giovedì 10 settembre 2015

Sense8 - Prima Stagione




Otto sconosciuti. 
Otto città sparpagliate per il mondo.
Otto vite slegate.


Nessuno di loro ha mai sentito parlare l'uno dell'altro, né di  Jonas Maliki  (interpretato dal Naveen Andrews di "Lost"), l'uomo misterioso che appare ad alcuni di loro, fino a quando gli otto non assistono a una stranissima "allucinazione" collettiva: una donna bionda (Daryl Hannah) vestita di bianco, spettrale, pallida, amorevole e determinata, che si toglie la vita subito dopo aver consegnato un messaggio indecifrabile.
Da quel momento in poi...  tutto cambia.




Come è possibile intuire dalla trama, il cast dei personaggi offerto da "Sense8" è quantomai variegato. In ordine sparso, e nello specifico, troviamo:

- Will (Brian J. Smith), poliziotto americano socievole, di indole integra e altruista, apparentemente "solare" nelle varie declinazioni che sfumano la sua personalità. Eppure, convive da sempre col fantasma di una ragazzina brutalmente assassinata, e con una serie di ricordi che rischiano di mettere a dura prova la sua sanità mentale.
- Sun (Doona Bae), una giovane donna coreana. Seria, sarcastica, controllata quanto ligia al dovere di giorno, evade dalla grigia realtà nel cuore della notte, partecipando a incontri di lotta clandestini che la portano a pestare per bene (e in maniera decisamente catartica) gli spocchiosi contendenti maschi che trova ad aspettarla  sul ring.
- Capheus (Aml Ameen), detto "Van Damme", l'ottimista e sfortunato autista di uno sgangherato autobus nel cuore di Nairobi, in Kenya. A causa di alcune vicissitudini tribali, è sempre stato un emarginato; ma questo non è certo stato sufficiente a porre un freno alla sua allegria, o alla sua intraprendenza... Almeno a fino a quando non gli capita di pestare i piedi alla gang sbagliata.
- Nomi (Jamie Clayton), hacker di San Francisco, una donna indipendente, intelligente e affascinante, un tempo disperata prigioniera all'interno di un corpo tristemente sbagliato. Vive con la sua ragazza Amanita (Freema Agyeman) in un appartamento condiviso, e riesce a trovare il modo di sottrarsi alle spietate critiche della  madre bigotta soltanto fino al momento in cui... non ci riesce più.
Le conseguenze saranno inimmaginabili.
- Lito (Miguel Ángel Silvestre), un attore di action-movie messicani molto spigliato, un tipo spigliato e disinvolto, segretamente gay. Teme la gogna e la pressione dell'opinione pubblica, al punto da vivere l'appassionata storia d'amore con il suo Hernando (Alfonso Herrera) sotto il panico costante di poter essere smascherato. La sua soffocante ragnatela di menzogne, intessuta attraverso anni e anni di abili bugie, si stringerà sempre più, un cappio pronto a soffocarlo.
- Kala (Tina Desai), avvenente farmacista indiana, fidanzata ufficialmente con il figlio del suo datore di lavoro, un giovanotto bello, gentile e affascinante che la ama e rispetta più di qualsiasi altra cosa al mondo. Purtroppo, il cuore non è un organo razionale e spesso non conosce ragioni; la ragazza si ritroverà ben presto a fare i conti con la propria mancanza di entusiasmo nei confronti di questa unione, mentre nel frattempo la questione religiosa, nel suo Paese, comincia a farsi di giorno in giorno sempre più "calda"...
- Wolfgang (Max Riemelt), detto "Wolf", teutonico delinquente e ruvido ladrone di strada, cresciuto sotto l'ala soffocante e odiosa di un padre violento e ripugnante. Introverso e orgoglioso, si trascina dietro un passato oscuro che sembra determinato a funestare anche il presente, soprattutto perché il giovane si scopre presto del tutto incapace di lasciarlo andare...
- Riley (Tuppence Middleton), una dj pallida e biondissima, di origini islandesi. Schiva e solitaria, ama estraniarsi dal mondo e rifugiarsi nel mondo della musica, l'unica cosa in grado di garantirle (insieme a vari tipi di droghe, una più estrema dell'altra...) un certo grado di sollievo dai ricordi che la perseguitano. E' una persona molto sensibile, e rappresenta in breve il vero e proprio "nucleo emotivo" della banda.

 Devo dire che, a mio avviso, tutti gli attori citati sono stati in grado di rendere delle performance straordinarie, calandosi nei panni dei rispettivi personaggi con abilità e naturalezza.
Gli ideatori/registi principali della serie sono i leggendari fratelli Wachowski, ma la direzione di alcuni episodi è stata affidata anche a James McTeigue - un artista che stimo molto, avendo firmato la regia di "V per vendetta", uno dei miei film preferiti di sempre.

