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Nel 1969, Jack (George
MacKay) e i suoi fratelli Billy (Charlie
Heaton), Jane (Mia Goth) e Sam (Matthew
Stagg) attraversano l’oceano insieme
alla madre per trasferirsi in America e iniziare una nuova vita.
La famiglia, braccata
da un personaggio sinistro e oscuro, decide di cambiare identità e assumere
un nuovo cognome: Marrowbone.
Un’estate felice e spensierata conduce sulla loro soglia la
vivace Allie (Anya Taylor-Joy), una
coetanea con cui i fratelli stringono subito un’intensa amicizia. All’inizio, i
giorni scorrono tranquilli, e il passato comincia piano a piano a sbiadire
dalle loro menti…
Ma lasciarsi alle spalle certi traumi può rivelarsi più
difficile di quanto immaginino; soprattutto perché al mondo esistono persone che
farebbero qualsiasi cosa, pur di
continuare a renderti la vita un inferno.
E quando la loro mamma si ammala, i giovani Marrowbone cominciano a intuire che
presto potrebbero ritrovarsi soli e in balia di una minaccia oscura.
La loro casa si sta svegliando. Forze ignote complottano per separare
i Marrowbone e distruggere la loro famiglia… a meno che Jack, il fratello
maggiore, non riesca a trovare un modo per proteggere i suoi cari e dissolvere
l’incubo una volta per tutte.
“Marrowbone” è
stato scritto e diretto da Sergio G.
Sánchez, già sceneggiatore di “The
Orphanage” (film con cui condivide senz’altro echi e affinità). Nonostante l’ambientazione rurale a stelle e
strisce, potremmo considerarlo un film
gotico a tutti gli effetti. Si pone un po’ al punto di congiunzione fra i
generi horror e romance, tanto per cominciare, e presta tantissima attenzione ai conflitti interiori dei personaggi, alle tragedie che scandiscono le loro vite, alle loro tribolate dinamiche familiari.
L’inquietudine che serpeggia attraverso le buie stanze della magione dei Marrowbone è un lungo brivido che scorre lungo la schiena; abbastanza suggestiva da sembrare romantica, abbastanza vivida da raggelare lo spettatore fin nel profondo delle ossa.
Da questo punto di vista, consiglio il
film soprattutto ai fan di “The Haunting of Bly Manor”, la seconda
stagione della strepitosa serie tv antologica di Mike Flanagan: le atmosfere
struggenti e la costante tensione di sottofondo, i personaggi tormentati e i
dialoghi significativi sono soltanto alcuni degli elementi che accomunano questi
due titoli.
“Marrowbone”, a
onor del vero, presenta una trama di chiaro stampo derivativo. L’intreccio è stato costruito con un certo grado
di abilità, ma credo che lo sceneggiatore abbia disseminato un po’ troppi
indizi nel corso dei primi due atti della sua pellicola; abbastanza “briciole
di pane” da permettere allo spettatore di sgamare il finale in anticipo, un fatto che ho trovato abbastanza deludente.
Potrei indicarvi la scena precisa che mi ha permesso di
mangiare la foglia e auto-spoilerarmi il finale; ovviamente non lo farò, ma mi
sorprenderebbe molto scoprire di essere stata l’unica!
Eppure, nonostante questo “piccolo” contrattempo, “Marrowbone”
è un film che si lascia apprezzare. Le buone
interpretazioni e l’atmosfera
evocativa, i cliffhanger e i giochi di luce: sono molti gli ingredienti che contribuiscono a valorizzare questa intelligente e delicata ghost story in salsa intimista!
E poi, vogliamo parlare di Anya Taylor-Joy, ragazzi? Perfino nel ruolo di semplice “fidanzatina
d’America”, la star di “New Mutants”
e “La Regina degli Scacchi” riesce a
brillare e a rubare la scena ai colleghi! Fosse pure solo per recuperare un
frammento della sua filmografia, varrebbe senz'altro la pena guardare “Marrowbone”! *____*
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