martedì 19 ottobre 2021

"Game of Death": la recensione del film horror disponibile sul canale Midnight Factory

Game of Death” è un film horror del 2017, diretto da Sebastien Landry e Laurence Moraise-Lagace ed entrato di recente a far parte del catalogo offerto dal canale streaming Midnight Factory (disponibile tramite abbonamento Amazon Prime Video o Mediaset Infinity).

Si tratta di uno slasher abbastanza terrificante (nel senso che è così brutto, che dopo due minuti cominci già a sentirti in imbarazzo soltanto per aver pigiato il tasto “play” sul telecomando), ma, se avete visto il trailer, ovviamente non vi serve leggere una recensione per saperlo...

Ma siamo sicuri che un film orripilante non sia in grado, all’occorrenza, di procurare anche qualche sana e grassa risata?




La trama

Un gruppo di tardo-adolescenti (il trucco è essere sulla trentina, ma fare finta di no...) partecipa a un piccolo party privato a base di sesso, droga e (pochissimo) rock and roll.

Poiché la gente di questa risma tende ad annoiarsi e deprimersi in fretta (chissà come mai...), uno di loro se ne salta su con la brillante trovata di cominciare una partita a un gioco da tavolo scovato in soffitta, una robetta simpatica che si chiama “Il Gioco della Morte”, o qualcosa del genere.

In soldoni, l’idea alla base del gioco è questa: se i giocatori non uccideranno un numero di persone pari all’astronomica cifra riportata dal display al centro del tabellone, i partecipanti cominceranno a rimetterci le penne; uno dopo l’altro, fino a quando il gioco non avrà ottenuto esattamente quello che desidera: un’assoluta carneficina!

Terrorizzati e in preda al panico, i ragazzi si dividono quindi in due gruppi: alcuni di loro, i più cinici e/o fondamentalmente attratti da uno stile di vita psicopatico, daranno vita a un massacro insensato degno di Cletus Kasady e Frances Louise Barson nei loro momenti peggiori; mentre gli altri faranno di tutto per fermare il bagno di sangue e salvare la vita a dozzine di passanti innocenti.

 

Natural Born Idiots

Il film non comincia in maniera propriamente, ehm... diciamo brillante, ecco! XD

Anzi, a dire il vero, i primi dieci minuti di “Game of Death” corrispondono a un’accozzaglia di scene squallide a base di villosi imbecilli intenti a masturbarsi e (finte) ragazzine lentigginose in preda all’orgasmo.

Ho apprezzato i titoli di testa in stile arcade, questo sì; come così le sporadiche, ironiche animazioni che vivacizzano il resto della pellicola. Ma dieci minuti possono rivelarsi dannatamente lunghi; soprattutto quando comincia ad assalirti la vaga tentazione di cavarti gli occhi o cominciare a battere la testa contro il muro...

Per fortuna, a un certo punto, i protagonisti decidono di sedersi a giocare a Jumanji horror... e diciamo che, da quel momento in poi, le cose cominciano a farsi un po’ più elettrizzanti.

Soprattutto perché le teste di questi insopportabili, artificiosi cliché ambulanti cominciano finalmente a esplodere – letteralmente - come petardi XD... un fatto che, ormai, mi riporterà per sempre alla mente la lettura del delizioso e surreale “Bunny” di Mona Awad, uno dei miei libri horror preferiti degli ultimi anni!

Ora...

In “Game of Death”, le interpretazioni sono atroci, i personaggi raccapriccianti e il messaggio abbastanza discutibile: voglio dire, un altro pippone sull’innocenza perduta, sulla crescente dose di desensibilizzazione causata (secondo chi non ha niente di meglio da fare) dall’avvento dell’era dei mass media e dei videogiochi? Bu-uh-uh, brutti millenials cattivi: ma quanto saremo scemi, depravati e superficiali, con i nostri account Instagram e la nostra passione per “Legends of Zelda”? XD

Ma, scemenze a parte, la verità è che “Game of Death” riesce (perlomeno) a dosare egregiamente la sua componente umoristica. Durante la visione, infatti, mi sono ritrovata a sogghignare in più di un’occasione: vuoi per le esagerate esplosioni splatter di viscere e frattaglie, vuoi per la natura stessa dei suoi dialoghi deliranti (un 50% di bestemmie miste e un 50% di strilli a casaccio, per un 100% totale di pura e deliziosa imbecillità surreale!).

 

Molte cose possono capitare, nel bel mezzo... di un festino!

Un’altra cosa che ho notato, guardando “Game of Death”, è che i due registi hanno cercato di inserire qua e là un paio di simpatiche citazioni.

La poliziotta canterina, ad esempio, sembra quasi una rilettura in chiave parodica del personaggio di Marge Gunderson, la protagonista del film “Fargo” interpretata dall’immensa Frances McDormand.

Il ragazzo con il ciuffo, quello completamente svalvolato, tende a ricordare invece un certo personaggio di “Funny Games”.

Probabilmente il film contiene altri omaggi di questo genere; non sono un’esperta, e quei continui riferimenti al documentario sui leoni marini potrebbero avere un significato (oltre a quello di semplice elemento di raccordo) che al momento tende a sfuggirmi... Ma sospetto che non perderò il sonno per questo! XD

Fra sguaiate canzoni francesi, inquadrature bizzarre, proiettili che si muovono in slow motion e riprese che sembrano filmate attraverso la telecamera del cellulare, “Game of Death” è uno di quei film che riescono a intrattenere il pubblico come un artista circense in preda a un attacco epilettico: una visione che, in qualche modo, ti spinge a prendere in seria considerazione l’idea di chiamare un’ambulanza (per chi ha firmato la sceneggiatura? Per te che lo stai guardando? Chi può dirlo?).

Se alla fine rinunci ai soccorsi, è solo perché, ormai, hai già capito che non c’è più niente da fare XD...

 


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