Titolo originale: Hide Me Among The Graves
Autore: Tim Powers
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Disponibile: anche in italiano, edito dalla Newton Compton!
Trama: "Inverno 1862. Uno spirito malvagio si aggira per le fredde e cupe strade di Londra. È il fantasma vampiro di John Polidori, che un tempo fu lo zio della poetessa Christina Rossetti e del pittore Dante Gabriel. Proprio Christina, all'età di quattordici anni, ha attirato sulla famiglia la maledizione di Polidori. Una terribile tragedia che, però, ha avuto anche effetti positivi: da allora lo zio ha ispirato con i suoi poteri soprannaturali le opere dei due fratelli. Ma nel tempo il vampiro è diventato sempre più pericoloso: quando un giorno Polidori resuscita la moglie defunta di Dante - trasformandola in un raccapricciante vampiro - e minaccia degli innocenti e altri membri della famiglia, i Rossetti capiscono che è giunto il momento di eliminare il mostruoso parente e spezzare la maledizione, anche a costo di perdere per sempre il loro talento creativo. Christina e Dante si ritrovano così catapultati in una Londra sotterranea e soprannaturale di cui non sospettavano l'esistenza. Tuttavia, per entrambi, scegliere tra una vita mortale priva di ispirazione e l'empia immortalità offerta da Polidori potrebbe rivelarsi più difficile del previsto."
Ambientazione: la storia si snoda fra i vicoli, i tetti e i viali scarsamente illuminati di una Londra vittoriana fumosa, sudicia e densa di scricchiolii, echi, bisbigli spettrali, sinistre e inspiegabili presenze. Il sovrannaturale è all'ordine del giorno in questa metropoli tentacolare e disumanizzante; forze occulte spaventose lavorano al completamento di un disegno osceno e sommamente malvagio, fra una gran quantità di prodigi e portenti, tombe echeggianti di voci misteriose e loschi figuri, cacciatori di anime e vampiri millenari che non conoscono requie. Nel frattempo, il fondo grigio del Tamigi trabocca di spiriti, e non tutti sono animati da buone intenzioni...
Personaggi principali:- Christina Rossetti: poetessa italo-britannica del periodo vittoriano, realmente vissuta negli anni in questione. Nel romanzo di Powers, Christina è un'anima tormentata e irrequieta, segnata a vita dalle conseguenze di un tremendo errore giovanile; dotata di una fervida immaginazione e di uno spirito romantico e ribelle (destinato a cacciarla nei guai più di una volta, si intende), è legata, tramite vincoli oscuri e contorti, allo spettro di suo zio, il fantasma/vampiro Polidori...
- John Crawford: medico veterinario dall'indole gentile e sensibile, ha perso la moglie e i due figli a causa della tremenda maledizione che grava sulla storia della sua famiglia. Educato e compassato, sa tirare fuori un coraggio e una forza d'animo ammirevoli; proprio quando crede di essere giunto al capolinea, arriva qualcuno a fargli cambiare idea... nel modo più scioccante e inaspettato di tutti! XD
- Adelaide McKee: ex-prostituta, costretta a vendersi per strada da una banda di malviventi, e inciampata nel vampiro Polidori per puro caso. Adelaide è una donna estremamente forte e orgogliosa, determinata e poco incline a slanci di sentimentalismo di qualsiasi genere; ma è anche, nello stesso tempo, una ragazza di buon cuore che riesce, infine, a innamorarsi dell'uomo giusto, nonché a trasformarsi nell'incarnazione vivente di tutte le qualità che una buona madre dovrebbe arrivare a possedere...
- Dante Gabriel Rossetti: poeta e pittore fratello di Christina, nel romanzo anima egocentrica, irrequieta e totalmente ossessionata dalla poesia. Focoso e superficiale, Gabriel coinvolge suo malgrado nel proprio gotico dramma familiare più di un'anima sventurata; ne paga il prezzo, nel modo più agghiacciante, ma riuscire a trovare le risorse - e la forza - per reagire non sarà affatto semplice...
- Edward Trelawny: anziano scrittore e sagace avventuriero che, nella vita reale, fu grande amico dei due poeti romantici inglesi per eccellenza - vale a dire, chiaramente, Shelley e Lord Byron. Trelawny è, nel libro, la vittima prediletta di un'illustre vampira-regina di nome Boadicea. Cinico e un po' scorbutico, sempre pronto all'insulto e alla baruffa nonostante l'età non più verde, è il più combattivo e spassoso dei personaggi creati da Powers per l'occasione, secondo me...
