“Game of Death” è un film horror del 2017, diretto da Sebastien Landry e Laurence Moraise-Lagace ed entrato di recente a far parte del catalogo offerto dal canale streaming Midnight Factory (disponibile tramite abbonamento Amazon Prime Video o Mediaset Infinity).
Si tratta di uno slasher
abbastanza terrificante (nel senso che è così brutto, che dopo due minuti
cominci già a sentirti in imbarazzo soltanto per aver pigiato il
tasto “play” sul telecomando), ma, se avete visto il trailer, ovviamente non vi serve leggere una recensione per saperlo...
Ma siamo sicuri che un film orripilante non sia in grado,
all’occorrenza, di procurare anche qualche sana e grassa risata?
La trama
Un gruppo di
tardo-adolescenti (il trucco è essere sulla trentina, ma fare finta di no...) partecipa a un piccolo party privato a base di sesso, droga e (pochissimo)
rock and roll.
Poiché la gente di questa risma tende ad annoiarsi e
deprimersi in fretta (chissà come mai...), uno di loro se ne salta su con la
brillante trovata di cominciare una partita a un gioco da tavolo scovato in soffitta, una robetta simpatica che si
chiama “Il Gioco della Morte”, o qualcosa del genere.
In soldoni, l’idea alla base del gioco è questa: se i
giocatori non uccideranno un numero
di persone pari all’astronomica cifra riportata dal display al centro del
tabellone, i partecipanti cominceranno a rimetterci le penne; uno dopo l’altro,
fino a quando il gioco non avrà ottenuto esattamente quello che desidera: un’assoluta carneficina!
Terrorizzati e in preda al panico, i ragazzi si dividono
quindi in due gruppi: alcuni di loro, i più cinici e/o fondamentalmente
attratti da uno stile di vita
psicopatico, daranno vita a un massacro insensato degno di Cletus Kasady e Frances Louise Barson nei loro momenti peggiori; mentre gli altri faranno di tutto per
fermare il bagno di sangue e salvare la vita a dozzine di passanti innocenti.
Natural Born Idiots
Il film non comincia in maniera propriamente, ehm... diciamo
brillante, ecco! XD
Anzi, a dire il vero, i primi dieci minuti di “Game of
Death” corrispondono a un’accozzaglia di scene squallide a base di villosi imbecilli intenti a masturbarsi e
(finte) ragazzine lentigginose in preda all’orgasmo.
Ho apprezzato i titoli di testa in stile arcade, questo sì; come così le sporadiche, ironiche
animazioni che vivacizzano il resto della pellicola. Ma dieci minuti possono
rivelarsi dannatamente lunghi;
soprattutto quando comincia ad assalirti la vaga tentazione di cavarti gli
occhi o cominciare a battere la testa contro il muro...
Per fortuna, a un certo punto, i protagonisti decidono di
sedersi a giocare a Jumanji horror...
e diciamo che, da quel momento in poi, le cose cominciano a farsi un po’ più
elettrizzanti.
Soprattutto perché le teste di questi insopportabili,
artificiosi cliché ambulanti cominciano finalmente a esplodere – letteralmente - come petardi XD... un fatto che, ormai, mi riporterà per sempre alla mente la lettura del delizioso e surreale “Bunny”
di Mona Awad, uno dei miei libri horror preferiti degli ultimi anni!
Ora...
In “Game of Death”,
le interpretazioni sono atroci, i personaggi raccapriccianti e il messaggio
abbastanza discutibile: voglio dire, un altro pippone sull’innocenza perduta,
sulla crescente dose di desensibilizzazione
causata (secondo chi non ha niente di meglio da fare) dall’avvento dell’era dei mass
media e dei videogiochi? Bu-uh-uh, brutti millenials cattivi: ma quanto saremo
scemi, depravati e superficiali, con i nostri account Instagram e la nostra
passione per “Legends of Zelda”? XD
Ma, scemenze a parte, la verità è che “Game of Death” riesce (perlomeno) a dosare egregiamente la sua componente umoristica. Durante la
visione, infatti, mi sono ritrovata a sogghignare in più di un’occasione: vuoi
per le esagerate esplosioni splatter
di viscere e frattaglie, vuoi per la natura stessa dei suoi dialoghi deliranti
(un 50% di bestemmie miste e un 50% di strilli a casaccio, per un 100% totale
di pura e deliziosa imbecillità surreale!).
Molte cose possono capitare, nel bel mezzo... di un festino!
Un’altra cosa che ho notato, guardando “Game of Death”, è che i due registi hanno cercato di inserire qua e
là un paio di simpatiche citazioni.
La poliziotta
canterina, ad esempio, sembra quasi una rilettura in chiave parodica del
personaggio di Marge Gunderson, la
protagonista del film “Fargo” interpretata dall’immensa
Frances McDormand.
Il ragazzo con il ciuffo, quello completamente svalvolato, tende
a ricordare invece un certo personaggio di “Funny
Games”.
Probabilmente il film contiene altri omaggi di questo
genere; non sono un’esperta, e quei continui riferimenti al documentario sui leoni marini
potrebbero avere un significato (oltre a quello di semplice elemento di
raccordo) che al momento tende a sfuggirmi... Ma sospetto che non perderò il
sonno per questo! XD
Fra sguaiate canzoni
francesi, inquadrature bizzarre, proiettili che si muovono in slow motion e riprese che sembrano filmate
attraverso la telecamera del cellulare, “Game
of Death” è uno di quei film che riescono a intrattenere il pubblico come
un artista circense in preda a un attacco epilettico: una visione che, in
qualche modo, ti spinge a prendere in seria considerazione l’idea di chiamare un’ambulanza (per chi ha
firmato la sceneggiatura? Per te che lo stai guardando? Chi può dirlo?).
Se alla fine rinunci ai soccorsi, è solo perché, ormai, hai
già capito che non c’è più niente da fare XD...
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