Perciò, dopo il trattamento indegno ricevuto nel finale di “Avengers:
Endgame”, Natasha Romanoff
ha finalmente ottenuto il film che
meritava!
Un’adrenalinica e divertentissima pellicola d’azione, che per la prima volta è riuscita a mostrarci il lato umano (e sorprendente tenero)
di un personaggio che molti registi avevano cercato di relegare al rango di
oggetto sessuale. Emblematica la controversa battuta di Tony Stark, che in “Iron Man 2”, alla vista di Natasha,
esclamò semplicemente: «Ne voglio una!».
Ad ogni modo…
“Black Widow” è
diventato ufficialmente uno dei miei
film preferiti di casa Marvel; forse il
preferito in assoluto, e lo dico con un groppone in gola abbastanza
difficile da deglutire: soprattutto perché il blockbuster diretto da Cate Shortland è un prequel, e perché sappiamo già che non
potrà mai esserci un sequel (o, almeno, non uno con Scarlett Johansson ancora nel cast).
La verità è sempre stata sotto gli occhi di tutti e, in
realtà, credo che qualsiasi lettore di fumetti Marvel avrebbe potuto confermarvelo:
Black Widow ha sempre avuto tanto da
dire, e la sua caratterizzazione è
sempre stata una delle più complesse, mature e potenzialmente interessanti.
In questo film, finalmente apprendiamo parte della sua
storia, delle persone con cui è cresciuta, degli eventi che l’hanno trasformata
in una potentissima superoina. Il
confronto con la sua parte oscura,
una zona d’ombra generata dal suo soggiorno forzato nella fantomatica Stanza Rossa, di cui noi fan del MCU avevamo
già sentito parlare in altre occasioni.
È bastato il prologo
a farmi capire che avrei assistito a un film completamente diverso da “Endgame”, quell’irritante e interminabile
spettacolino a base di fanservice. “Black
Widow”, sotto molti aspetti, è una pellicola che riuscirebbe a camminare
sulle sue gambe perfino se non andasse
a inserirsi in una decennale tradizione cinematografica
sui supereroi.
Le prima scene catturano velocemente l’attenzione dello spettatore: un sorprendente e inquietante spaccato sull’infanzia di Natasha, che serve a stabilire l’atmosfera e a darci un’idea piuttosto precisa a proposito della quantità di rivelazioni e colpi di scena ancora in attesa.
Chiaramente, “Black
Widow” è un film d’azione: il che vuol dire che i personaggi si prendono a
botte ogni quattro minuti (a volte solo per dirsi ciao), le automobili
esplodono a più non posso, e sinistri sgherri dall’accento straniero continuano
a puntare pistole a destra e a manca come se non ci fosse un domani. Ciascuna
di queste scene risulta, a suo modo, altamente
spettacolare, e francamente esilarante da vedere, soprattutto sul grande schermo.
Suppongo che Shortland avrebbe potuto giocarsi la carta
facile; firmare una spy-story come
tante altre, sfruttare al massimo le considerevoli
doti di Johansson (fisiche e
recitative), e lasciare che la popolarità del franchise Marvel facesse il resto.
Invece, la regista ha deciso di regalarci un film originale
e dinamico sulla famiglia, sul
perdono e sul coraggio di cambiare; la storia di una donna che, nata dal
niente, sfruttata dalla stessa gente che avrebbe dovuto proteggerla, decide di
ritagliarsi con le sue forze un posto “in mezzo ai grandi”: gli eroi dotati di mirabolanti poteri cosmici, quelli che
non hanno bisogno di mandare giù cinque compresse
di ibuprofene dopo ogni combattimento, perché la loro resistenza speciale
li rende immune a qualsiasi tipo di danno.
Guardando “Black Widow”, appare abbastanza evidente che
Natasha non è immune a un accidenti di niente: né al dolore di una
costola rotta, né al bruciore di uno squarcio lungo il braccio… né al senso di
tristezza e solitudine scatenato dal cosiddetto “divorzio degli Avengers”, un evento che ha riaperto una ferita dolorosa
del suo passato.
Non che sentirete mai volare una lamentela o una protesta,
da parte sua.
Per me, questa è praticamente l’unica sfumatura che perfino
quel disastro di “Endgame” era riuscito a imbroccare (anche se probabilmente non di proposito): nel MCU, come nel mondo reale, a personaggi come Stark, Thor o Rogers vanno i patemi, la gloria, le battute
strappalacrime, i discorsi sul podio e i memoriali in pompa magna… A Natasha, i cocci da sistemare, i conflitti da
risolvere, i sacrifici da compiere nell’anonimato.
E, adesso, una favolosa
scena post-credits, che mi ha praticamente spezzato il cuore.
Fra i nuovi personaggi, ho amato immensamente… tutti! Senza
scherzi: dal Red Patriot di David Harbour alla Melina Vostokoff di Rachel
Weisz, passando ovviamente per la
strepitosa Yelena di Florence Pugh, una co-protagonista più
che all’altezza della situazione! La sorellina perfetta per la nostra Black
Widow (voglio dire, la storia di Natasha che fa le pose? Ho riso per un
quarto d’ora! XD); un personaggio di cui il MCU avrà dannatamente bisogno, nel
corso delle Fasi a venire!
Come bonus aggiuntivo, una tonnellata di riferimenti ai fumetti e un inserimento nella continuity a dir poco esemplare.
Insomma, non so bene cosa mi aspettassi, da questo “Black
Widow”. Ma mi ha sicuramente trasmesso molto più di quanto sperassi: una vera e
propria valanga di emozioni.
Se non l’avete ancora visto, correte a rimediare… Probabilmente non avrete
bisogno di essere fangirl esagitate del mio stesso livello per adorarlo: per una volta, sospetto che vi basterà apprezzare il buon cinema d’azione! :D
Primo film che ho rivisto al cinema dopo quasi un anno, mi è piaciuto molto ma forse ha qualche difetto (bisogna sospendere un po' troppo l'incredulità con il quartier generale volante secondo me) e il personaggio di red guardian l'ho trovato un tantino ridicolo xD
RispondiEliminaPerò ho amato molto il fatto che finalmente ci sia stato dato un degno background per Nat e mi è piaciuta moltissimo Helena (spero tanto possa prendere il posto di Nat perchè è adorabile)
Spero anch'io di rivedere Ylena al più presto, magari già in "Hawkey" su Disney+, come la scena post-credit lascia sperare! :D
EliminaPer il resto, concordo pienamente con te, anche se devo ammettere che le esagerazioni (tipo il quartier generale volante, appunto...) per me fanno parte dell'appeal del film ehehe! :D
In ogni caso, hai ragione: è stato un gran bel ritorno al cinema! *____*