- John Polidori: un tempo medico e scrittore, zio dei fratelli Rossetti, Polidori è, nel romanzo, uno spettro-demonio assetato di sangue innocente e artefice del più diabolico dei progetti. E' capace di mutare forma a suo piacimento e ha grandi poteri, incluso un qual certo fascino seduttivo che miete parecchie vittime a Londra; ma, come ogni vampiro che si rispetti, è anche estremamente vulnerabile all'aglio e alla luce del sole.
Le mie opinioni:
Voglio cominciare premettendo che "La Tomba Proibita", secondo me, è un romanzo gotico di rara intensità e di indiscusso fascino narrativo.
Fin dai primi capitoli del libro, ho ammirato l'abilità evocativa di Powers e il suo stile enormemente suggestivo, ricco di echi, di spunti, di fugaci visioni colte appena con la coda dell'occhio; nessun altro autore - o quasi - sarebbe secondo me stato in grado di infondere alla storia un tocco così personale, indefinito e nello stesso tempo vivido, tenebroso, surreale, in grado di agganciare realmente l'attenzione del suo lettore alle pagine, quasi che si trattasse di una calamita attratta da un magnete.
Ma... ma...
Vi aspettavate già che fosse in arrivo un bel 'ma', non è vero? :P
Il fatto è che, a un certo punto della lettura, ho alzato gli occhi e mi sono resa conto, con sincero rammarico, che l'incantesimo intessuto da Powers era tutt'altro che completo, sotto diversi aspetti.
Dal punto di vista di ambientazione e atmosfera, "La Tomba Proibita" è praticamente il romanzo perfetto. Tim Powers è uno scrittore, acclamatissimo in patria, che si è fatto le ossa scrivendo, per lo più, di personaggi e fatti realmente vissuti/accaduti, chiaramente mediante l'innesto di molteplici elementi tratti invece dalla propria immaginazione e dal mondo del fantasy e dell'occulto.
Questa sua nuova fatica non fa eccezione - e difatti si può dire che la sua Londra vittoriana, ri-adattata per l'occasione, sia stata senz'altro magnificamente dipinta, fra accenni di storia e architettura e pennellate dal sapore tipicamente folkloristico: una capitale grigia e soffocata dai fumi, dal traffico, dal caos e dalla povertà, ma anche funestata dagli spiriti e da altre entità, ancora più antiche e arcane, che sguazzano nella melma fangosa in fondo al Tamigi.
Una cornice che si confa' perfettamente al quadro della storia cupa, dolente, sconcertante che l'autore aveva in mente di narrare; un racconto che parla di vampiri e di tormento, sì, ma più ancora, su di un altro livello, di errori, di perdono, di voglia di redenzione, di peccati gravissimi che vanno a ripercuotersi irrimediabilmente sul futuro dei figli.
Powers colloca al centro della vicenda tre nuclei familiari, si potrebbe dire.
Seguiamo, rispettivamente, le (dis-)avventure del mite John Crawford e dei suoi, dei quattro fratelli Rossetti e dell'indomabile Trelawny per un arco temporale che va ad abbracciare diversi anni, in totale più di un decennio. Un periodo lungo, durante il quale diversi personaggi spariscono e altri compaiono; non c'è un vero protagonista, si potrebbe dire: a fare la parte del leone è la tragedia stessa che Powers si ripromette di riversare su carta, vale a dire il tema delle maledizioni familiari, così caro alla narrativa gotica di ogni tempo e luogo.
La scelta, di per se', in questo caso non mi è parsa insensata né particolarmente azzardata: Powers è un veterano della scrittura, ed è anche, guarda caso, davvero bravo in quello che fa, per cui la verità è che il suo cast di personaggi, per quanto enorme e svariato, non mi ha, all'inizio, lasciato perplessa né scoraggiata in alcun modo. Anzi: ero sinceramente curiosa di scoprire verso quali lidi la sua smisurata immaginazione ci avrebbe condotti per l'occasione.
Ma, a conti fatti, non posso evitare di rilevare che non tutti i personaggi (pur avendo, di base, tutte le premesse per diventare delle solide figure, credibili e affidabili) sono stati trattati dall'autore nella stessa maniera. Non sto parlando solo di spazio concesso, chiaramente; mi riferisco a caratterizzazione, sfumature, attenzione, colore e spessore.
Crawford, Trelawny, Adelaide, Johanna, e alcuni dei comprimari (pittoreschi e ambigui personaggi che si aggirano per le strade di Londra in preda a propositi oscuri, nella maggior parte dei casi) mi sono piaciuti molto e mi hanno convinto al cento per cento. Il medico veterinario e l'ex-prostituta, in modo particolare, mi sono entrati nel cuore, mentre l'anziano avventuriero mi ha fatto sorridere e scuotere bonariamente la testa in più di un'occasione.
