domenica 23 gennaio 2022

"Yellowjackets": la recensione della prima stagione della serie tv horror disponibile su Sky/NowTv

Nel corso dell’ultima stagione televisiva, seguire “Yellowjackets” per dieci settimane mi ha fatto ricordare il valore di parole come “suspense”, “mistery” e “Oh-mia-Dea, quando diamine esce la prossima puntata?”.

La serie, disponibile su Sky/NowTV, si staglia sul sottile confine fra survival horror, dramma (forse) sovrannaturale e thriller YA.

Se “Lost”, “The Wilds” e il libro di Alma Katsu “The Hunger” avessero in qualche modo potuto concepire una figlia d’amore, state pur sicuri che si sarebbe trattato di “Yellowjackets”...

 


La trama

Nel 1996, l’aereo di una squadra di calcio femminile liceale precipita in una selvaggia regione desolata dell’Ontario.

I pochi superstiti attendono i soccorsi per diciannove mesi, prima di essere tratti in salvo. Ma non tutte le persone sopravvissute all’impatto tornano a casa...

Venticinque anni dopo, le vittime dell’incidente stanno ancora facendo i conti con i traumi e le terribili conseguenze di quell’esperienza, fra lutti mai elaborati, ricordi frammentari e la consapevolezza di antichi, tremendi peccati collettivi.

Perché fra quei boschi primordiali, assediate dai picchi innevati e dalla fame inconcepibile che spesso l’inverno trascina con sé, le Yallowjackets hanno condiviso qualcosa di cui non possono parlare.

Una catena di fatti di cui hanno solennemente giurato di non parlare mai, a costo della loro sanità mentale; eventi così foschi, violenti e vergognosi da continuare a pendere sulla loro testa, ancora oggi, come la proverbiale spada di Damocle.

Perché, ai piedi di quei boschi, le Yallowjackets hanno deposto tutti i loro segreti, i loro sogni e le loro speranze.

Ma l’oscurità è l’unica forza che ha deciso di rispondere alle loro preghiere...

 

The Wilderness Between Knowledge And Ignorance...

Yellowjackets” è una di quelle serie che molta gente sta tralasciando di guardare, fondamentalmente perché non compare in cima all’elenco delle consigliate su Netflix (è una produzione Showtime, quindi difficilmente la vedremo mai sbarcare sul colosso streaming...) e, come se non bastasse, si dà il caso che sia anche un titolo dal taglio profondamente adulto, dark e maturo.

È anche difficile da inquadrare con precisione: teen-drama, horror, coming-of-age, thriller psicologico, dark comedy... La trama abbraccia una spanna di argomenti e di tonalità, e si affida a una potente narrazione a doppio binario (le due linee temporali del “prima” e del “dopo”) per costruire un intricato e complesso racconto sospeso fra realtà e immaginazione.

Per fortuna, di recente la serie è stata rinnovata per una seconda stagione.

Ho saputo che Stephen King in persona ci ha messo una buona parola (cosa che non mi sorprende: la struttura di “Yellowjackets” richiama, in un certo senso, quella di romanzi come “It” o “L’Acchiappasogni”...), per cui possiamo sperare che gli spettatori interessati al genere abbiano finalmente avuto modo di notare la sua esistenza.

Sarebbe un peccato veder chiudere questa serie prima del tempo, soprattutto perché:

a) il finale di questa prima stagione si chiude con una serie di cliffhanger pazzeschi, e in definitiva offre più domande che risposte;

b) la sceneggiatura è semplicemente brillante, e il formidabile cast in grado di sorreggerla alla perfezione: le attrici “adulte” sono quasi tutte veterane, molto popolari all’interno del circuito del cinema indipendente, mentre le “giovani” sono volti noti o astri potenzialmente in ascesa, dalla Ella Purnell di “Arcane” alla Liv Hewson di “Santa Clarita Diet”, passando per Sophie Nélisse (“Storia di una ladra di libri”) e Jasmin Savoy Brown (“The Leftovers”);

c) non è che esistano poi così tanti show di qualità incentrati sul tema dell’amicizia del femminile, soprattutto nell’ambito del genere horror/fantasy.

 

Le follie di Misty

L’atmosfera di “Yellowjackets” è estremamente ambigua, cupa e straniante.

I personaggi ci vengono presentati lentamente, secondo una modalità “slow burn” successivamente smentita da una luuuunga serie di colpi di scena e rivelazioni destabilizzanti.

Fra i boschi come in città, nessuna delle ragazze (o delle donne che alcune di loro avranno modo di diventare) tende a comportarsi in maniera particolarmente eroica o gradevole; eppure le loro rivalità, le loro amicizie e i loro ostacoli, a poco a poco, riusciranno a diventare anche i nostri, trascinandoci in una spirale apparentemente infinita di omicidi, rituali di sangue e tradimenti assortiti.

Al tempo stesso, la sceneggiatura di “Yellowjackets” tende a servirsi di un’abbondante (e graditissima!) dose di umorismo nero; battute al vetriolo e siparietti di comicità allucinante che riescono ad alleggerire la tensione montante un secondo prima che questa possa correre il rischio di trasformarsi in gravità eccessiva, o addirittura in pesantezza.

Non per niente, la mia Yellowjacket preferita è Misty Quigley, interpretata dalla mitica Christina Ricci in versione adulta e da Sammi Hanratty in versione adolescente.

Psicopatica di categoria superiore, Misty è un po’ una Annie Wilkes dei giorni nostri; spostata, sempre deliziosamente sopra le righe, imprevedibile come un trickster e semplicemente imbattibile nella materia “how to get away with murder”...  ma anche protagonista, assieme ai personaggi interpretati dalle colleghe Melanie Lynskey, Tawny Cypress e Juliette Lewis, di alcuni momenti esilaranti e di numerosi dialoghi tragicomici in stile “Le quattro casalinghe di Tokyo”!

 

Cosa ci aspettiamo dalla seconda stagione

Per contro, c’è da dire che il ritmo di “Yellowjackets” non si rivela sempre all’altezza delle aspettative.

La sensazione che gli sceneggiatori potrebbero, nel lungo periodo, sviluppare la sgradevole tendenza a tenersi stretti gli assi migliori e a tirarla per le lunghe continua ad aleggiare su questa prima stagione come una sorta di nube oscura.

Per ora, abbiamo sentito l’odore del fumo (e del sangue), ci siamo nascosti nell’erba e abbiamo dato una sbirciata fra le fronde... ma i nuovi episodi dovranno necessariamente offrici una porzione di arrosto, e anche abbondante, o correre il serio pericolo di perdersi per strada parte della nostra fascinazione.

Mi sento abbastanza fiduciosa, però.

Mi è piaciuto tutto quello che ho visto fin qui, e resto fermamente convinta del fatto che “Yellowjackets” offra alcune delle scene più terrificanti e/o disturbanti della storia dell’horror in tv.

Quindi l’unica certezza che ho, per il momento, è questo: ne voglio ancora!

Per fortuna, pare che non dovremo aspettare troppo per veder tornare sullo schermo le nostre problematiche ex-calciatrici (e potenziali cannibali) preferite... La seconda stagione di “Yellowjackets”, infatti, è già prevista per la fine del 2022!

 

2 commenti:

  1. Cavolo, mi spiace non essere abbonata al servizio che la trasmette 😰

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    Risposte
    1. Speriamo che, prima o poi, possa finire anche su Netflix o Prime Video...
      O magari lo trasmetteranno in chiaro: in fondo è un miracolo che ho visto accadere più di una volta, non si sa mai! ;D

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