martedì 29 marzo 2016

Recensione: "Il Sostituto"




Titolo originale: The Replacement
Autrice: Brenna Yovanoff
Serie: //
Disponibile: anche in italiano, edito dalla Asengard
Trama:
"Malcolm Doyle vive in una cittadina della provincia americana. Ma il mondo da cui proviene è un mondo fatto di tunnel e acque buie e profonde. Malcolm è un sostituto, un essere lasciato nella culla di un bambino rapito dalle fate sedici anni prima. Allergico al ferro e al terreno consacrato, Malcolm sta lentamente morendo a contatto con il mondo umano e farebbe qualsiasi cosa per vivere come una persona normale."



Voglio essere molto sincera con voi: “Il sostituto” è quel classico tipo di libro per ragazzi talmente incompatibile con la mia natura, il mio carattere e la mia storia personale, da avermi scatenato uno dei più acuti casi di antipatia letteraria degli ultimi anni.
La sinossi mi ispirava, il riferimento al mondo delle fate anche, e la tematica dei “figli scambiati” è sempre stata una delle mie preferite all’interno della narrativa di genere; per questo ho deciso di concedere una possibilità al libro d’esordio di Brenna Yovanoff, un’autrice americana che, insieme alle colleghe Tessa Gratton e Maggie Stiefvater, ha formato anni fa un gruppo di scrittura denominato “The Merry Sisters of Fate”.


 Tecnicamente parlando, “Il Sostituto” è un romanzo molto ingenuo e tremendamente superficiale; secondo me non meritava una traduzione e probabilmente non vale neanche la decina di euro che ho speso per acquistarlo, ma a questo punto va probabilmente precisato che: a) la mia è un’opinione prettamente personale; b) ho letto anche di peggio in giro e sono sopravvissuta per raccontarlo, dunque… qual è il problema?
Il punto, per quanto mi riguarda, è che… dunque, come possa spiegarlo senza apparire tremendamente scortese?
Immagino che mi toccherà ammetterlo e basta: difficilmente mi è capitato di leggere libri più truzzi, tristi e semplicioni di questo.

Dovete sapere che il protagonista, Malcolm, è esattamente quel genere di ragazzo che prenderesti a sberle in faccia dalla mattina alla sera.
Tanto per cominciare, non fa altro che lamentarsi e annegare in un mare di auto-commiserazione sconfinato, dall’inizio alla fine. Passa la maggior parte del suo tempo a dichiararsi sfortunato e discriminato, perché “diverso”, in quanto creatura di origini sovrannaturali; calcolando che la sua sfiga si traduce in un aspetto da divo del cinema, in una famiglia amorevole che venera la stessa terra su cui poggia i piedi e in una vita sociale da autentica star del liceo, azzarderei l’ipotesi che la vita non gli vada poi così male come dice lui, e che magari al mondo esista pure qualcuno un po’ più disagiato e sventurato di lui.
L’autrice naturalmente non la pensa allo stesso modo: così, tanto per consolare un po’ il suo pupetto, decide di specificarci che Malcom, benché così solo e disprezzato, è in realtà il migliore amico del ragazzo più popolare della scuola, riceve continuamente inviti per frequentare i party più esclusivi ed è corteggiato da almeno dieci differenti reginette di bellezza del liceo… per non parlare dello splendido “catfight” che due ragazze inscenano nel fango, al solo scopo di contendersi la sua attenzione, o della meravigliosa sequenza in cui una delle suddette bellissime quasi si strappa i capelli, al solo pensiero di non potersi sfilare le mutandine in sua presenza.

Quando arrivi a detestare cordialmente il protagonista di un libro, lo sapete anche voi, riuscire a provare un po’ di empatia nei suoi confronti, o appassionarti almeno in parte alle sue tragedie personali, diventa molto difficile.
Non impossibile, almeno non quando il romanzo è frutto delle fatiche di un autore in grado di regalarti una trama imprevedibile e originale, o quantomeno dei personaggi secondari accattivanti, per buoni o cattivi che siano; la Yovanoff, purtroppo, non rientra in questa categoria.
Non credo sia stata in grado di escogitare niente di neanche remotamente simile a un colpo di scena o a una figura carismatica, quindi… niente riscatto neanche da questo punto di vista, per quanto mi riguarda.
Voglio dire, probabilmente soltanto a lei poteva venire in mente di prendere una mitologica divinità della guerra e della violenza del calibro della Morrigan e trasformarla in una trillante bimbetta frignante, uccidendo sul colpo ogni parvenza di dignità legata a questo personaggio e alla sua “inquietante” (come no…) corte di “degenerate” creature diaboliche.

