“A Casa Prima di Sera”: dovrebbe essere questo il titolo italiano di “Home Before Dark”, il nuovo, atteso romanzo di Riley Sager, autore del bestseller internazionale “Final Girls – Le Sopravvissute”.
Un libro che, che secondo me, piacerà tanto ai fan di “The Amytiville Horror” quanto agli estimatori del recente thriller “La Casa delle Voci” di Donato Carrisi.
La Time Crime dovrebbe portarlo in Italia ad aprile 2021; nel frattempo,
colgo l’occasione per proporvi la mia recensione
dell’edizione in lingua originale!
;D
“A Casa Prima di Sera”: la trama
«Com’era? Vivere in quella casa.»
Maggie Holt è
abituata a sentirsi ripetere domande del genere.
Venticinque anni fa, lei e i suoi genitori, Ewan e Jess, si sono trasferiti a Baneberry Hall, una gigantesca proprietà vittoriana nel cuore dei boschi
del Vermont. Sono riusciti a passare in quel posto soltanto una ventina di
giorni: alla fine di quelle fatidiche tre settimane, infatti, gli Holt sono
balzati in macchina e sono scappati via a gambe levate. Da quella notte,
nessuno di loro è più tornato a Baneberry Hall.
Ewan ha raccontato la sua ordalia in un libro di non fiction
chiamato “La Casa degli Orrori”. La
sua cronaca riportava i suoi
terrificanti incontri con le malefiche presenze
che infestano Baneberry Hall, diaboliche entità che, a quanto pare, avevano
preso di mira soprattutto sua figlia Meggie. Un libro di memorie che, in breve
tempo, è diventato un clamoroso successo tradotto in una mezza dozzina di
lingue.
Oggi, Maggie non ricorda più niente di quegli eventi. Ha
passato gran parte della sua adolescenza e della sua vita da adulta a porsi un
milione di domande, a cercare di capire se nelle parole di suo padre potesse
nascondersi un germoglio di verità.
Da tempo, ormai, sospetta che Ewan e Jess non siano altro che una coppia di abili truffatori, ma il loro categorico
rifiuto di tornare a parlare di quei fatidici venti giorni in Vermont ha
continuato a tenerla sulle spine per anni.
Fino a quando una malattia non arriva a stroncare Ewan, e l’atto di proprietà di Baneberry Hall passa
definitivamente nelle mani di Maggie.
È il momento di tornare
a casa… e di scoprire che il libro di suo padre conteneva, forse, più
verità di quanta gli stessi abitanti del posto siano disposti ad ammettere.
Doppia anima
Come avrete notato, i punti di contatto fra la trama di “A Casa Prima di Sera” e tutti i millemila
retroscena legati alla pubblicazione del celebre “The Amityville Horror” di Jay
Hanson sono veramente numerosi.
Da parte sua, il romanzo di Riley Sager può vantare una sorta di “doppia natura”: nel corso delle sue pagine, infatti, ci viene data la possibilità di esplorare, a capitoli alterni, la linea temporale di Maggie e quella di suo padre, attraverso le parole del suo famigerato libro dedicato alla Casa degli Orrori.
Che è un po’ come dire che il lettore può concedersi il lusso di leggere due storie al posto di una: un adrenalinico thriller basato sul tradizionale modello a base di indizi, false piste e incredibili colpi di scena, e un agghiacciante horror gotico dedicato alle farneticanti entità che si aggirano per i corridoi di una scricchiolante magione sperduta fra i boschi.
Un espediente che
funziona, soprattutto perché queste due diverse “versioni” della realtà
sono destinate a sovrapporsi e a sfumare
dolcemente l’una nell’altra.
Di eroine e voci narranti
Se avete letto “Final
Girls” (edizione Giunti), sapete già che Riley Sager è un maestro della tensione. Il ritmo di “A Casa Prima di Sera” si conferma
altrettanto incalzante e suggestivo. E il
mistero al centro della trama è veramente
in grado di stuzzicare l’immaginazione;
il lettore non potrà fare altro che continuare a girare spasmodicamente le
pagine, intrigato dall’accorta disposizione degli indizi e disperatamente
affamato di risposte... un po’ come la stessa Maggie, insomma.
La costruzione dei
personaggi, invece, rappresenta un po’ il
tasto dolente di “A Casa Prima di
Sera”. Dopotutto, il romanzo di Sager punta molto sulla solidità del plot e
sull’immediatezza dello stile (diretto, scorrevole e completamente privo di
fronzoli).
Nel corso della narrazione, né Maggie, né Ewan si dimostrano
protagonisti particolarmente complessi o interessanti. Sono personaggi di finzione, non persone in
carne e ossa, e al lettore non viene concessa alcuna opportunità di
dimenticarsi questa differenza. È un po’ lo stesso difetto che mi è capitato di
riscontrare durante la lettura de “La
Casa delle Voci”, adesso che ci penso.
Bisogna anche ammettere che si tratta di una “pecca”
perfettamente funzionale al dipanarsi dell’intreccio. Perché è a questo punto
che entra in gioco il concetto di narratore
inaffidabile: se Maggie racconta una cosa e suo padre Ewan ne riporta un’altra,
a un certo punto il lettore comincerà automaticamente a mettere in dubbio ogni
parola che legge.
Chi sta dicendo la verità? Chi sta mentendo? E perché?
Il punto è che non arriviamo mai a “conoscere” fino in
fondo questi personaggi, perciò non possiamo fidarci di nessuno dei due. Ed è
proprio questo, in fondo, che rende così avvincente la lettura!
A ciascuno il suo
Se amate leggere storie di fantasmi di stampo un po’ più “letterario”,
dal linguaggio forbito e dall’immaginario ricco e sviluppato… bè, naturalmente
vi consiglierei di scartare “A Casa Prima di Sera” senza esitare! Tornate
immediatamente dalla Jackson e da Henry James, e non muovetevi da lì fino a
quando non avrete finito di divorare i vostri “Hill House” e il vostro “Giro
di Vite”! ;D
Nel romanzo di Riley Sager, infatti, non troviamo una
significativa e ricercata costruzione
dell’atmosfera (come accade, ad esempio, nel recente horror hollywoodiano “Plain Bad Heroines” di Emily M. Danforth). Il tema non è particolarmente
sviluppato, e continua per lo più ad aleggiare sullo sfondo senza riuscire a
raggiungere grandi picchi di intensità.
Quello che “A Casa
Prima di Sera” può offrire,
signori e signore, è una trama orchestrata a regola d'arte.
Un tripudio di cliffhanger, rivelazioni e pistole di Cechov al servizio di un intreccio
che spiazza, aggancia, inquieta, irretisce dalla prima all’ultima pagina.
Il finale – lo confesso
candidamente – mi ha raggelato fin nel profondo delle ossa. C’è una scena in particolare che torna a
balzarmi in mente, anche a distanza di ore. Vi dico solo che sono abituata a
leggere horror da quando avevo 12 anni, eppure ieri, a tarda notte, mi sono
ritrovata a osservare le ombre che si rincorrevano sul soffitto della mia
stanza in preda a un senso di apprensione che mi scivolava lentamente giù per
lo stomaco... ma, soprattutto, a fissare il mio armadio.
Ragazzi, lo giuro: non credo che riuscirò più a guardare il mio armadio nello
stesso modo! XD
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