venerdì 29 maggio 2015

A proposito di "Jurassic World", un ricordo di infanzia...

Stavo preparando il mio solito post riguardante le uscite in sala del prossimo mese (il nostro piccolo elenco farà la sua comparsa sul blog la prossima settimana, a proposito), quando mi sono imbattuta nella locandina di "Jurassic World", innescando in questo modo una stranissima catena di ricordi.


Dovete sapere che il mio rapporto con questa saga cinematografica è molto particolare, e affonda le radici direttamente nella mia infanzia.
Nel 1993, data d'uscita del primo, leggendario "Jurassic Park", avevo sette anni.
I miei genitori mi portarono in sala a vedere il film, e la cosa si rivelò un'esperienza fantastica.
Era la prima volta che mettevo piede al cinema, badate bene, in assoluto.
Inutile specificare che lo spettacolo di quei mastodontici bestioni mi lasciò stupefatta e senza fiato.
Ricordo di aver continuato a fantasticare sul triceratopo e sullo stegosauro per mesi, inaugurando in questo modo una vera e propria fase di "dinosauro-mania" che avrebbe continuato a tenermi compagnia per molto, molto tempo a venire.
Il cielo sa se non mi fermo ad ammirare con un sospiro, ancora oggi, i vari modellini di T-Rex e velociraptor esposti nelle vetrine dei negozi di giocattoli: non credo di essere una persona particolarmente incline a episodi di nostalgia (anzi... il più delle volte, preferisco e tendo a dimenticare per sopravvivere), ma i dinosauri... oh, i dinosauri, ragazzi! *____*

Sognavo di loro, quasi notte e giorno, e inventavo storie rocambolesche che vedevano questi terrificanti lucertoloni preistorici calarsi nel ruolo di protagonisti assoluti.
Un giorno mia nonna saltò fuori con questo pupazzetto del T-Rex, più grande del mio braccio e con un brandello di pelle verde scuro che si staccava a esporre una parte dell'ossatura, e da quel momento le mie storie acquistarono un ritmo e un sapore tutto nuovo, molto più dark, molto più misterioso e spaventoso e divertente.

Un anno e mezzo più tardi, a ogni modo, mi imbattei nel romanzo originale di Michael Crichton.
Fu anche questa un'epifania: rilessi il libro almeno una dozzina di volte, nelle settimane che seguirono, sforzandomi di decifrare quegli incomprensibili paroloni scientifici che ne costellavano i paragrafi e di imparare il più possibile a proposito dei dinosauri: inclinazioni alimentari, comportamento gerarchico, habitat, tutto.
La mia sorellina era nata da poco, e ricordo che mi sedevo spesso accanto alla culla, chiacchierando incessantemente della differenza fra erbivori e carnivore e di piogge di meteore mentre mia madre annuiva e ascoltava, sorridendo.
Nascondeva un sacco di preoccupazioni, in quei giorni, mia madre. Problemi da grandi, cose importanti, che una bimba come me non avrebbe potuto comprendere... però mi sorrideva lo stesso, e questo per me significava il mondo intero.
E se poi il lavoro avesse finito col trattenerla lontano per troppo a lungo, bé... c'era sempre la mia sorellina nuova di zecca, non è vero?
Parlavo con lei di ogni cosa, in continuazione. Ivi compresi i dinosauri, certo.
Non era (ancora) in grado di comprendere una sola parola dei miei discorsi, certo... ma che cosa importava?
Era lì con me, mi guardava ridacchiando con quegli occhioni nocciola, mi ascoltava e mi voleva bene.
Ed era come se sapessi già, perfino allora, che vent'anni più tardi lei sarebbe rimasta l'unica persona al mondo ancora disposta ad assecondare i miei incessanti vaneggiamenti a proposito di fittizie invasioni aliene, spettri malefici, improbabili giustizieri dall'aspetto di scimpanzé e strane storie assortite di coccodrilli che spuntano fuori dalla doccia per conquistare il pianeta.
Quei momenti, credo...
Quei momenti di pace e tranquillità e fantasia trascorsi con la mia famiglia... sono stati loro a darmi la forza di superare tutto quello che è venuto dopo.

E i dinosauri hanno aiutato.

Che ci crediate oppure no, i dinosauri hanno attivamente contribuito a far sì che io diventassi l'adulta squinternata, problematica ma tutto sommato soddisfatta che sono oggi.
Perché quel giorno di tanti anni fa, i lucertoloni di Steven Spielberg mi hanno donato le chiavi di un regno, e fornito lo strumento di difesa più efficace e potente che potesse mai sperare di finire nelle mie incerte manine: l'immaginazione.

