The Sorcerer Royal, Vol. 2
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"Le sorelle Muna e Sakti si svegliano su una pacifica spiaggia dell'isola di Janda Baik. Non riescono a ricordare niente del loro passato, eccetto la forza del loro legame. Un incantatore sconosciuto ha lanciato una maledizione su di loro, e Sakti sta iniziando a svanire, lentamente ma in modo sempre più inesorabile. Adesso, l'unica speranza di salvarla risiede in un viaggio verso la distante Bretagna, e presso l'Accademia che Prunella Whyte ha istituito per addestrare le donne dotate di poteri magici. Se Muna intende salvare la sorella, dovrà imparare a navigare i pericoli dell'alta società e a ingannare i maghi inglesi, perché, se non riuscirà a convincerli di essere un prodigio dell'arte magica, nessuno si prenderà la briga di aiutarla. Oppure sì?"
“The True Queen” è il sequel di “Sorcerer to the Crown”, delizioso
romanzo fantasy ambientato in un’ucronica
Inghilterra ottocentesca “alternativa”
di cui abbiamo già parlato qualche tempo fa. In teoria, il libro potrebbe
essere considerato autoconclusivo, dal momento che la trama si regge
perfettamente sulle sue gambe; non vedo per quale motivo privarsi del piacere
di leggere entrambe le incursioni
dell’autrice Zen Cho in questo suo
brillante e affettato universo magico,
però. In fondo, l’Età della Reggenza,
con il suo “manierismo”, le sue imposizioni e le sue allucinanti contraddizioni,
offre all’autrice una perfetta opportunità per creare contrasti e associazioni e avviare una divertente
conversazione in chiave satirica con
i suoi lettori.
“The True Queen”
introduce, fin dalle sue prime battute, una protagonista nuova di zecca: la
giovane Muna, una ragazza di Janda Baik dal passato avvolto nel mistero.
L’amnesia di Muna coinvolge anche sua sorella, Sakti; le due si svegliano su una spiaggia assolata, a pochi passi
dalla giungla in cui vive la famigerata strega Mak Genggang, e da quel giorno vengono accolte al servizio della vegliarda
e dalla sua ampia congrega di lamie. La loro vita semplice, scandita dai pacati
ritmi quotidiani dell’isola, viene interrotta dal dipanarsi di un intrigo
magico e dall’esplosione di un incidente diplomatico dai risvolti epocali. Per
mettere al sicuro le sue due “apprendiste”, la strega decide di inviarle presso
la neonata Accademia “Lady Maria Whyte Per Gentilmaghe”, una chiacchieratissima
scuola di magia inglese messa su dall’intraprendente
“Stregona Reale” Prunella Whyte.
Peccato che anche Prunella e la sua cara amica di infanzia, Miss Henrietta Stapleton, si ritrovino
per la mani una scandalosa quantità di gatte da pelare, fra blasonati maghi intenzionati
a difendere il loro privilegio con
le unghie e con i denti e un’assurda dichiarazione
di guerra scandita dalle labbra delle temibile Regina di Faery in persona!
“The True Queen”
è, a mio avviso, un romanzo estremamente piacevole
e divertente da leggere. La sua
scorrevolezza sottintende un senso di estrema “leggerezza” contraddetta (almeno in parte) dalle tematiche tirate in ballo: lotta fra i
sessi, classismo, colonialismo e sfruttamento culturale, per citare solo i
quattro più importanti. Rispetto a “Sorcerer to the Crown”, questi argomenti si inseriscono all’interno della
narrazione in maniera molto più fluida e avvincente e – soprattutto - senza interrompere
la nostra sospensione dell’incredulità
neanche per un secondo. La Cho eccelle nella
stesura di dialoghi (come avevo già notato, mesi fa, leggendo il suo
rocambolesco racconto wuxia “The Order of The Pure Moon Reflected in Water”) e si lancia in un perfetto tentativo di caratterizzazione dei personaggi in stile Jane Austen, la sua somma Maestra di stile.
Ciò premesso, credo che questa sua tendenza “emulativa” abbia
finito con il compromettere un po’ la sua capacità di scrivere delle buone scene d’azione (se così vogliamo
chiamarle) e di organizzare la macrostruttura
del suo libro secondo una logica moderna. Di fatto, non ho apprezzato i
continui salti di prospettiva né l’inclinazione
a riassumere alcuni snodi
fondamentali della trama in un paio di paragrafi. E ho fatto seriamente fatica
ad affezionarmi o fare il tifo per la principale “coppia romantica” del romanzo, dal momento che le interazioni dei
due personaggi in questione, in pratica, per il 99% del libro si limitano a “x guarda timidamente y con la coda dell’occhio
o cerca disperatamente di attirare la sua attenzione, mentre y fissa il
soffitto e cerca di trovare un modo per impantanarsi ancora di più nella sua
tragicomica situazione personale”. Salvo poi far saltar fuori (praticamente
dal nulla) una frettolosa dichiarazione
d’amore con tanto di bacio censurato.
Se siete alla ricerca di una conferma al fatto che le parole
“fantasy” e “romanzo d’epoca”, a volte, possano coesistere felicemente all’interno della
stessa frase, vi esorto a leggere “The True Queen” e qualsiasi altra cosa Zen Cho abbia scritto
finora. Non troverete molti dettagli storici a cui fare riferimento, ma penso
che resterete ammaliati dall’abilità con cui cui questa giovane autrice riesce
a catturare lo spirito di un’era,
con tutto il suo inevitabile corredo di eco e ripercussioni sul presente.
Grazie mille per questa bellissima recensione.
RispondiEliminaMa figurati, grazie mille a te per averla letta! ^____^
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