venerdì 3 dicembre 2021

Recensione: "La Casa in Fondo a Needless Street", di Catriona Ward

La Casa in Fondo a Needless Street”, traduzione italiana di “The Last House on Needless Streetdi Catriona Ward, arriverà in Italia a fine gennaio per la Sperling and Kupfer.

E questa è la prima buona notizia.

La seconda?

Questo libro è una bomba, ragazzi! Uno dei migliori thriller psicologici che abbia mai letto.

Un imprevedibile concentrato di colpi di scena, emozioni e tematiche in salsa horror, dalla penna di un’autrice di cui lo stesso Stephen King non ha potuto fare altro che tessere le lodi.

Catriona Ward, pronta a esplodere sulla scena letteraria come una delle più incisive e coinvolgenti eredi spirituali dell’immensa Shirley Jackson...


Potete acquistarlo QUI in italiano

 

La trama

 La Casa in Fondo a Needless Street” racconta la storia di un omicidio. Di una ragazzina scomparsa. Di una vendetta.

La storia di Ted, che vive nell’ultima casa prima della foresta, di sua figlia Lauren e della sua gatta Olivia, e della loro vita ordinaria in quartiere che più normale e ordinario di così non si può.

Tutte queste cose sono vere. Eppure, alcune di queste cose sono bugie.

Perché un segreto inenarrabile lega gli abitanti dell’ultima casa in fondo a Needless Street, e quando una nuova vicina si trasferisce nella casa accanto, bè... la verità non sempre basta a liberare chi è prigioniero. A volte, una cosa così può anche distruggerti.

Perché nella foresta è stato sepolto qualcosa, qualcosa di oscuro. Ma non è quello che pensate...

 

Il gioco della matrioska

«The first thing I hate is called a Russian doll. It holds a smaller version of itself inside it, and another inside that and so on. How awful. They are prisoners. I imagine them all screaming in the dark, unable to move or speak. The doll’s face is broad and blankly smiling. It looks so happy to be holding its children captive.» 

 

Impazzisco dalla brama di raccontarvi qualcosa di più sulla trama de “La Casa in Fondo a Needless Street”. Giuro che è così: non sto deliberatamente cercando di fare la misteriosa... è solo che una parola in più rischierebbe di rovinarvi almeno una delle millemile sorprese che questo romanzo tiene in serbo per voi.

Avete presente “L’amore bugiardo” di Gillian Flynn? Ecco, allora forse potete cominciare a farvi un’idea di cosa aspettarvi.

Catriona Ward porta il concetto di “narrazione inaffidabile” su tutto un altro livello. Il protagonista, Ted, è un uomo che nasconde molti segreti, anche (e forse soprattutto) a se stesso. Beve troppo, soffre di amnesia, passa il 50% del suo tempo a cercare nuove amicizie su Internet... e ogni settimana vede uno psicologo che assomiglia un po’ a un insetto a stecco, un uomo che cerca costantemente di svelare i misteri della sua mente.

Ted, al mondo, ha soltanto due priorità: l’incolumità di sua figlia Lauren, che a volte sembra veramente un po’ bizzarra, e quella della sua gatta, Olivia, uno dei Pov del libro, nonché assoluta beniamina del lettore.

Dall’altra parte della strada vive Dee, che a 14 anni, nel corso di una gita al lago insieme alla famiglia, ha perso sua sorella. E, forse, anche qualcos’altro...

Tutte queste storie si incastrano insieme come i pezzi della bambolina russa che dimora sulla mensola del caminetto in casa di Ted. Un oggetto che sembra quasi maligno, per la stessa natura del suo contenuto: una genitrice che divora le sue figlie, che le ingloba come se non fossero altro che carburante, estensioni di sé, pezzi di ricambio da usare a piacimento.

Ma anche affascinante, per l’incredibilità complessità che accomuna, in realtà, tutte quelle vite nascoste...

Un mosaico di sogni struggenti e incubi terrificanti: l’unica descrizione possibile per questo libro, in cui il sospetto regna sovrano e il lettore realizza, in breve tempo, di poter contare su un’unica certezza: quella di non potersi fidare di nessuno.

Insomma, “La Casa in Fondo a Needless Street” mi ha offerto tutto quello che speravo di trovare leggendo il recente (e pompatissimo) “Sorelle” di Daisy Jonhson: palpitazioni, suspense, ossessione, brividi, una valanga di emozioni e... un cuore spezzato.

 

«I pensieri sono porte attraverso cui i morti passano attraverso»

Non credo che quello di Catriona Ward sia un libro adatto a tutti.

Ma se avete amato titoli come “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello”, “La Casa delle Voci”, A Casa Prima di Sera” o “Bunny”, sospetto che “La Casa in Fondo a Needless Street” vi ruberà il cuore.

Forse non capirete subito di cosa parla questa storia, e vi sentirete addirittura frustrati, per un capitolo o due; smarriti in un labirinto di indizi e false piste, pistole di Čechov e agnizioni pronte a esplodere come crudeli epifanie.

Ma vi assicuro che, a lungo andare, la tematica al cuore della narrazione vi centrerà come un pugno nello stomaco.

Catriona Ward è una narratrice eccezionale e, onestamente, non credo di essermi sentita travolgere così tanto da un’atmosfera, una voce narrante o un cast di personaggi dei tempi dello stratosferico “The Drowning Girl” di Caitlìn R. Kiernan.

Ogni volta che provo a chiudere gli occhi, mi pare di vedere l’Ankou di Ted che mi fissa dall’oscurità. Allora mi ritrovo a domandarmi: che faccia indosserà questa volta, il messaggero della Morte? E gli dei della Foresta, proveranno mai a parlare con me attraverso il volo degli uccelli, il canto del vento fra le fronde?

 La Casa in Fondo a Needless Street” è uno di quei rarissimi libri horror che tendono a entrarti sotto la pelle. Restano con te soprattutto perché fanno male, e perché sono autentici.

In effetti, riescono a essere onesti con te perfino mentre ti mentono, e ti mostrano più mondi, tempi e azioni di quanti la logica dovrebbe essere in grado di rendere conto.

Ma, come in fondo sanno anche i bambini, la mente umana non è fatta di sola logica.

E, a volte, basta attraversare una porta per ritrovarsi in una stanza fatta di echi e rimpianti profondi, vite spezzate e ricordi che ritornano a infestarci...


 

 PS: la mia recensione, come spesso accade, si riferisce all'edizione in lingua originale del romanzo, "The Last House on Needless Street" :)


4 commenti:

  1. Da un lato è un thriller, quindi un "no" di base per me. Dall'altro me lo hai accostato a Abbiamo sempre vissuto nel castello.
    Ora ho grossi dubbi sul dargli una possibilità.

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    1. E' un grande libro, Kate, che deve a Shirley Jackson il 99% della sua ragion d'essere...
      Nulla a che fare con quei dozzinali thrillerini che infestano le nostre librerie, giuro! ;D

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  2. Ne ho sentito parlare molto positivamente, non sono molto avvezza agli horror ma sembra qualcosa che potrebbe piacermi!

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    1. Se ti piacciono i libri gotici e/o i thriller psicologici, sono sicurissima che potrebbe fare al caso tuo, Nicole! L'atmosfera è moooolto inquietante, ma non ci sono scene splatter di sorta ^____^

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