giovedì 14 ottobre 2021

Recensione: "A Lesson in Vengeance", di Victoria Lee

Dark Academia, ambientazione goticheggiante, riferimenti ai processi alle streghe, coppiette saffiche…  “A Lesson in Vengeance”, nuovo romanzo di Victoria Lee, in pratica contiene tutti gli ingredienti dei miei sogni e anche di più! XD

In qualche modo, però, l’autrice di “The Fever King” riesce a sbagliare il “dosaggio” e a consegnare ai posteri un mistery in chiave YA che mi sentirei di definire soltanto nel solito modo: un thrillerino simpatico e darkettone, senza lode né infamia, da divorare rapidamente e senza troppe pretese...


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La trama

Felicity Morrow è tornata alla Dalloway School. Un’accademia appollaiata sulle Catskill Mountains, antica di secoli, corredata da un campus soffocato dall’edera velenosa e teatro della tragica morte di Alex, la ragazza di Felicity.

Adesso, a un anno di distanza dall’incidente, le viene assegnata di nuovo la stessa stanza all’esclusivo dormitorio della Godwin House; un luogo che si dice infestato dagli spettri delle streghe di Dalloway, cinque ragazze morte in modo misterioso ai tempi del sospetto e della superstizione.

I collegamenti con il mondo della stregoneria fanno parte del passato della Dalloway tanto quanto le lezioni o i banchi di scuola, in un certo senso. Agli insegnanti non piace parlarne; mentre le studentesse, ovviamente, non fanno altro che bisbigliarne e cercare di riportare in vita gli antichi fasti del passato.

Anche Felicity, prima che Alex morisse, era stata attirata dal lato oscuro della scuola.

Adesso, invece, la ragazza è determinata a lasciarsi tutto alle spalle...  anche se non è esattamente la cosa più facile del mondo; non quando la storia occulta della Dalloway sembra determinata a inseguirla come un’ombra.

Neanche l’entrata in scena di Ellis Haley, affascinante ragazza prodigio e autrice di un libro che le ha già guadagnato riconoscimenti prestigiosi, si rivela particolarmente d’aiuto in questo senso.

Eccentrica e brillante, Ellis comincia infatti a esercitare un ascendente irresistibile e pericoloso su Felicity... e, neanche a dirlo, ovviamente la nuova arrivata sembra nutrire una fascinazione morbosa nei confronti delle vecchie leggende che aleggiano intorno alla scuola!

Riuscirà Felicity a trovare un modo per impedire alla storia di ripetersi? Ma, soprattutto, riuscirà a fronteggiare l’oscurità che si annida nella scuola... e nel suo cuore?


Too little, too late...

Il punto è questo: ho adorato l’idea alla base della trama di “A Lesson in Vengeance”. Il modo in cui il suddetto plot è stato sviluppato da Victoria Lee... bè, purtroppo, posso soltanto ammettere che mi ha soddisfatto infinitamente meno!

Considero l’ambiguità morale di alcuni (tutti?) i personaggi e la tenebrosa atmosfera gotica come i due più grandi fiori all’occhiello del romanzo. Come alcuni di voi ricorderanno, amo il concetto stesso di narratore inaffidabile, e naturalmente ho apprezzato moltissimo il tentativo di confezionare un arco narrativo in grado di ribaltare ogni cliché e regalarci un finale in grado di fare letteralmente scempio di ogni mia remota aspettativa.

Ciò premesso, i colpi di scena “centrali” non sono riusciti a elettrizzarmi in alcun modo, soprattutto perché mi sono sembrati: a) troppo distanziati; b) telefonatissimi; c) scarsamente interessati dal principio di causa ed effetto.

Il ritmo di “A Lesson in Vengence”, anche per questo motivo, mi è parso altalenante ed eccessivamente dilatato; magari non deliberatamente annacquato, come nel caso del suo “gemello” spirituale, il “romanzone” horror “Plain Bad Heroines” di Emily M. Danforth, ma... quasi.

Abbastanza lento e scarnificato da uccidere la suspense e assestare un colpo fatale all’entusiasmo del lettore, in ogni caso.


Almost there...

In verità, sospetto che “A Lesson in Vegeance” abbia tutte le carte in regola per intrigare una solida base di fan. Lo stile di Victoria Lee, per quanto semplice e scorrevole, riesce a irretire e a coinvolgere; la sua voce narrante, angosciata e angosciante, riesce per lo più a mantenere un sano equilibrio fra le tonalità (congenitamente) melodrammatiche di una giovane psiche tormentata dai disagi adolescenziali e un certo, teatrale gusto per il macabro e per il decadente.

La verità è che, da un punto di vista personale, non stravedo per il genere del “dark academia"; credo di aver iniziato "A Lesson in Vengeance" con tanto fiducioso ottimismo soprattutto perché la trama mi faceva pensare a una sorta di “Una Grande e Terribile Bellezza” incontra “La Nona Casa”, con il bonus aggiuntivo di due protagoniste saffiche e costanti rimandi al mondo della letteratura horror... e, sotto alcuni aspetti, si potrebbe dire che la mia concezione non si è rivelata poi troppo lontana dalla verità.

Quello che NON avevo messo in conto, ovviamente, era la terribile prospettiva di ritrovarmi a leggere dozzine e dozzine di scene popolate da giovani donne privilegiate con più soldi in banca che neuroni nel cervello; annoiate rampolle di buona famiglia, che non sembrano avere niente di meglio di fare se non sbevazzare, criticarsi l’una con l’altra e filosofeggiare sui massimi sistemi, manco a 19 anni avessero già visto, fatto e capito tutto della vita.

L’alchimia pericolosa fra Felicity e Ellis funziona, e incarna sicuramente il polo magnetico della narrazione; gli altri personaggi, invece, in pratica se ne stanno lì tanto per creare atmosfera.

Ne conseguono un paio di sottotrame senza capo né coda, e una serie di dialoghi artificiosi e inconcludenti su un paio di tematiche interessanti.

Nulla di troppo grave, insomma; se siete alla ricerca di una lettura veloce a tema Halloween, o magari del vostro primo titolo in lingua inglese, “A  Lesson in Vengeance” potrebbe fare sicuramente al caso vostro!







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