sabato 2 ottobre 2021

Recensione: "Midnight Mass" (serie tv)

Dopo le serie tv cult “The Haunting of Hill House” e “The Haunting of Bly Manor”, il regista e sceneggiatore Mike Flanagan torna su Netflix con il suo “Midnight Mass”...

Uno show maturo, cupo e struggente che gli permette di confermarsi come uno dei maggiori talenti nell'ambito dell’horror contemporaneo.

Un piccolo, grande capolavoro ispirato ad alcuni dei più popolari successi firmati Stephen King; sette episodi di pura, vibrante emozione, al servizio di una storia che mi ha fatto riflettere, mi ha spezzato il cuore, e... ha riacceso finalmente un po' del mio amore per l'umanità! XD

 



La trama

Gli avvenimenti si svolgono a Crockett Island, al centro di un isolato villaggio di mare, un posticino remoto popolato soprattutto da pescatori.

L’unica chiesa della cittadina è di fede cattolica, e la monotona routine della cittadina viene per lo più scandita dalle omelie e dai raduni domenicali.

Quando Riley (Zack Gilford) esce di prigione, non ha altro posto in cui tornare, un altro rifugio in grado di accoglierlo, se non quello offerto dai suoi anziani genitori.  C’è stato un tempo in cui il ragazzo avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di non essere costretto a tornare lì; ma tutto questo è stato prima dell’incidente, e del fantasma dal viso sfigurato che, ormai, tormenta i suoi sogni ogni notte.

Adesso, per la prima volta, Riley avverte dentro di sé un bisogno mai avvertito prima... quello di essere punito.

Ed è soprattutto per via della sua necessità di espiare che Riley si lascia persuadere a recarsi in chiesa ogni settimana; appena in tempo per assistere all’arrivo di Padre Paul (Hamish Linklater), il nuovo sacerdote incaricato di occuparsi del benessere spirituale dell’isola; nonché per riconciliarsi con Erin (Kate Siegel), una figura molto importante del suo passato.

Ma, a Crockett Island, qualcosa sta cambiando. Mentre la Pasqua della resurrezione si avvicina, un’ondata di sbalorditivi miracoli prende a scuotere la piccola comunità, precipitando gli isolani in una spirale di meraviglia e sconcerto.

Padre Paul è un predicatore umanista, un uomo carismatico e benvoluto da tutti... ma il suo fervore ha qualcosa di sinistro, e, a ben vedere, non tutti gli abitanti sembrano disposti a lasciarsi irretire dal suo fascino.

Si suppone che un miracolo debba essere un dono, non è così?

Vale forse lo stesso, per una maledizione?

 

C’era una volta Stephen King

Ho amato Midnight Mass” profondamente, visceralmente e con tutta me stessa. Ecco, l’ho detto: non c’è davvero modo (o motivo) di girarci intorno.

Il primo episodio mi ha lasciato perplessa. Il secondo mi ha intrigato. Dal terzo in poi, mi sono ritrovata totalmente soggiogata... Il quinto, poi, mi ha semplicemente distrutto! :(

Come dicevamo, la nuova serie di Flanagan trae (esplicitamente) ispirazione da molteplici romanzi di Stephen King: da “Revival” a “Cose Preziose”, da “Carrie” a “Le Notti di Salem”.

La narrazione corale, supportata da un cast di primissimo ordine (menzione d’onore a Samantha Sloyan, che nei panni della fanatica Beverly si dimostra diabolicamente magnetica – e francamente terrificante) apre la strada a molteplici spunti di riflessione, a tematiche vitali e importanti quali la spiritualità, l’elaborazione del lutto, la famiglia, la comunità, l’amore, il dolore, il senso della vita... e della morte.

Soprattutto il senso della morte, e non credo che questo fatto si rivelerà in grado di sorprendere nessuno di coloro che hanno visto (e amato) le due stagioni di “The Haunting”.

I dialoghi (ma, soprattutto, i monologhi...) di “Midnigh Mass” possono descritti in un modo soltanto: da pelle d’oca.

Questa è una di quelle serie che può vantare un solido concept di base, una straordinaria fotografia e un’ottima padronanza dei principali meccanismi della suspense, ma che deve almeno l’80% del proprio successo ai personaggi; alla loro vulnerabilità, ai loro conflitti, alla loro innegabile capacità di sfiorare corde sensibili dentro di noi, in grado di risuonare fino a strappare una nota di pura affinità nella mente (e nel cuore) di noi spettatori.

 

Life is a wish

Di solito, non vado pazza per gli horror religiosi; ma “Midnight Mass” si rivolge, cuore in mano e mente aperta, a tutti quanti noi – non solo ai cattolici o ai cristiani, in generale, ma anche agli atei, ai musulmani, ai neopagani, ai filosofi zen eccetera eccetera.

Perché, in realtà (e come molti di noi sanno), siamo tutti collegati.

Il messaggio della serie è diretto a chiunque si sia soffermato a riflettere, anche soltanto una volta nella vita, sulle domande fondamentali; quelle che ogni tanto ci tengono svegli la notte, e che di solito il genere horror tende a sfruttare soltanto allo scopo di generare ansia e farci rabbrividire fin nel profondo delle ossa.

Anche parecchie sequenze di “Midnigh Mass” riescono a generare ansia e a far rabbrividire fin nel midollo, non mi fraintendete. Ma non a forza di jump scares o effettacci splatter; narrandoci piuttosto una sorta di parabola, la genesi dell’unico inferno realmente esistente: quello che noi umani siamo in grado di creare qui sulla Terra, semplicemente perché siamo nati con la capacità congenita di immaginarlo.

Chi crede di avere tutte le risposte, fino a che punto sarà disposto a spingersi, pur di dimostrare la propria ragione? Con quanta veemenza – con quale raccapricciante livello di abilità – sarà in grado di argomentare, cavillare e giustificare persino gli atti più inumani, le atrocità più impensabili, ai danni di chi non si conforma ai propri ideali?

L’arroganza, il dissennato fervore di chi si crede prescelto, contro la coraggiosa lucidità di sa di essere una goccia nel mare... e ne va fiero.

Perché, in fondo, sapere di essere il mare è molto meglio che sperare di venire salvati, o ergersi su un piedistallo e giocare al ruolo di Guardiani dei Cancelli; è una consapevolezza che non può nemmeno essere descritta come semplicemente gloriosa... è molto di più. E' divina

Polvere eravamo, e polvere torneremo”; così amano ripetere alcuni religiosi.

Io (come altri) ho sempre preferito dire “Polvere di stelle eravamo, e alle stelle torneremo”.

Sospetto che alcuni personaggi di “Midnight Mass” sarebbero d’accordo...  :)

 

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