venerdì 18 dicembre 2020

Recensione: "The Gutter Prayer", di Gareth Hanrahan

 

Black Iron Legacy, Vol. 1

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"Nell'antica città di Guerdon, tre ladri - un'orfana, un ghoul e un uomo maledetto - vengono accusati di un crimine che non hanno mai commesso. La loro sete di vendetta li porterà a esporre una pericolosa cospirazione, i cui semi sono forse stati piantati ancor prima della loro nascita. Una guerra magica secolare è sul punto di riaccendersi, e nei tunnel oscuri al di sotto della città un potere malefico ha preso ad agitarsi. Soltanto restando insieme, i tre amici riusciranno - forse - a prevenire un conflitto che potrebbe portare un carico di devastazione definitivo alle porte delle loro città - e del mondo al di là."


Secoli fa, vi avevo promesso una recensione di "The Gutter Prayer". Per qualche misteriosa ragione, la cosa ha continuato a scivolarmi di mente, almeno fino a quando non mi sono imbattuta, un paio di giorni fa, in una pagina del mio taccuino infarcita di appunti e considerazioni personali sul titolo in questione.

Dovete sapere che il cupissimo libro d'esordio di Gareth Hanrahan è la lettura ideale da consigliare ai fan dei videogiochi, dei gdr in modo particolare. Avete presente "Dark Souls" e "Bloodborn"? Ecco, diciamo che l'"estetica" del romanzo (immaginario + bestiario) si sposerebbe benissimo con il tipo di grafica e sistema di gioco di un action rpg!

"The Gutter Prayer", in un certo senso, è una specie di creatura ibrida, che si staglia orgogliosamente al centro del crocevia che congiunge i sentieri dell'horror e dell'high fantasy.  La vena dark dell'autore si riflette sia sulla costruzione dei personaggi, sia sulla qualità delle ambientazioni. Da un punto di vista personale, devo confessare di aver amato molto le seconde e poco i primi; ma ritengo che i fan di autori come Mark Lawrence o Brandon Sanderson potrebbero avere un'opinione completamente diversa. Anche se probabilmente c’è un motivo, se nessuno dei personaggi principali viene citato per nome all’interno della sinossi. La metropoli di Guerdon – una “grande città violenta” con contorno di gilde, mostri, occultisti e altri loschi figuri – è la vera attrazione del libro; anche se, bisogna dirlo, in fondo ho adorato seguire il Pov di una certa Santa, una paladina dall'indole bizzarra e dalla lingua tagliente che - secondo me - riesce a mettere facilmente in ombra tutti e tre i protagonisti.

La trama, di per sé, è quel genere di intruglio in grado di far scappare via a gambe levate chiunque non sia un fanatico hardcore del fantasy. Una ladra, un ghoul e un uomo di pietra si ritrovano invischiati in una cospirazione per il controllo di Gotham City Guerdon; ciascuno di loro verrà costretto a confrontarsi con i propri demoni, sia sul piano materiale che su quello spirituale, e a ingaggiare battaglia contro il nemico a colpi di spada, artiglio o pergamena. Non c'è molto altro da dire (a meno di peccare di spoiler); Hanrahan ha posto senz’altro molta cura nella preparazione del world building (oscuro, pericoloso, intrigante...) e nello sviluppo di un elaborato sistema magico, ma credo che nemmeno il più entusiasta dei lettori potrebbe sognarsi di descrivere "The Gutter Prayer" come un libro basato sull’originalità o sulla forza dei suoi personaggi. Per logica conseguenza, nella seconda metà il plot prende ad arrancare in maniera molto macchinosa, e devo confessare che nessuno dei twist narrativi escogitati dall’autore è riuscito a coinvolgermi in modo particolare. Un peccato: se Hanrahan si fosse ricordato di riversare anche un briciolo di umanità e passione nei suoi antieroi ombrosi e tormentati, probabilmente “The Gutter Prayer” si sarebbe rivelato un piccolo gioiello…

Giudizio personale:
6.3/10




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