domenica 1 novembre 2020

Recensione: "The Amityville Horror", di Jay Anson

 

"Il racconto si ispira a dei fatti realmente accaduti a George e Kathy Lutz che, insieme ai tre figli di lei, nel dicembre 1975 si trasferiscono nella casa 112 Ocean Avenue di Amityville, Long Island. La casa era già nota alla cronaca, in quanto l'anno precedente Ronald DeFeo Jr. sterminò brutalmente sei membri della sua famiglia. Dopo 28 giorni, i Lutz lasciano la casa, in preda al terrore, sostenendo di aver vissuto dei fenomeni paranormali di carattere demoniaco al suo interno." (Fonte: Wikipedia)


Quando sente pronunciare le parole “Amityville Horror”, la maggior parte della gente tende a pensare al film del 1979 diretto Stuart Rosenberg, o al massimo a uno dei suoi millemila sequel e remake. Non tutti sanno, però, che l’odissea di George e Kathy Lutz in una delle case infestate più famose d’America era già stata narrata in un clamoroso libro di Jay Anson,  il bestseller “The Amityville Horror”.

Ho usato la parola “libro”, non “romanzo”, dal momento che, a sentire Anson e i suoi due “testimoni”, ogni singolo avvenimento descritto nell’opera è basato su fatti realmente accaduti (?!). Un elemento del quale non vale la pena soffermarsi a parlare, secondo me, anche perché, nel corso degli anni, di teorie e speculazioni dedicate all’argomento se ne sono sentite veramente a iosa.

Mi limiterò, pertanto, a considerare “The Amityville Horror” alla stregua di un normalissimo libro horror, un comune pezzo di fiction e non un “memoir”, una biografia della sinistra magione al numero 112 di Ocean Avenue o qualsiasi altra cosa Anson avesse in mente, nel momento in cui ha scritto la sua verbosa (e pretenziosa) prefazione al testo.

Sotto certi aspetti, la trama di “Orrore ad Amityville” (è questo il titolo italiano dell’opera, pubblicato nella nostra lingua dalla Sonzogno) mostra alcuni punti in comune con quella di “Shining” di Stephen King. Impossibile pensare alla “stanza rossa” che, a un certo punto, i Lutz rinvengono nello scantinato della loro nuova casa senza ricordare la famosa “redroom” di Jack e Wendy Torrance, ad esempio; o leggere degli influssi di nefanda aggressività esercitati dalla casa sul gioviale capofamiglia George, senza richiamare alla mente le esplosioni di violenza di Torrance all’Overlook Hotel.

Tuttavia, il libro di Anson si limita a sfiorare gli argomenti introdotti dal suo libro (il sogno americano che va in pezzi, il rapporto fra scienza e fede…) in maniera molto superficiale e sensazionalista, senza dedicare all’approfondimento psicologico o sociale dei suoi personaggi il benché minimo livello di interesse. Ne consegue una storia dai toni sterili e piatti, caratterizzata da una schizofrenica alternanza di punti di vista, che si propone semplicemente di spaventare i suoi lettori a forza di fenomeni inspiegabili e malefiche risate demoniache avvertite nel cuore della notte. Senza contare che l’abbondante dose di retorica e le costanti sviolinate a sfondo cristiano-religioso non fanno altro che rendere il titolo ancor meno invitante, agli occhi di un lettore dotato di una mente pensante e di una prospettiva moderna.

Eppure, trovo impossibile negare che, su un certo livello basilare, alcune scene di “The Amityville Horror” siano ancora in grado di procurare un piccolo brivido di terrore. Dopotutto, da questo libro – poco sofisticato, scemarello e un po’ pacchiano – è derivata un’intera tradizione di discrete e popolari pellicole horror a sfondo sovrannaturale, dal grande classico “Paranormal Activity” a “Insidious”, passando per tutti gli “Esp” e i “The Conjuring” di questo mondo (a proposito: sapevate che Lorraine e Ed Warren, i due protagonisti de “L’Evocazione”, hanno costruito una parte della loro carriera nel mondo delle ricerche parapsicologiche proprio investigando l’esatta natura dei fatti narrati in “The Amityville Horror”?).

Se siete dei grandi aficionados del genere, credo che potreste trovare interessante la lettura di questo libro, insomma. Non fosse altro che per ritrovare le prime tracce dei vostri tropes horror preferiti, fra le pagine di singolare e halloweenoso baraccone del terrore chiamato Amityville. Ma non aspettatevi l’eccentricità esoterica de “L'Esorcista”, la geniale ambiguità de “L'Incubo di Hill House” o la profondità psicologica di “Rosemary’s Baby”; “The Amitivylle Horror” nasce – palesemente – dall’esigenza di soddisfare la domanda del pubblico dell’epoca, un prodotto commerciale senza lode e senza infamia che si è ritrovato – quasi suo malgrado – a spalancare la strada per una miriade di opere collaterali, ugualmente incentrate sui temi dell’esorcismo, della possessione e della demonologia.


Giudizio personale:

5.5/10

2 commenti:

  1. Mi pare di capire che non è un periodo fortunato per te e per l'horror, anche se sembra un passo in avanti rispetto ai film di amazon prime XD

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    1. Effettivamente, hai ragione, ahahaha! XD
      Non demordo, però: pensa che sto prendendo in seria considerazione l'idea di attivare la prova gratuita del nuovo canale della Midnight Factory, per fare un'altra scorpacciata di horror... Dovrò pure imbroccare il film giusto, prima o poi! ;D

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