mercoledì 27 marzo 2013

Recensione: "Shadow People" (film)



"Uno speaker della radio svela una cospirazione a proposito di incontri con misteriosi esseri conosciuti come "Shadow People", e il loro ruolo nelle inspiegabili morti di diverse centinaia di vittime."

Titolo originale: Shadow people 
Regia: Matthew Arnold
Anno: 2013
Interpreti: Dallas Roberts, Mariah Bonner, Anne Dudek, Alison Eastwood


Se considerate "Il quarto tipo", il film con gli alieni e Milla Jovovich come protagonisti, una pellicola discreta e almeno parzialmente accattivante, potreste forse essere tentati di dare un'occhiata anche a questo "Shadow People", il film d'esordio del regista Matthew Arnold.
L'impostazione dei due film è infatti estremamente simile; l'idea di fondo è quella di inserire, fra una ripresa e l'altra e a mo' di "complemento", degli spezzoni di filmati e (pseudo-)interviste rilasciate da persone "reali" a proposito di tutta una serie di eventi inspiegabili e sinistri che si intende far passare come sinceramente accaduti.
Ne "Il quarto tipo" si narrava l'odissea di una donna di scienza, una psichiatra, che si ritrova ad un certo punto delle sua vita a dover fare i conti con delle opprimenti  e minacciose presenze provenienti da chissà quale remota galassia; in "Shadow People" (il cui titolo al principio avrebbe dovuto essere semplicemente "The door") lo spettatore assiste invece alla discesa negli inferi di uno speaker radiofonico di profilo abbastanza basso, un uomo che, durante la messa in onda del proprio programma notturno, riceve la chiamata delirante di un ragazzo (peraltro armato di pistola) che comincia a farfugliare, in preda al panico, a proposito di una serie di presenze inquietanti che aleggiano ai confini dei suoi incubi più profondi, delle creature-ombra mostruose e assetate di sangue.
I protagonisti dei due film presentano dei background molto simili, tutto considerato, e si lasciano entrambi coinvolgere in quella che si rivelerà essere, una volta innescata, una vera e propria spirale di terrore.
Qui finiscono le somiglianze, però, secondo me.
Laddove "Il quarto tipo" può essere considerato un film fatto discretamente bene, dotato di un suo fascino e pervaso da una sottile corrente sotterranea di angoscia che non permette mai, veramente mai allo spettatore di stabilire dove corra esattamente la linea di confine fra realtà e follia, fra "verità" (sempre opportunamente ricostruita, of course) e menzogna, "Shadow People" mi è sembrato semplicemente il frutto delle fatiche di un regista/sceneggiatore inesperto e grossolano, un' inutile accozzaglia di tediosi cliché tenuti insieme alla meno peggio dall'esile, esilissimo filo conduttore della trama.
Una buona idea di base, messa al servizio di una sceneggiatura annaspante e piena di lacune; un montaggio pessimo, incoerente, che (lo dico da perfetta profana del mestiere, beninteso!) mi ha quasi lasciato a bocca aperta per la sua trasparente ingenuità!
Neanche il cast artistico, capitanato da Dallas Roberts (il Milton della serie televisiva "The Walking Dead"), dal canto suo brilla in alcun modo; del resto, ci troviamo al cospetto di una di quelle rare occasioni in cui non me la sentirei nemmeno troppo di accusare gli attori per le loro mancanze: con un copione del genere a disposizione, ci sarebbe stato più che altro da meravigliarsi se fossero riusciti a metter su una performance decente... con del materiale di partenza del genere, neanche Al Pacino e Meryl Streep in persona sarebbero riusciti a trovare uno straccio di filo logico da seguire per la creazione di un personaggio degno di questo nome, ve lo dico io! XD
Oltretutto, resta ancora da capire, per quanto mi riguarda, a cosa servano le inserzioni di tutti quei filmati senza capo né coda (oltre che a scopiazzare "Il quarto tipo", cioè), soprattutto considerando che oltre la metà degli interventi non è nemmeno del tutto pertinente (in pratica vengono inquadrati vicini di casa, passanti, agenti della polizia locale ma anche individui selezionati molto a casaccio, che non c'entrano niente con la storia e non hanno niente di più illuminante da dire di roba del tipo: "oh, mio Dio, è davvero spaventoso!", "non ci ho capito niente" e "gran brutta faccenda!" XD)
Forse, con un regista più navigato al timone, e uno sceneggiatore meno "pasticcione" a tracciare la rotta, "Shadow People" avrebbe potuto essere un'altra cosa... anche perché, continuo a ribadirlo, l'idea di fondo secondo me non è neanche male, e di sicuro avrebbe potuto essere sfruttata per creare nello spettatore un senso di suspance e di adrenalina degno del miglior horror... stando così le cose, purtroppo mi trovo costretta invece a "bocciare" del tutto quest'esperimento cinematografico firmato Arnold: considero "Shadow people" un film da guardare soltanto durante un pomeriggio di pioggia (peraltro un pomeriggio di pioggia particolarmente tedioso, beninteso!), e possibilmente in compagnia di amici con i quali scambiare qualche battuta e commento sarcastico durante i momenti di stasi (e sono parecchi!) che inframezzano il ritmo, per evitare di annoiarsi troppo ed esorcizzare quel fastidioso "tarlo" che, non so a voi, ma mi rode tutte le volte che mi ritrovo a vedere una buona idea mandata in fumo da una pessima, pessima esecuzione!


Giudizio personale: 4.3/10

:)

4 commenti:

  1. Dalla recensione direi che non devo rimpiangere di non averlo mai sentito nominare prima XD

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    1. Assolutamente no!! Ahaha!! :D Io l'ho guardato perché l'idea di base mi intrigava - considerando anche che per un periodo della mia adolescenza ho sofferto di incubi abbastanza inquietanti! :P - ma mi sono pentita da matti! XD

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  2. L'avevo adocchiato in questi giorni, ma grazie a te guarderò altro.
    Ps. Ti consiglio la serie "Bates Motel", il prequel di Psyco ;)

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    1. Oh!! Non la conoscevo, sembra davvero intrigante!! *__* Appena finisce questa settimana infernale di lavoro la cercherò senz'altro! ;) Grazie mille per il suggerimento! ^^

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