lunedì 12 luglio 2021

Recensione: "Black Widow" (film, 2021)

 


Perciò, dopo il trattamento indegno ricevuto nel finale di “Avengers: Endgame”, Natasha Romanoff ha finalmente ottenuto il film che meritava!

Un’adrenalinica e divertentissima pellicola d’azione, che per la prima volta è riuscita a mostrarci il lato umano (e sorprendente tenero) di un personaggio che molti registi avevano cercato di relegare al rango di oggetto sessuale. Emblematica la controversa battuta di Tony Stark, che in “Iron Man 2”, alla vista di Natasha, esclamò semplicemente: «Ne voglio una!».

Ad ogni modo…

Black Widow” è diventato ufficialmente uno dei miei film preferiti di casa Marvel; forse il preferito in assoluto, e lo dico con un groppone in gola abbastanza difficile da deglutire: soprattutto perché il blockbuster diretto da Cate Shortland è un prequel, e perché sappiamo già che non potrà mai esserci un sequel (o, almeno, non uno con Scarlett Johansson ancora nel cast).

La verità è sempre stata sotto gli occhi di tutti e, in realtà, credo che qualsiasi lettore di fumetti Marvel avrebbe potuto confermarvelo: Black Widow ha sempre avuto tanto da dire, e la sua caratterizzazione è sempre stata una delle più complesse, mature e potenzialmente interessanti.

In questo film, finalmente apprendiamo parte della sua storia, delle persone con cui è cresciuta, degli eventi che l’hanno trasformata in una potentissima superoina. Il confronto con la sua parte oscura, una zona d’ombra generata dal suo soggiorno forzato nella fantomatica Stanza Rossa, di cui noi fan del MCU avevamo già sentito parlare in altre occasioni.

È bastato il prologo a farmi capire che avrei assistito a un film completamente diverso da “Endgame”, quell’irritante e interminabile spettacolino a base di fanservice. “Black Widow”, sotto molti aspetti, è una pellicola che riuscirebbe a camminare sulle sue gambe perfino se non andasse a inserirsi in una decennale tradizione cinematografica sui supereroi.

Le prima scene catturano velocemente l’attenzione dello spettatore: un sorprendente e inquietante spaccato sull’infanzia di Natasha, che serve a stabilire l’atmosfera e a darci un’idea piuttosto precisa a proposito della quantità di rivelazioni e colpi di scena ancora in attesa.

Chiaramente, “Black Widow” è un film d’azione: il che vuol dire che i personaggi si prendono a botte ogni quattro minuti (a volte solo per dirsi ciao), le automobili esplodono a più non posso, e sinistri sgherri dall’accento straniero continuano a puntare pistole a destra e a manca come se non ci fosse un domani. Ciascuna di queste scene risulta, a suo modo, altamente spettacolare, e francamente esilarante da vedere, soprattutto sul grande schermo.

Suppongo che Shortland avrebbe potuto giocarsi la carta facile; firmare una spy-story come tante altre, sfruttare al massimo le considerevoli doti di Johansson (fisiche e recitative), e lasciare che la popolarità del franchise Marvel facesse il resto.

Invece, la regista ha deciso di regalarci un film originale e dinamico sulla famiglia, sul perdono e sul coraggio di cambiare; la storia di una donna che, nata dal niente, sfruttata dalla stessa gente che avrebbe dovuto proteggerla, decide di ritagliarsi con le sue forze un posto “in mezzo ai grandi”: gli eroi dotati di mirabolanti poteri cosmici, quelli che non hanno bisogno di mandare giù cinque compresse di ibuprofene dopo ogni combattimento, perché la loro resistenza speciale li rende immune a qualsiasi tipo di danno.

Guardando “Black Widow”, appare abbastanza evidente che Natasha non è immune a un accidenti di niente: né al dolore di una costola rotta, né al bruciore di uno squarcio lungo il braccio… né al senso di tristezza e solitudine scatenato dal cosiddetto “divorzio degli Avengers”, un evento che ha riaperto una ferita dolorosa del suo passato.

Non che sentirete mai volare una lamentela o una protesta, da parte sua.

Per me, questa è praticamente l’unica sfumatura che perfino quel disastro di “Endgame” era riuscito a imbroccare (anche se probabilmente non di proposito): nel MCU, come nel mondo reale, a personaggi come Stark, Thor o Rogers vanno i patemi, la gloria, le battute strappalacrime, i discorsi sul podio e i memoriali in pompa magna… A Natasha, i cocci da sistemare, i conflitti da risolvere, i sacrifici da compiere nell’anonimato.

E, adesso, una favolosa scena post-credits, che mi ha praticamente spezzato il cuore.

Fra i nuovi personaggi, ho amato immensamente… tutti! Senza scherzi: dal Red Patriot di David Harbour alla Melina Vostokoff di Rachel Weisz, passando ovviamente per la strepitosa Yelena di Florence Pugh, una co-protagonista più che all’altezza della situazione! La sorellina perfetta per la nostra Black Widow (voglio dire, la storia di Natasha che fa le pose? Ho riso per un quarto d’ora! XD); un personaggio di cui il MCU avrà dannatamente bisogno, nel corso delle Fasi a venire!

Come bonus aggiuntivo, una tonnellata di riferimenti ai fumetti e un inserimento nella continuity a dir poco esemplare.

Insomma, non so bene cosa mi aspettassi, da questo “Black Widow”. Ma mi ha sicuramente trasmesso molto più di quanto sperassi: una vera e propria valanga di emozioni.

Se non l’avete ancora visto, correte a rimediare… Probabilmente non avrete bisogno di essere fangirl esagitate del mio stesso livello per adorarlo: per una volta, sospetto che vi basterà apprezzare il buon cinema d’azione! :D

 


2 commenti:

  1. Primo film che ho rivisto al cinema dopo quasi un anno, mi è piaciuto molto ma forse ha qualche difetto (bisogna sospendere un po' troppo l'incredulità con il quartier generale volante secondo me) e il personaggio di red guardian l'ho trovato un tantino ridicolo xD
    Però ho amato molto il fatto che finalmente ci sia stato dato un degno background per Nat e mi è piaciuta moltissimo Helena (spero tanto possa prendere il posto di Nat perchè è adorabile)

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    Risposte
    1. Spero anch'io di rivedere Ylena al più presto, magari già in "Hawkey" su Disney+, come la scena post-credit lascia sperare! :D
      Per il resto, concordo pienamente con te, anche se devo ammettere che le esagerazioni (tipo il quartier generale volante, appunto...) per me fanno parte dell'appeal del film ehehe! :D
      In ogni caso, hai ragione: è stato un gran bel ritorno al cinema! *____*

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