In quanto all’ambientazione…  non so: secondo voi quanto potrà mai essere credibile, nel contesto di una normalissima cittadina del ventunesimo secolo, accettare razionalmente il fatto che una congrega di creature sovrannaturali rapisca di tanto in tanto dei bambini dalla culla per sostituirli con degli esseri deformi e malaticci, in cambio di… che cosa, esattamente?
Raccolti abbondanti? Protezione dalle intemperie e dalle tempeste?

L’unico elemento che salverei di “Il Sostituto”, è la parte riguardante il rapporto del protagonista con la sorella Emma; almeno da questo punto di vista, l’autrice si concede infatti un tocco di infinitesimale profondità, arrivando a proporci qualche breve squarcio di vita familiare complessa e interessante.


Trama: 5.5/10
Ambientazione: 4.5/10
Personaggi: 4.5/10
Stile: 6.0/10
Coinvolgimento emotivo: 4.0/10

Verdetto finale: 4.8/10


Girl Power: 


Nel prossimo post, parleremo di:


Batman VS Superman:
Dawn of Justice

12 commenti:

  1. Ciao Sophie! Urca, a me ispirava questo romanzo, ma adesso non so, mi hai fatto venire i dubbi U.U Malcom già mi sta già antipatico, mooolto antipatico >-<"

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    1. Il protagonista è uno dei grandi difetti del romanzo, secondo me... forse non il più grande (quello è dato dall'estrema semplicioneria della trama! XD), ma grande, comunque, purtroppo! ç____ç

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  2. Cavolo, era uno di quei titoli che avevo in WL da tempo immemore! Ma dopo la tua recensione, preferisco dare la priorità ad altro!!

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    1. Il mio consiglio è di leggerlo solo dopo che avrai smaltito gli altri titoli presenti in wish-list, infatti... c'è di meglio in circolazione là fuori, fidati! ;D

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  3. Madò, ma che è sta cosa? xD io passo! Già mi immagino a strapparmi i capelli (non per il protagonista, ma per l'orrore che ha scritto l'autrice!).

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    1. Ahaha infatti, io sono andata vicinissima a fare altrettanto! :P
      Meno male che, almeno, è un libro autoconclusivo: non ce l'avrei mai fatta a leggerne un altro, sarebbe stato tremendo! XD

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  4. Sai che mi hai quasi fatto venire voglia di leggerlo, vero?
    Cmq secondo me sacrificano i bambini per avere sempre il wifi attivo :P
    Scherzi a parte, ho letto un libro dove c'era una ridente cittadina del ventunesimo secolo in cui veniva sacrificato un bambino all'anno, e funzionava molto bene. Immagino sia l'autore a fare la differenza u_u

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    1. Ahaha oddio, sai che, nel mio paese, secondo me c'è anche qualcuno che ne sarebbe capace, pur di avere il wi-fi 24 ore su 24?! :P
      Comunque sì, credo anch'io che molto dipenda dal modo in cui viene affrontato l'argomento... il tema del "patto infernale" ha sempre il suo fascino, specie quando è collettivo, ma la Yovanoff è troppo impegnata a far ruotare il mondo intorno al suo protagonista, per "perdere tempo" badando a dettagli come ambientazione e comprimari, purtroppo! ç____ç

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  5. Uhhh, ma che peccato!!! Trama e copertina mi sembravano tanto interessanti!! Ma credo che leggendolo lo avrei odiato ancora più di quanto lo hai odiato tu!

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    1. Purtroppo, ho avuto in antipatia trama e personaggi fin dal primo istante! ç____ç
      Mi sa che ci toccherà trovare qualche altro bel libro interessante dedicato ai changeling e alle fate, prossimamente! ;D

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  6. ecco, ammetto che anch'io ero rimasta attratta da trama e copertina, ma mi sa che SOSTITUISCO questa lettura con qualcos'altro :D

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    1. Un piano che incontra TUTTA la mia approvazione, Angela! Assolutamente! :P

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