venerdì 29 ottobre 2021

Recensione: "The Hollow Places", di T. Kingfisher

Aspettando Halloween, non poteva assolutamente mancare sul "Laumes' Journey" la recensione del libro horror più elettrizzante, pauroso ed eccentrico che abbia letto quest'anno: "The Hollow Places" di T. Kingfisher!

Un romanzo squisitamente inquietante, a metà strada fra survival e portal horror, che vi spalancherà la strada per un mondo di orrori, misteriose entità sovrannaturali, e... lontre assassine?!

 


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La trama

Kara è appena uscita da un divorzio che l’ha sorpresa come un fulmine a ciel sereno.

Era abituata a una vita tranquilla, comoda e “normale”... e adesso invece si ritrova a lavorare nel “Glory to God Museum of Natural Wonders, Curiosities and Taxiderm”, il museo di assurdità, animali impagliati e chincaglierie assortite gestito dal suo bislacco e attempato zio materno, Earl.

Nonostante il cambiamento improvviso, per Kara tutto procede, più o meno, nel migliore dei modi... almeno fino a quando un intervento chirurgico non costringe zio Earl ad assentarsi per qualche mese, e Kara, completamente sola, non si ritrova ad avvistare un misterioso buco lungo una delle pareti del museo.

Un’apertura inspiegabile, che si spalanca su un bunker che non dovrebbe esistere; una vera e propria camera segreta che, quanto pare, si affaccia addirittura su un altro mondo. Un luogo in cui, neanche a dirlo, il pericolo si annida dietro ogni angolo, pieno di reliquie e di minacce mortali!

Lo stupore di Kara si trasforma ben presto in fascinazione; e, da lì, la strada che porta all’ossessione si rivela veramente breve!

In compagnia di Simon, il simpatico barista gay della porta accanto, la nostra eroina decide quindi di partire all’esplorazione di questa nuova, entusiasmante realtà... soltanto per scoprire che il bunker offre una via d’accesso a infinite realtà alternative, e che ciascuno di questi mondi è abitata da creature che sembrano in grado di origliare i pensieri...

Più pensi a loro, più li rendi forti.

Più li rendi forti... e più difficile diventa ignorarli.

 

L'ordalia di Kara

"The Hollow Place" è uno di quei rari, rarissimi libri horror che riescono a incantarti al primo sguardo.

Sul serio: bastano una o due pagine in compagnia di Kara, Simon e zio Earl per capire che questo è uno di quei viaggi che non vorresti assolutamente rischiare di perderti!

In parte accade perché i personaggi risultano, al tempo stesso, squinternati e credibili, iperbolici e sorprendentemente familiari... in due semplici parole: dannatamente umani!

Ma succede anche perché Kingfisher (alias Ursula Vernon, già autrice del delizioso romanzo fantasy "The Raven and The Reindeer") possiede un diabolico senso del ritmo e un'impareggiabile capacità di sfruttare a proprio vantaggio le principali convenzioni del genere fantastico.

La sua Kara è una logo designer freelancer che ha fatto della “geekiness " a 360 gradi il proprio stile di vita, una millennial innamorata della cultura pop in tutte le sue imprevedibili sfumature.

Divorziata, avida lettrice di speculative fiction, fervente autrice di fan fiction relative a ship impossibili, Kara sarebbe in grado di avvistare un riferimento lovecraftiano, o di tracciare una similitudine fra la sua assurda situazione e quella di un personaggio tratto da un libro di C. S. Lewis, con una velocità che perfino la sottoscritta (nerd per vocazione dalla bellezza di 35 anni a questa parte...), le ammirerebbe senza riserve!

Ma Kara è anche sarcastica, vulnerabile e irrimediabilmente incasinata, una donna sulla trentina senza il becco di un quattrino e in preda a una capacità d'immaginazione che tende a eccedere di gran lunga il buon senso.

Insomma, il suo punto privilegiato di vista sugli eventi, la sua inconfondibile voce narrante (spumeggiante e moderna, complice ed esasperata...), rappresenta senz'altro l'elemento di "The Hollow Place" che ho amato sopra ogni cosa!

 

Prega che siano affamati!

Umorismo a parte, "The Hollow Places" è un horror che funziona anche perché i suoi (numerosi) jump scares sono piazzati a regola d'arte e la sue scene splatter risultano genuinamente raccapriccianti.

Non posso citarvi la mia preferita perché sarebbe uno spoiler tremendo, per cui mi limiterò a dirvi che c'è una sequenza, poco oltre la metà del libro, che "omaggia" espressamente il finale di "Alien"... e, neanche a dirlo, la cosa mi ha semplicemente estasiato! XD

Provare a pensare a "The Hollow Place" come a una sorta di via di mezzo fra il film "Una notte al museo" con Ben Stiller e la light novel giapponese "Otherside Picnic" potrebbe essere riduttivo, in un certo senso... ma, secondo me, vi aiuterebbe anche a farvi un'idea del surreale concentrato di brividi, risate e personalità di cui stiamo parlando!

Le creature che popolano le pagine del libro, dal canto, possono essere descritte soltanto come inquietanti, pittoresche e originali.

"Prega che siano affamati" è un po' lo slogan della vicenda; perché, in effetti, diventare il pasto di una di queste creature si conferma, in breve, un'esperienza molto meno traumatica della prospettiva di trovarsi ad affrontare un mostro in vena di giocare con quello che ha nel piatto.

Tutto questo per dire che, sì... ritengo "The Hollow Places" una lettura alla portata di tutti, compresi gli amanti del genere YA (anche se il target di riferimento ideale si compone soprattutto di lettori adulti).

Dopotutto, si tratta una lettura scorrevole, adrenalinica, divertente e ricchissima di colpi di scena.

Ma sospetto che i deboli di cuore (e di stomaco) farebbero comunque meglio a starne alla larga.

Altrimenti, la combo esplosiva "gore estremo + atmosfera super-creepy" potrebbe mettere seriamente alla prova il loro appetito! XD




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