“Gunpowder Milkshake”, il film d’azione al femminile con Karen Gillan e Lena Headey, è sbarcato su Amazon Prime Video…
Un progetto interessante, che sulla carta si presentava come
una sorta di punto di incontro fra “John Wick” e “Kill Bill”.
Il cast d’alto
profilo e l’entusiasmo iniziale
del pubblico lasciavano presagire una pellicola adrenalinica e deliziosamente
divertente; eppure, durante la visione qualcosa ha magicamente smesso di funzionare…
Curiosi di scoprire cosa? Leggete la recensione e lo scoprirete! ;D
La trama
The Firm. Così si
chiama la misteriosa organizzazione per cui lavora Sam (Gillan), un’assassina di professione dall’indole
implacabile e la mira infallibile.
Dopo essere stata abbandonata
dalla madre Scarlet (Headey), Sam è stata cresciuta da uno dei pezzi grossi
del gruppo, un certo Nathan (Paul
Giamatti). Nel tempo, l’uomo ha fatto in modo di trasformare la ragazza in
una copia di Scarlet: un sicario
perfettamente addestrato a portare a termine ogni tipo di incarico, a
prescindere dalle conseguenze.
L’unica differenza? Sam è una testa calda dal grilletto facile, se possibile ancora più della sua
ribelle genitrice…
Ed è così che, dopo una missione nata sotto il segno di una
stella particolarmente cattiva, la nostra eroina finisce per piantare una
pallottola nel corpo del rampollo di un uomo molto, molto potente.
La situazione si complica nel momento in cui Nathan le
chiede di uccidere un povero diavolo accusato di aver rubato dei soldi all’organizzazione
– in barba agli interessi della figlioletta di quest’ultimo.
La piccola Emily (Chloe
Coleman), infatti, è stata rapita da una banda di mercenari; se il padre non consegnerà il denaro al loro
boss, la bambina correrà un pericolo terribile.
Sam è combattuta. Soltanto per un momento, in realtà…
Perché, in fondo, il ricordo di Scarlet che monta in
macchina e le volta le spalle per
sempre è ancora fin troppo vivido nel suo cuore.
Come potrebbe adesso, Sam, ripetere lo stesso errore e lasciare
Emily in balia di quegli uomini violenti e spregiudicati?
Di madre in figlia
Il rapporto fra Scarlet e Sam e, dopo un po’, anche quello che
comincia a instaurarsi fra Emily e la stessa Sam, rappresentano
forse i miei elementi preferiti del film.
Come avrete intuito, “Gunpowder
Milkshake” non è una pellicola che cerca di fare della profondità e
dell’introspezione psicologica i propri punti di forza. Ma ho apprezzato
perlomeno l’attenzione dato al tema
della maternità, nonché al legame intrecciato da queste tre donne forti e imprevedibili;
dopotutto, non si vedono tutti i giorni scene in cui la protagonista può
liquidare la battutaccia-cliché del
solito sgherro di turno (“Io sono venuto
qui con un esercito. E tu?”) con un disinvolto: “Io? Ho portato mia madre!”
XD
Il problema principale del film di Navot Papushado è che, malgrado l’elevato numero di personaggi “fumettosi” ed effetti speciali spumeggianti, la
sceneggiatura fa del suo meglio per sottrarre dall’equazione le vitali
componenti dell’ironia e dell’umorismo.
Gli attori recitano in preda a una grande seriosità, come se si trovassero sul set di un film sull’Olocausto.
Il personaggio di Karen Gillan, in particolare, sfoggia un livello di caratterizzazione terribile; la sua Sam
risulta, a tratti, totalmente meccanica
e inumana, granitica al punto da rasentare l’invulnerabilità sovrannaturale.
Le sequenze d’azione
Bè, non posso dire che le capacità atletiche di Gillan brillino in modo particolare
(soprattutto se paragonate a quelle di determinate colleghe), ma ammetto di aver trovato le scene di combattimento gradevoli e
piacevolmente ridicole, nella loro forma super-coreografata
e incentrata sull’effetto dello slow
motion.
Se dovessi descrivere la formula cinematografica di Papushado in termini percentuali,
probabilmente vi direi che il suo film è al 50% fracasso, al 20% adrenalina e
all’8% copia/omaggio di questo o quell’atro film di vaga ispirazione tarantiniana…
Il restante 22%?
Pura e semplice presa
per il c**o... ma in un’accezione molto meno negativa di quanto potreste pensare! XD
Le Bibliotecarie
Quello che proprio non posso perdonare a “Gunpowder Milkshake”, ovviamente, è lo spreco di potenziale.
Mi riferisco in particolar modo alle tre Bibliotecarie, personaggi di supporto
interpretati da grandissime attrici di calibro internazionale: Angela Bassett (“Black Panther”), Carla
Cugino (“The Haunting of Hill House”)
e Michelle Yeoh (“La Tigre e il Dragone”).
In teoria, le Bibliotecarie avrebbero dovuto incarnare un
terzetto di donne tostissime; le “fate
madrine” di Sam, super-esperte nell’arte dello spionaggio, del
combattimento corpo a corpo e dello scontro a mano armata.
Il trailer
lasciava presagire grandi cose, e una quantità di divertimento
a non finire; per quanto mi riguarda, il 90% del suddetto appeal era riconducibile ai personaggi in questione.
Nella realtà dei fatti, le Bibliotecarie sono poco più che comparse. Non soltanto le loro battute
si rivelano scialbe e intercambiabili; durante la visione, ho avuto addirittura
la sensazione che la sceneggiatura cercasse costantemente di relegarle al ruolo
di oggetti scenografici, un terzetto
di “appendici di scena” incaricate di apportare un tocco di stravaganza dal punto di vista di acconciature e costumi.
Un perfetto “character design”, insomma…
Ah, se soltanto “Gunpowder
Milkshake” fosse stato un videogioco, anziché un film!
Gunpowder Milkshake 2?
Come la stampa specializzata ci informa, il sequel di “Gunpowder Milkshake” è già in fase di sviluppo.
Karen Gillan dovrebbe tornare nei panni della protagonista
Sam; la speranza dell’attrice, infatti, è quella di poter inaugurare un nuovo franchise action in stile “John Wick”.
Ma è ancora presto per prevedere cosa accadrà…
Per quanto mi riguarda penso che, per il momento, mi
“accontenterei” di vedere su Netflix il sequel di “Old Guard”. Quel finale
mi è rimasto un po’ sullo stomaco e io non sono una che rinuncia facilmente,
quindi… mi sa che non sono ancora pronta a dire addio alle mie speranze! :P
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