lo più a porre le basi per gli eventi descritti nel terzo, “The Killing Light” riesce infatti a ricreare quel piacevole connubio fra scene d’azione e piccole parentesi dedicate all’esplorazione della psiche e della sfera emotiva dei personaggi che avevamo imparato ad apprezzare leggendo “The Armored Saint”. Il percorso di Heloise assume un’importanza centrale, e della sua evoluzione ho apprezzato soprattutto l’onestà e la franchezza con cui l’autore ha deciso di caratterizzare il suo viaggio: la protagonista di “The Sacred Throne” è una ragazzina che, contro la sua volontà e contro ogni buon senso, si ritrova infatti a impersonare una sorta di Giovanna d’Arco in versione mecha/fantasy, nonché a guidare un’armata di ribelli in marcia contro la capitale di un Impero opprimente e corrotto. Myke Cole non fa nulla per addolcire la pillola alla sua eroina (né a noi lettori), scagliando Heloise nel cuore di una guerra sanguinaria che non farà altro che cercare di deturpare il suo corpo, la sua mente e il suo cuore in ogni modo possibile e immaginabile, strappandole via arti, amici e parenti come se nulla fosse. I traumi generati da quest’esperienza lasceranno sulla sua anima una macchia indelebile, che neanche tutti gli onori e la gloria di questo mondo potrebbero mai essere in grado di riscattare…  In una maniera non troppo dissimile dall’epopea vissuta da Rin, l’indimenticabile protagonista del magnifico “The Poppy War” di R. F. Kuang.

Questo mi ha permesso di relazionarmi al personaggio di Heloise in maniera autentica e credibile, e di imparare a rispettare le sue debolezze sotto una luce che altrimenti non mi sarebbe stato possibile vedere. Ho anche notato che la maggior parte degli altri comprimari tende a restare sullo sfondo e a confondersi in un indistinto ammasso di nomi, località, alleati, spie e nemici; eccezion fatta per il nuovo love interest della protagonista e per Samson, l'onnipresente (e fin troppo appiccicoso) padre di Heloise, nessuno di loro riesce a imprimersi particolarmente nella memoria o a brillare di vita propria, e questo rappresenta sicuramente un gran peccato. L’assenza di sfumature che contraddistingue molti di loro mi ha reso quasi impossibile riuscire a comprendere le motivazioni alla base delle dolorose scelte di Heloise, perennemente ossessionata dall’idea di prendere le decisioni giuste per il bene dei suoi amici e concittadini: gente che tende a farsi ricordare più per la bigotteria, la cattiveria gratuita e l’ingratitudine generalizzata che per altre virtù, se volete sapere come la penso… Anche se ho avuto la sensazione che dietro questa scelta si nascondesse più che altro la volontà di Cole di “martirizzare” la sua eroina e renderla in qualche modo più nobile e coraggiosa ai nostri occhi.

Le scene di battaglia, magistralmente descritte e splendidamente coreografate, restano comunque il più grande vanto di cui “The Killig Light” possa fregiarsi. La prosa di Cole ha un piacevole taglio cinematografico, e di sicuro la rigorosa formazione militare dell'autore gioca un ruolo fondamentale all'interno delle sue descrizioni e delle sue accurate pianificazioni strategiche.
La timida, delicatissima storia d’amore fra Heloise e uno dei personaggi introdotti nel corso di “The Queen Of Crow” riesce invece ad infondere una singolare (ma apprezzatissima) nota di dolcezza e speranza nel flusso di una narrazione caratterizzata per lo più da smembramenti, assedi, esplosioni magiche e decapitazioni varie ed eventuali. 
Non consiglierei a nessuno di cominciare a leggere questa serie per il fattore “romance”, beninteso… Ma se autori come Mark Lawrence, Sam Sykes o Nicholas Eames solitamente rientrano nelle vostre corde, provate a concedere un’opportunità a “The Sacred Throne”: sospetto che non ve ne pentirete! ;D


Giudizio personale:
7.8/10





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