Ma non vale lo stesso, per quanto mi riguarda, ad esempio nel caso di Gabriel e Christina: due figure fuori fuoco, leggermente sbiadite, secondo me, più spettrali e incoerenti degli stessi spettri che il fratello William si ostina a invitare regolarmente durante le sedute che si tengono di tanto in tanto nel loro salotto! XD
Questi personaggi mi sono rimasti completamente oscuri, insieme alle loro motivazioni. Ho provato pietà per Gabriel in alcuni momenti, e antipatia allo stato puro nei confronti della fragile sorella in altri, ma, per lo più, mi sono sentita indifferente alle loro sorti, come se davvero me ne importasse meno di niente... perché non li ho sentiti reali, in alcun modo. Stesso discorso per Algernon Swinburne, a proposito.
La nota più dolente di tutte, tuttavia, consiste per quanto mi riguarda in una mancanza di coerenza di fondo, relativa allo sviluppo della trama, che mi ha lasciato con un gran senso di frustrazione addosso e con la costante sensazione/certezza di essermi persa parecchi dettagli importanti.
Vi spiego meglio: Powers, in questo romanzo, ha scelto, del tutto arbitrariamente, di mantenersi sul criptico, sul misterioso, sul vago e sul labile confine che oscilla continuamente fra la certezza e il dubbio; lui, in veste di narratore, non ci spiega mai nulla - né lo fanno, se non di rado, e comunque mai per vie dirette - i suoi personaggi. E' il lettore a dover sviluppare i necessari collegamenti, a dover dedurre la causa e riempire i vuoti, ad attribuire un senso e un ordine alle fosche tradizioni e regole non scritte che regnano nello strisciante sottosuolo della capitale.
Se da un lato la tecnica accresce il senso di sospensione e di mistero, infonde forza al gusto dell'onirico e della visionarietà, dall'altro non si può negare che renda faticoso seguire le fila generali della vicenda.
Non mi considero una lettrice particolarmente pigra (né sveglia, certo, quanto a questo! XD), ma devo confessare di essermi spazientita in più punti, incapace di ricollocare correttamente gli avvenimenti nella giusta sequenza oppure, più di frequente ancora, di capire esattamente perché il Tal dei Tali avesse appena fatto una data azione o pronunciato una determinata battuta.
Eppure, nonostante questi (secondo me abbastanza vistosi) difetti, non posso negare di essermi goduta alcune magistrali sequenze ambientate nel cuore pulsante (nonché sovrannaturale) oscuro e segreto di Londra; "La Tomba Proibita" per me resta un bel libro, affascinante e ancora più che originale, scritto da un autentico professionista del genere.
Il romanzo avrebbe potuto tranquillamente aspirare a un voto - e a un indice di gradimento da parte della sottoscritta, si intende :P - più alto e sostanzioso, se non fosse stato per i suoi molteplici eccessi e le sue lacune, questo sì!
Eppure, lo consiglio, soprattutto agli appassionati di storie gotiche o di urban fantasy: vampiri come John Polidori, o la bellissima/deforme regina titana/nana Boadicea, non ne avete mai incontrati prima in nessun romanzo, fidatevi di me... vi conquisteranno! ;D
Giudizio personale: 7.6/10
:)
Devo ammettere che non conoscevo questo autore :( però sembra molto interessante e la tua recensione mi ha incuriosita parecchio! Cercherò di metterci le mani sopra prima o poi... :)
RispondiEliminaGrazie, Siannalyn! ^^ Secondo me, Powers è un autore interessante; molti dei suoi romanzi sembrano promettenti, l'unico problema è che sono un po' da difficili da reperire in italiano, perché è passato parecchio dalla prima pubblicazione nel nostro Paese (con l'eccezione, chiaramente, proprio de "La Tomba Proibita", che è uscito di recente). Magari però in inglese, chissà... ;D
EliminaBene, cercherò di recuperarmi qualcosa di lui, tanto in italiano o in inglese fa poca differenza (anche se magari inizierò da questo... per pigrizia! :P)
EliminaBella recensione :)
RispondiEliminaL'autore non lo conosco, e credo che continuerò a non conoscerlo: i punti che hai elencato come deboli sono quelli che tendono a far precipitare a caduta libera il gradimento :(
Ti capisco, Kate: effettivamente, per tutto il primo quarto del romanzo, sono stata convintissima di trovarmi di fronte a un romanzo che mi avrebbe fatto impazzire... salvo poi dovermi ricredere, purtroppo! :( Magari, più avanti, mi cimenterò con qualche altro libro di Powers: so che è uno dei grandi nomi dello steampunk, magari comincerò da lì, se riesco a trovare qualcosa in inglese! ;D
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