Continuo ancora a inventare le mie storie, lo sapete bene.
E' più forte di me: anche volendo, non riuscirei a smettere.
Faccio un lavoro che non mi dispiace, ma che qualche volta può dimostrasi logorante, in una piccola cittadina cui mi sento legata, ma che è comunque riuscita a ferirmi molte, molte volte.
La gente mi considera taciturna, persino ombrosa, oltre che dannatamente eccentrica...  talvolta ho dei problemi a relazionarmi con il prossimo in maniera spontanea, soffro di disturbi dell'ansia e di qualche piccola nevrosi.
Sfoggio con orgoglio la mia buona dose di cicatrici, un po' come tutti.
Non so prevedere cosa sarà di me da qui a cinque anni. Non ho ancora formulato un piano specifico; la verità è che, ogni tanto, mi sento ancora un po' persa.
Eppure nulla di tutto questo è mai bastato ad abbattermi per più di un giorno, o a spingermi a mollare la spugna.
Perché, vedete... ho ancora i dinosauri.
E posso scrivere di loro (o di qualsiasi altra cosa) ogni volta che scelgo di farlo.
Posso ancora sentirmi protetta, felice e (soprattutto) libera come quella volta, più di due decadi fa, quando le luci in sala si spensero e Sam Neill e Laura Dern arrivarono al parco del vecchio signor Hammond per la prima volta.
Posso ancora andare dalla mia sorellina e raccontarle, con gli occhi scintillanti di emozione decerebrata, dell'ultimo trailer scovato in rete, o dello sbalorditivo duello all'ultimo sangue fra maghi provenienti da fazioni avverse descritto nel più recente libro iniziato.

Sono quasi sicura che sì, "Jurassic World" sarà uno sciocco, sciocco e forse un po' banalotto monster movie, proprio come qualche recensore straniero ha già iniziato a definirlo.
Però... però.

Se avete bambini, magari cercate di accompagnarli in sala lo stesso.
Se non per "Jurassic World", almeno a vedere dell'altro... film grandiosi, però, che siano spettacolari e pieni di magia e mistero, in grado di incendiare la loro (e magari anche la vostra) immaginazione e di spingerli a sognare come non mai.
Leggete loro dei libri, che magari parlino anche di speranza; non sempre e solo dissertazioni a proposito di cosa è giusto e cosa è sbagliato secondo voi (o secondo l'autore del libro), ma che illustrino anche le vite di coloro che hanno dato tutto, pur di dimostrare che la nostra specie vale ancora qualcosa. Che i nostri sogni valgono ancora qualcosa.
Teneteli alla larga da quegli stupidi cinepanettoni: soprattutto questo, per l'amor di Dio...  quella roba non farà altro che rendere le nuove generazioni ancora più fragili, superficiali e bigotte che mai.

Era solo che questo che intendevo dire, alla fine, immagino.
Donate ai bambini un'arma, lo scudo e la spada offerti dal potere della loro immaginazione, affinché siano in grado di difendersi, più avanti, dalle storture del mondo, e diventino abbastanza creativi da azzardarsi a sognare perfino la genesi di una società migliore.
Una in cui la gente non viene continuamente discriminata per il fatto di non essere abbastanza "normale", o magra, o ricca, o attraente o ben vestita.
Una in cui conti ancora qualcosa il fatto di avere un cuore, e in cui rimanga saldo il sacrosanto diritto di continuare a usarlo.
In modo che un giorno diventino abbastanza forti, abbastanza temerari, visionari e sicuri di sé da azzardarsi a fare un passo fuori dal gregge e pretendere qualcosa di meglio di quello che ci stiamo accingendo a tramandargli.
Perché io ci credo ancora, sapete, che una cosa del genere sia possibile.

E sospetto che sia stata tutta colpa dei dinosauri...

6 commenti:

  1. Chi avrebbe mai immaginato che i dinosauri di Jurassic Park potessero ispirare delle così belle emozioni e riflessioni?! :P

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    1. Solo a una mente contorta e strampalata come la mia, probabilmente, Arya! :P
      Ma questo nessuno può saperlo meglio di te, giusto? XD

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  2. Bellissimo post! :)
    Sicuramente andrò al cinema per Jurassic World anche se, onestamente, sono un po' dubbiosa o.o

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    1. Lo sono anch'io, un pochino, fede... speriamo bene! ç____ç
      Quando ho visto il trailer, comunque, mi sono un po' emozionata... troppi ricordi, mi legano a questi film sui lucertoloni! :D

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  3. Complimenti per il post! *__*
    In questa frase mi ci ritrovo molto "Che ci crediate oppure no, i dinosauri hanno attivamente contribuito a far sì che io diventassi l'adulta squinternata, problematica ma tutto sommato soddisfatta che sono oggi".
    Ammetto che, a casa mia, il patito di dinosauri era mio fratello, e per colpa sua ho visto e rivisto Jurassic Park un'infinità di volte (e il terzo capitolo della saga è stato uno dei primi film che ho visto al cinema). Ma i dinosauri sono stati una presenza costante in tutta la mia infanzia (molto più delle barbie, e credo proprio che questo spieghi un sacco di cose! :P)

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    1. Oh, io giocavo anche con le Barbie, in effetti... le facevo salire in groppa ai dinosauri e poi le mandavo a combattere contro Sailor Moon e le altre guerriere della mia nutritissima collezione di pupazzetti ehehe! :P
      Mia sorella invece era appassionata di pokemon... molto bellini anche quelli, e li ho scoperti solo grazie a lei, calcolando che in quegli anni ero già troppo cresciuta per seguire sul serio l'anime pomeridiano! :P

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