Per riprenderci dalle fatiche del lunedì, lasciamo che sia la recensione della deliziosa rom-com saffica “Delilah Green doesn’t care” a inaugurare la nostra settimana!
Una commedia romantica effervescente, spassosa e all’insegna
dell’ottimismo più sfrenato, firmata da Ashley
Herring Blake, già autrice dei romanzi YA “Girl Made of Stars” e “Hazel
Bly and the Deep Blue Sea”...
La trama
Delilah Green ha
giurato a se stessa che non sarebbe più tornata a Bright Falls.
Dopotutto, lì non c’è più niente per lei; nulla, a parte i
ricordi di un’infanzia trascorsa all’insegna
della solitudine e dell’indifferenza, e di una matrigna e di una sorellastra che, a suo avviso, hanno sempre fatto del loro meglio
per respingerla e tagliarla fuori.
La vita di Delilah è a New
York, adesso, e passa attraverso la sua carriera di fotografa (finalmente avviata incontro a una direzione promettente...), oltre a includere un letto a due piazze che non è costretta a occupare da sola neanche
per una notte.
Certo, si tratta di una donna
diversa ogni volta, ma questo, in fondo, si intona benissimo alla sua
visione della vita: nessuna relazione, nessuna
responsabilità, nessuna possibilità di ritrovarsi con un cuore spezzato.
Ma poi Astrid, la sorellastra in questione, la “incoraggia”
caldamente ad accettare un lavoro: occuparsi delle fotografie nel corso del suo
imminente matrimonio con un medico
facoltoso.
Delilah vorrebbe rifiutare, ma fra la necessità di incassare
un sostanzioso assegno e una vagonata di sensi di colpa, la frittata è fatta: contro ogni buon
senso, eccola di nuovo nella sua vecchia cittadina dimenticata da dio, quella
che un tempo era solita chiamare “casa”.
La stessa sera, succede qualcosa di molto strano: Delilah si
imbatte in Claire Sutherland, una
delle migliori amiche di sua sorella. Claire, che ai tempi del liceo faceva
parte della “cricca” di mean girls
da cui Delilah ha sempre cercato di tenersi lontano... e che, adesso, sta
facendo del suo meglio per allevare una
figlia da sola, mentre affronta i capricci di un ex inaffidabile e cerca di tenere a galla una piccola libreria.
Claire e Delilah si conoscono da anni, e fra loro non è mai
corso buon sangue, per cui non è
assolutamente possibile che fra di loro scatti improvvisamente qualcosa... O
sì?
Mentre formano un’alleanza
per impedire ad Astrid di compiere il più grosso errore della sua vita –
sposare un arrogante buono a nulla – Delilah e Claire si ritroveranno a fare con
i reciproci difetti, un’attrazione
insopprimibile, e... parecchie scintille!
Un pizzico di felicità
Ogni tanto, ho bisogno anch’io di affidarmi alle pagine di
un confortevole ed elettrizzante “feel-good book”; qualcosa in grado
di trasportarmi a duecentomila anni luce di distanza dalla mia vita quotidiana e
da qualsivoglia tematica scottante, il porto
sicuro in cui fermarmi a riprendere il fiato e a recuperare le forze .
“Delilah Green doesn’t
care” ha rappresentato esattamente questo per me, e non mi imbarazza
minimamente affermare che ne ho amato OGNI.
SINGOLO.CAPITOLO.
Siamo ancora all’inizio dell’anno, per cui non voglio sbilanciarmi,
ma sospetto già che quella di Ashley Herring Blake sarà la mia commedia
preferita del 2022; un po’ come accadde con “One Last Stop” per il
2021, insomma.
Il romanzo offre, sopra ogni cosa, la cronaca di una storia d’amore contemporanea, briosa e travolgente; un canovaccio basato su uno dei più classici cliché del
genere (quello degli opposti che si
attraggono), fortunatamente privo di risvolti eccessivamente drammatici o “angoscianti”.
Claire e Delilah sono protagoniste
divertenti, sexy e ricchissime di difetti; l’alchimia fra di loro non può essere messa in discussione neanche
per un secondo e, anzi, sfido qualsiasi lettore/lettrice a negare l’assurdo
carico di energia “ormonale” che
caratterizza ogni loro interazione.
Voglio dire, una super-mamma
nerd dall’indole dolcissima e dal piglio battagliero, e una bad girl dalla battuta pronta e il look
alla Faith Lehane/Wynonna Earp?
E come si fa, a non fare il tifo per una ship così? XD
La chiave del successo
Ho sempre pensato che il segreto del successo, per una commedia
romantica che si rispetti, risieda almeno al 50% nella qualità dei suoi dialoghi e nella natura accattivante dei suoi personaggi
secondari.
In “Delilah Green
doesn’t care”, ad esempio, mi sono imbattuta in quel particolare tipo di comprimario che ti spinge a tuffarti fra le pagine come fra le braccia spalancate di un vecchio amico.
I dialoghi, dal canto loro, sono irresistibili, e l’atmosfera
“confortevole” mi ha fatto immediatamente fatto pensare a una certa serie tv di Amy
Sherman-Palladino. Dopotutto, non è difficile vedere Bright Falls come una sorta di Stars
Hollow in versione 2022; se vi è mai capitato di vedere anche un solo episodio di “Una
mamma per amica”, sospetto che capirete immediatamente di cosa sto
parlando.
Al di là del romance, comunque, la cosa che ho amato di più è
stata sicuramente la sottotrama
dedicata all’esplorazione del delicato
rapporto fra Delilah e Astrid;
una relazione difficile, commovente e quasi dolorosa che, con un pizzico di
fortuna, Ashley Herring Blake tornerà a esplorare nel corso di “Astrid
Parker doesn’t fail”, il secondo
volume della serie!
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