E di "clima anarchico", del resto, se ne respira in abbondanza anche in "Sense8"; una meravigliosa, colorata, mulinante, salvifica e umanissima entropia, che celebra l'unione e rafforza il concetto di coesione attraverso la comprensione, l'empatia, la consapevolezza delle proprie uguaglianze e delle reciproche differenze.
Presto i vari protagonisti iniziano infatti ad avvertire delle "strane" connessioni, soprattutto a livello emotivo; vedono, ascoltano e sperimentano ciascuno con gli occhi - e il cuore - dell'altro.
In questo modo ottengono abilità e competenze mai immaginate, e si sottopongono anche a uno straordinario aumento della loro sensibilità.
Azzeccata e apprezzabile, da questo punto di vista, la scelta di affidare i più significativi momenti di raccordo fra i personaggi a un paio di stupendi numeri musicali - che la musica, si sa, è IL linguaggio universale per eccellenza.

In quanto al messaggio che i Wachowski si proponevano di trasmettere, con questa loro commovente, inaspettata e indimenticabile serie - messaggio che, detto per inciso, la sottoscritta condivide in pieno...
Bé, in rete se ne sono lette di cotte e di crude, ma a essere onesti credo che il significato sia piuttosto inequivocabile!
Alcuni hanno sottolineato la centralità del discorso "universale", esistenziale ed evolutivo del telefilm, e chiaramente sono d'accordo (solo attraverso coesione e cooperazione la razza umana riuscirà infine a trovare un modo per riscattarsi dalle sue zone d'ombra, dalla sua vigliaccheria, dagli errori/orrori del passato...), ma credo che le vicende di Riley, Wolf, Will e gli altri abbiano anche una fortissima connotazione individuale e sociale.
C'è una guerra in atto là fuori, fra chi riesce a sentire, le persone in grado di percepire il dolore, la gioia, l'affanno e l'euforia dei propri simili, al punto da provarne sincera partecipazione, e chi invece ha rinunciato per sempre alla facoltà di esercitare questa capacità.
Uno scontro fra chi accetta il cambiamento, accogliendo con entusiasmo i progressi e le piccole vittorie, e chi invece lo rigetta con forza, aggrappandosi al passato con disperata passione.
Solo unendo le forze, solo accettando "la connessione", insieme a tutte le responsabilità che essa comporta, la gente del primo tipo - coloro che non hanno rinunciato alla propria umanità - potrà sperare di sopravvivere in un contesto che minaccia costantemente di cancellare ogni tipo di diversità.

Un sacco di gente dalla mente più "tecnica" e analitica della mia sarà in grado di sottolineare centomila difetti o incongruenze che io non ho neanche remotamente avvertito, non nutro nessun dubbio al riguardo.
Per quanto mi riguarda, posso dire solo che avrei preferito che Kala non venisse tenuta sempre ai margini dagli sceneggiatori, e che ci fosse un po' più di interazione fra lei e gli altri membri del gruppo.
La sequenza all'opera, in uno degli ultimissimi episodi, con quell'interminabile sequenza di parti concatenati, magari mi è sembrata prolissa e un po' tirata per le lunghe.
Ma non me starò qui a disquisire di tecnica.
Non stavolta.
Non è la tecnica il motivo per cui scelgo di seguire una serie tv al posto di un'altra.

"Sense8" sarà anche imperfetta...
In realtà, trovo che questo sia uno dei suoi pregi più grandi, perché si tratta di quel genere di calda, buffa, eccentrica imperfezione che contribuisce a renderla così profondamente, inequivocabilmente umana.
Commuove, diverte, spinge a fare il tifo. Ti emoziona e ti fa sognare, esaltando la diversità e inneggiando al diritto di battersi per difenderla.
Per difendere se stessi, e il mondo che abbiamo costruito con le nostre mani, nel bene o nel male.
Difendere la verità, contro l'oppressione della menzogna e dell'indifferenza.

E poi, diciamocelo... ma quanto è bello ricordare, per una volta, che nessuno è veramente solo, in questo nostro freddo e vasto mondo?
Persino quando ti senti messo all'angolo, impotente e sconfitto, devi sapere che ci sono persone che pensano a te, disposte a tenderti una mano in ogni momento per aiutarti a rialzarti! ;D



6 commenti:

  1. Serie dell'anno. Emozione pure, in certe scene.
    E hai proprio ragione: nonostante io sia un tipo solitario, è magnifico pensare che non si è mai soli davvero.

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    1. Stupenda! *____*
      Credo che, nella mia classifica personale, sia riuscita addirittura a superare la terza stagione di "Orange is the New Black" (ricorderai che tipo di relazione da fangirl scatenata intrattengo con quella serie... :P)

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  2. Ne sento parlare bene, ma dopo il pilot mi è passata ogni fantasia... o dei problemi con i Wachosky(fo) lo ammetto, dovrei provare a ricredermi, ma ho sempre un sacco di roba da vedere ;-) Cheers!

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    1. Il pilot, secondo me, rende bene l'idea dei contenuti e dei personaggi della serie, oltre che del suo spirito. Quindi, se non è riuscito a convincerti... magari potresti pensare a recuperare il resto della serie moooolto più avanti, quando avrai finito di seguire cose in grado di convincerti maggiormente! ;D

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  3. Tanto per cambiare me l'ero persa! Ma sembra prometter bene! :)

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    1. E' stupenda! *____*
      Ti dirò di più: a partire da fine ottobre, sarà disponibile anche in italiano, su netflix... ho tutte le intenzioni di riguardarmela da capo! :D

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