domenica 15 marzo 2020

Recensione: "La Piuma Magica di Gwendy" di Richard Chizmar


stephen king - sequel - la scatola dei bottoni di gwendy - sperling

Gwendy, Vol. 2

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"Dopo una bufera di neve, la piccola città di Castle Rock si risveglia all'improvviso dal suo torpore: due adolescenti sono scomparse nel nulla. Lo sceriffo e la sua squadra danno subito il via alle ricerche, in una drammatica corsa contro il tempo. A Washington, Gwendy Peterson ha iniziato una nuova vita, conquistando la fama come scrittrice e come politica. Si è lasciata alle spalle l'infanzia trascorsa a Castle Rock e il ricordo dell'estate in cui un uomo misterioso le aveva dato in custodia una scatola dotata di bottoni colorati e di ambigui poteri. Tornato a riprendersela, lo sconosciuto le aveva promesso che non l'avrebbe rivista mai più. E invece, ora, ecco ricomparire quella scatola, senza motivo e senza istruzioni. Proprio mentre da Castle Rock le giunge la notizia delle ragazze scomparse. Gwendy ha sempre pensato di essere l'unica artefice del proprio successo, frutto di tenacia e duro lavoro. Ma forse il suo destino è legato a doppio filo a quella misteriosa scatola. Forse la missione che le era stata affidata non è ancora del tutto compiuta. Forse la attendono nuovi incubi da scongiurare prima di poter dormire sonni tranquilli."


"La Piuma Magica di Gwendy" è il sequel de "La Scatola dei Bottoni di Gwendy", un libro ambientato a Castle Rock e nato dalla collaborazione fra gli autori Stephen King e Richard Chizner.
Personalmente ho trovato questa secondo volume di una tediosità e di una banalità abbastanza marcati, ma suppongo che la mia valutazione vada considerata alla luce del mio stato d'animo attuale... Per capirci: l'insulso buonismo finto-progressista alla base della trama de "La Piuma Magica di Gwendy" stavolta mi ha fatto veramente, veramente innervosire.... anche se ho la netta sensazione che anche la deliberata decisione di trasformare la protagonista del libro nell'incarnazione perfetta del concetto stesso di Mary-Sue letteraria abbia svolto un ruolo significativo.

Mi risulta difficile trovare molti aggettivi positivi da attribuire a questo libro.
Magari il fatto che tutto sommato si tratti di una lettura breve e scorrevole potrebbe deporre in suo favore. Magari, se siete innamorati persi di romanzi come "Buick 8" o "Colorado Kid", potrebbe farvi piacere tornare a intravedere qualche faccia familiare fra le strade dell'amena e rurale area del Maine in cui la storia è ambientata.
Richard Chizmar, dal canto suo, non è certo Stephen King - cosa che forse non dovrebbe sorprendere più di tanto, dal momento che, per quanto mi riguarda, nel corso degli ultimi 4 o 5 anni neanche Stephen King è più stato Stephen King.
I personaggi di Chizmar sembrano la caricatura di una caricatura, e sinceramente questa sua ultima fatica letteraria assomiglia tanto all'ennesimo manuale di propaganda anti-Trump per giovani liberali bianchi di certo medio-borghese. Non credo che i toni di condiscendente e paternalistica superiorità assunti da questi autori nei confronti di minoranze etniche e sociali che, in realtà, nessuno di loro mostra il benché minimo interesse a rappresentare sulla carta stampata, finirà mai di stupirmi o farmi stare male in fondo allo stomaco.

Anche a prescindere da tutto questo, continuo a non capire quale dovrebbe essere la ragion d'essere di un romanzo scialbo e privo di personalità come "La Piuma Magica di Gwendy". La narrazione sembra girare in tondo senza portate da nessuna parte, svincolandosi da qualsiasi canone appartenente alla letteratura di genere per portare... verso un gigantesco e mummificato nulla di fatto, da quanto mi è stato dato di capire.
Perfino un personaggio emblematico e inquietante del carisma di Richard Farris (identificato dai più come un'incarnazione dell'arcinemesi ricorrente Randall Flagg) viene ridotto dalla penna di Chizner al rango di assurdo Babbo Natale/Fatina Madrina personale della dolce, impeccabile, affascinante e biondissima eroina americana Gwendy.

Non fatevi ingannare dalla sinossi, quindi, amici lettori: "La Piuma magica di Gwendy" non ambisce a essere un thriller inquietante, un horror al cardiopalma, un originale romanzo di formazione o un avvincente mistery illustrato...
Suppongo che potremmo considerarlo un semplice omaggio al King dei bellissimi Tempi d'Oro, portato avanti da un fan entusiasta che ne condivide in pieno l'immaginario e l'allineamento politico, ma non (purtroppo) il talento o la capacità di colpire, stupire, coinvolgere ed emozionare.
Per quanto mi riguarda, la parte più interessante de "La Piuma Magica di Gwendy" resta infatti la prefazione (scritta dal buon vecchio Steve in persona), che spiega nel dettaglio la travagliata e particolare genesi dell'opera originale...


Giudizio personale:
4.5/10




3 commenti:

  1. Figurati che a me aveva fatto abbastanza schifo pure il primo, con King a bordo...

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  2. Non ho letto nemmeno il primo, e a questo punto dubito che lo farò mai.

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  3. Il primo leggibile. Questo veramente inutile, chi scrive non sa come farlo finire e alla fine lo tronca lì, lasciando il tutto senza un senso.

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