venerdì 10 luglio 2020

Recensione: "The Ones - La Profezia dei Prescelti", di Veronica Roth

Attenzione: la seguente recensione fa riferimento all'edizione originale in lingua inglese del libro!


Potete acquistarlo QUI

"Fin dalla sua prima comparsa, l'Oscuro non ha fatto che generare panico e caos. Entità malefica incredibilmente potente, ha provocato eventi catastrofici capaci di radere al suolo città intere e spezzare migliaia di vite innocenti. Gli unici in grado di sconfiggerlo, a quanto scritto in una profezia, potrebbero essere cinque ragazzini, Sloane, Matt, Ines, Esther e Albie, i Prescelti.
Prelevati dalle loro case da un'agenzia governativa, vengono sottoposti a un training durissimo in cui viene insegnato loro l'uso della magia, indispensabile per affrontare la missione che li attende. La lotta con l'Oscuro prosegue per anni, ma alla fine ne escono vincitori. Tutto il mondo a questo punto può tornare piano piano alla normalità... tutti tranne loro, soprattutto Sloane, che più dei compagni fatica a rimettersi in sesto. I segreti che nasconde non solo la tengono agganciata al passato ma la allontanano inevitabilmente dalle sole quattro persone al mondo in grado di capirla. Subito dopo la celebrazione del decimo anniversario della gloriosa vittoria sull'Oscuro che vede ancora una volta riuniti i cinque Prescelti, accade l'impensabile: uno di loro muore. E quando i restanti quattro si riuniscono per celebrarne il funerale, fanno una tremenda scoperta: hanno commesso il grave errore di sottovalutare l'Oscuro. Il suo obiettivo finale, infatti, è sempre stato molto più grande di quanto loro, il governo e persino la profezia avessero previsto, e questa volta resistergli potrebbe costare a Sloane e ai suoi compagni molto più di ciò che hanno ancora da dare..."


Se dipendesse da me, "The Ones - La Profezia dei Prescelti" entrerebbe immediatamente a far parte di qualsiasi corso di scrittura creativa, in qualità di argomento obbligatorio.
Lo trovereste inserito nel programma alla voce "Ecco quello che succede quando vi sedete a scrivere senza uno straccio di idea, amore per il vostro lavoro o strategia a lungo termine".
Se volete assicurarvi di firmare un romanzo schizofrenico, selvatico, nevrotico, affetto da sindrome bipolare e totalmente fuori controllo... be', voi seguite l'esempio della Roth, e vedrete che riuscirete a centrare il vostro obiettivo senza problemi!

Mi dispiace: giuro che mi sarebbe piaciuto iniziare a parlare di "The Ones" con un mix di serietà e pazienza, magari addirittura di entusiasmo, senza essere costretta a ricorrere all'arma (peraltro a doppio taglio) dell'ironia e del sarcasmo, ma... Onestamente non riesco a capire per quale diamine di motivo un'autrice del calibro (commerciale, se non altro...) di Veronica Roth sia stata completamente abbandonata dal suo staff di supporto editoriale in quest'avventura e lasciata alla mercé di un progetto che ha finito con il trasformarsi dell'equivalente letterario di un giardino invaso dalle erbacce e rosicchiato dalle talpe.

"The Ones - La Profezia dei Prescelti" è un romanzo che fa fatica anche solo a individuare il suo pubblico, per quanto mi riguarda.
Il libro esordisce nelle accattivanti tonalità grigio-scure di un graffiante urban fantasy per adulti in stile "La Nona Casa", per poi fare il verso allo YA "Steelheart" di Brandon Sanderson (con cui condivide un grosso frammento di trama e perfino l'ambientazione...) e cominciare a inserire tropes da classico bestseller per adolescenti come se non ci fosse un domani. 
Accenna subdolamente a promettenti risvolti psicodrammatici e al tema del trauma come colonna portante del suo intreccio, alludendo a questioni serie e non lesinando risvolti importanti (facendo chiaramente riferimento a titoli iconici quali "Siamo Tutti in Ordine" di Daryl Gregory e "Every Heart a Doorway" di Seanan McGuire) salvo poi ritrovarsi a inserire quello che sembra un capitolo scartato e riadattato della trilogia di "Divergent": acerbo, sincopato, fracassone e inutilmente plateale.

Ci presenta il quadretto di questa protagonista trentenne, cinica, misteriosa, sfregiata dalla vita. Ma i suoi schemi mentali sono gli stessi di Tris, teenager ribelle alle prese con l'ennesima rivoluzione, e con la necessità di trovare il suo posto in un mondo che non la non la capisce, e con l'amletica domanda "quale diavolo di maschio alfa credete che farei bene a rimorchiarmi quest'oggi?".
Peggio ancora: la Roth allude, attraverso la stessa scelta del titolo di questa sua nuova opera, alla presenza di ben cinque prescelti; vale a dire di cinque potenziali comprimari in grado di aggiungere il proprio tocco di unicità alla narrazione, ciascuno con un proprio background e un suo punto di vista particolare sulla vicenda.
E invece no, le luci dei riflettori restano puntate su Sloane per tutto il tempo, azzerando ogni prospettiva e imprigionando ciascuno di questi personaggi all'interno di una gabbia dalle sbarre inoppugnabili: la migliore amica festaiola, l'ex fidanzato fustacchione, la lesbica nevrotica e il sensibile cucciolone dal cuore d'oro.
Cinque prescelti: cinque semplici accessori, dei meri ornamenti volti a mettere in risalto l'arco narrativo della protagonista.

Non intendo spoilerarvi nulla dal punto di vista della trama, perché l'obiettivo delle mie recensioni è sempre stato quello di descrivervi la mia personale esperienza di lettura, e non quello di convincervi ad acquistare o non acquistare un libro.
Ma quando avrete letto "The Ones - La Profezia del Prescelti", pretendo che torniate qui a raccontarmi del monumentale facepalm che vi capiterà di affibbiarvi non appena vi imbatterete in un certo twist di inizio seconda parte.
Che non ha senso ed è una totale delusione e viene sbattuto in faccia al lettore senza il minimo accenno di grazia, tatto o semplice accortezza narrativa. Si presuppone che la Roth sia un'autrice professionista, seguita, stimata e supportata da un piccolo esercito di esperti dell'industria, dall'editing al marketing, passando per la correzione di bozze e il proofreading.
Perciò non me ne starò qui a far finta che abbia scritto "The Ones" con passione, dedizione e competenza. Francamente, credo che una panzana del genere costituirebbe più un insulto alle sue doti che altro...


Giudizio personale:
2.5/10





4 commenti:

  1. Mi sembra di capire che la Roth rientra nel gruppo di autori che non è necessariamente un peccato se rimangono nell'ombra.
    Peccato per l'occasione sprecata rappresentata da temi e possibile trama: i presupposti per una lettura non dico indimenticabile, ma almeno interessante c'erano.

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    1. Lo credo anch'io, Kate... Il fatto che "Divergent" rientri nell'elenco dei libri più venduti in America negli ultimi 10 anni, a questo punto comincia a deprimermi un po'! XD
      Scherzi a parte, considero "The Chosen Ones" una grande, grandissima occasione sprecata. Più in generale, la testimonianza di quello che può succedere quando un autore decide di battere la fiacca e scegliere tutte le soluzioni narrative apparentemente più convenienti, contemporaneamente e senza filtri logici di sorta! :(

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  2. mi è bastato il facepalm di quando ho letto il finale di Insurgent. Non ci tengo a ripete l'esperienza xD

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    1. Ai tempi mi fermai a "Divergent", ma credo di capire benissimo quello che intendi dire ahahaha! :D

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