giovedì 15 luglio 2021

Recensione: "Domino - Strays", di Tristan Palmgren

Marvel Heroines, Vol. 1

Potete acquistarlo QUI in italiano

"Nel primo di un’esplosiva serie di romanzi Marvel, Domino, sagace mercenaria e creatrice di fortuna, affronta una pericolosa setta e il proprio oscuro passato. Missione: infiltrarsi nella setta di un ciarlatano di Chicago per liberare due gemelli completamente plagiati.

Domino, ex agente della X-Force, non ci sta: i fanatici portano solo guai. Le sue notti sono ancora popolate da incubi sul Progetto Armageddon, il programma del supersoldato che le ha rovinato la vita e distrutto la famiglia. Se solo ci fosse stato qualcuno ad aiutarla, allora, qualcuno… come lei. Una bella rottura, ma forse è giunto il momento di affrontare quei demoni. Con i suoi superpoteri di manipolazione delle probabilità, Domino riesce a volgere anche la peggiore delle situazioni a proprio vantaggio."



Domino: Strays" è il primo libro nato dall'accordo fra la Marvel e la casa editrice americana Aconyte. L'obiettivo è quello di proporre al pubblico una serie di romanzi incentrati su una vagonata di supereroi, dai più celebri ai quasi-misconosciuti del vasto pantheon Marvel.

Questa avventura di Domino, in particolare, è stata firmata da Tristan Palmgren, autore noto per i suoi romanzi d'azione in salsa trash (“Quietus”). 

Il suo "Domino: Strays" debutterà in lingua italiana il 15 agosto, edito dalla Asmodee; il titolo del romanzo dovrebbe restare invariato.

Ma chi è Domino, esattamente, e qual è la natura dei suoi poteri?

Bè, la verità è che forse non mi conviene spoilerarvi troppi dettagli, dal momento che Palmgren dedica alla riscoperta delle origini della protagonista una porzione abbastanza abnorme del suo romanzo. No, dico sul serio: capisco la necessità di spiegare un paio di cosette ai neofiti, ma l'escamotage di riassumere due intere “run” di fumetti nell'arco di quella che avrebbe dovuto essere una storia completamente originale, in realtà mi è sembrato un po' una presa in giro nei confronti di noi fan dei comics.

Ad ogni modo...

Domino, dicevamo, è una mutante; una spia e una mercenaria abilissima nel combattimento corpo a corpo. L' (anti-)eroina è inoltre capace di alterare il campo delle probabilità statistiche e di influenzare la fortuna a proprio vantaggio (provate a pensare al potere di Arlo in "A dark and hollowstar", ma potenziato...); una risorsa di grandissimo impatto, che ovviamente si accompagna alle sue belle limitazioni.

Il vero nome di Domino è Neena Thurman, e il suo personaggio è stato creata da Fabian Nicieza e Rob Liefeld nel 1992. Fra l'altro, alcuni di voi ricorderanno forse di aver intravisto una sua versione nel film "Deadpool 2".

Nel suo romanzo, Palmgren fa riferimento soprattutto alla serie di fumetti scritta da Gail Simone; il che vuol dire che "Domino: Strays" va a collocarsi, cronologicamente parlando, qualche tempo dopo la fondazione del gruppo delle "Hothots", vivace banda di mercenarie capitanata dalla stessa Domino.

Tutte le ragazze della squadra fanno una comparsata all'interno di queste pagine, comprese Black Widow (siete già andati a vedere il suo film, vero?), Outlaw e Diamondback.

Esaurite le presentazioni di rito, veniamo subito al succo della recensione: vale davvero la pena leggere "Domino: Strays"?

La risposta è semplicissima, anche se leggermente ambigua: dipende! XD

Voi quanto amate il genere pulp?

Se la risposta è "un sacco, ne leggerei a tonnellate", credo che potreste trovare piacevolissimo il libro di Palmgren, un lunghissimo monologo interiore infarcito di esplosioni, sparatorie e botte da orbi.

Lo stile di Palmgren è molto "basico", diretto e privo di fronzoli; per quanto riguarda l'aspetto tecnico, diciamo solo che l'autore fa dell'esposizione il proprio cavallo di battaglia.

Il testo descrive le scene d'azione, le armi e le missioni di ricognizione in maniera molto minuziosa e accurata; i personaggi, d'altro canto, sono interessanti come i sassolini che cospargono il fondo di un acquario, e non si inseriscono particolarmente bene all'interno di nessuna continuity.

Per quanto mi riguarda, ammetto di aver trovato particolarmente frustrante la granitica seriosità del tono narrativo impostato da Palmgren, e di aver rimpianto in più di un’occasione l'ironica complicità dei dialoghi di Simone.

Ma sospetto che, per una ristretta nicchia di lettori, "Domino: Strays" potrebbe rappresentare un discreto thriller d'intrattenimento. Dopotutto, può vantare una sana vena dark, delle tematiche (relazioni abusive, fanatismo, squilibri mentali…) decisamente adatte a un pubblico maturo e una convincente atmosfera “da zona grigia”, che ricorda un po' quella delle serie Netflix, tipo "Daredevil" o "Jessica Jones".

Prossimamente, uscirà anche il romanzo dedicato a Inez Temple/Outlaw, sempre di Palmgren, e ho intenzione di leggere pure quello. Ma, sotto sotto, non posso fare a meno di sperare che le prossime uscite della collana “Marvel Heroines” ci riservino qualche sorpresa, e soprattutto un bel cambio di direzione…




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