venerdì 4 novembre 2016

“Lockwood & Co: La Scala Urlante”, di Jonathan Stroud (recensione)

Avevo riposto la mia copia di Lockwood & Co: La Scala Urlante, in previsione di un'occasione speciale.
Quando un’ondata di nera disperazione esistenziale si è abbattuta su di me, cominciando a farmi temere che non sarei mai più stata in grado di scovare un libro fantasy (in italiano) capace di catturare la mia attenzione, ho realizzato che era giunto il momento di tirare giù la mia bella copia dallo scaffale.
Ero convinta che Jonathan Stroud non mi avrebbe deluso, dal momento che la sua serie precedente, dedicata alle gesta del jinn ribelle Bartimeus, rappresenta una delle nove meraviglie del mondo della lettura.
E…. be’, se volete sapere com’è andata, continuate pure a leggere la mia recensione! ;D

copertina la scala urlante

Il Problema 

 

La trama de La Scala Urlante è abbastanza semplice. La precisione dell’intreccio, combinata alla cura meticolosa che Stroud ha riversato nella creazione dell’ambientazione, dimostrano invece una qualità decisamente meno comune.

Tutto ha inizio da uno strano fenomeno conosciuto come Il Problema. Un mistico evento di origini sovrannaturali che affligge il mondo, e in modo particolare l’Inghilterra, la terra natale dei protagonisti de La Scala Urlante.

Devo dire che la premessa mi ha ricordato vagamente quella descritta nel romanzo di Samantha Shannon, La stagione della falce. Immaginate una porta spalancata, una breccia nella barriera che separa il mondo dei vivi da quello dei morti. L’apertura consente a un’orda di spettri e fantasmi di riversarsi da questa parte del confine. Queste malvolenti entità iniziano quindi a scorrazzare per le strade a ogni calar del sole, ma non tutti gli umani si rivelano in grado di vederli o percepirli appieno.

Soltanto i bambini e i ragazzi più giovani, infatti, riescono a scorgere il vero aspetto dei fantasmi, a cogliere il suono dei loro gemiti minacciosi, dei misteriosi bisbigli che echeggiano lungo i corridoi a mezzanotte.

Poiché il contatto, anche solo accidentale, con uno di questi esseri risulta fatale per qualsiasi essere umano, adulto o ragazzino, ne consegue uno stato di terrore che sconvolge l’ordine sociale e ne modifica radicalmente l’assetto. 

 

Lockwood & Co 

 

Da un po’ di tempo a questa parte, Scotland Yard si è vista costretta a reclutare schiere su schiere di investigatori adolescenti, oltre che a collaborare con le più prestigiose agenzie paranormali del Paese. Si tratta, in pratica, di attività specializzate nella caccia ai fantasmi, e dedite in modo particolare alla disinfestazione di vecchie case piagate dalla presenza di sgraditi visitatori dall’aldilà.

La serie di libri inaugurata da La Scala Urlante si concentra proprio sulle avventure di una di queste agenzie, la neonata (e malmessa) agenzia Lockwood & Co.

Tanto per chiarire il tono giocoso e adrenalinico del romanzo, la narrazione ha inizio in medias res, nel bel mezzo di una rocambolesca azione condotta dai protagonisti.

Soltanto dopo aver assaporato un frenetico e divertente assaggio degli squinternati metodi impiegati dal terzetto di agenti, ci verrà permesso di fare un passo indietro e ripercorrere la linea temporale dal principio.

Attraverso l'ironico e frizzante sguardo di Lucy Carlyle, una giovane agente dalla mente acuta e dalla lingua ancor più tagliente, incontreremo per la prima volta il signor Anthony Lockwood, l’eccentrico fondatore dell’agenzia. Un ragazzo ambizioso, brillante e bislacco che mi ha fatto pensare (un po’ come Jackaby) a una specie di versione adolescente dello scatenato Doctor Who.

A parer mio si tratta, molto semplicemente, della creazione più riuscita di Stroud dai tempi di Kitty Jones e de L’Occhio del Golem.

Anzi… a dire il vero considero Lockwood come l’unico personaggio al mondo in grado di rivaleggiare, in termini di carisma e carica vitale, con il mitico Barty in persona!

 

Il magico trio 

 

Lockwood avrà pure ereditato l'incontenibile esuberanza del jinn che ha reso popolari i precedenti libri di Jonathan Stroud...

Bisogna però specificare che, ne La Scala Urlante, la sua vena dissacrante e spigliata rimane prerogativa assoluta di Lucy. La voce narrante della giovane ci garantisce infatti la possibilità di seguire gli eventi attraverso un punto di vista sardonico, anticonvenzionale e assolutamente irresistibile, condito da tanto sarcasmo e da una sana spruzzata di humor nero.

Il terzo personaggio importante del libro è George, un “soggettone” che non ho alcuna intenzione di arrischiarmi qui a descrivere, perché… be’, diciamo non ho alcuna intenzione di rovinarvi la sorpresa!

Sappiate solo che ho amato il modo in cui La Scala Urlante riesce a trattare e a sviluppare il tema dell’amicizia, fino a farlo diventare il punto focale dell’intera storia, senza mai scadere nella retorica o nella banalità.

Alcuni lettori sostengono che il romanzo non sia all’altezza de L’amuleto di Samarcanda, o addirittura, lo ritengono adatto solo a un pubblico di bambini delle elementari.

Non sono d’accordo.

Nelle ambientazioni e nei temi portati a galla da La Scala Urlante, ho riscontrato una maturità e una profondità che la maggior parte degli YA possono solo cominciare a sognarsi.  

 

La Scala Urlante: Il Film 

 

La Universal Picture, in collaborazione con la Illumination Entertainment, sta lavorando alla sceneggiatura di un potenziale adattamento cinematografico.

Non si conoscono ancora i dettagli, perché il progetto è in fase embrionale, e potrebbe addirittura finire nel dimenticatoio nel giro di pochi mesi.

Nel mio piccolo, però, credo che continuerò a tenere le dita incrociate. La Scala Urlante introduce una serie di libri che si preannuncia abbastanza lunga (in Gran Bretagna è appena uscito il quarto volume, The Hollow Boy…), e che in patria ha ottenuto un meritatissimo successo. La trama è divertente, le situazioni inusuali, i personaggi e le battute a dir poco geniali. Il ritmo perde qualcosa nel finale, questo è vero. Le descrizioni architettoniche si rivelano un po’ troppo certosine. Ma, nel complesso, posso assicurarvi che il libro è fantastico, un biglietto di sola andata per il regno del divertimento e dell’immaginazione…

Con un pizzico di fortuna, insomma, Lockwood e i suoi potrebbero continuare ad allietare i nostri pomeriggi di lettura per molto tempo ancora…

Se poi uscisse anche il film….

Be’, a quel punto alla Salani non resterebbe altra scelta, non credete?

Si vedrebbe assolutamente “costretta” a tradurre e portare da noi anche i prossimi volumi della serie!

 

 


La serie Lockwood & Co: 




6 commenti:

  1. Quanto mi ispira *___*
    Comunque anch'io ultimamente non riesco a trovare libri fantasy che mi ispirino particolarmente. O meglio, ce ne sono tanti che sembrano carini, ma non mi sento particolarmente in vena. E la cosa triste è che va avanti da mesi, sigh

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    1. Io ho iniziato ad avvertire il problema in maniera "allarmante" all'incirca un mesetto fa... credo di aver fatto indigestione di YA! XD Sento proprio la necessità di qualcosa di diveso, sempre restando nell'ambito del fantasy; Lockwood è una particolarità, si distingue in mille e uno piccoli modi dal resto delle uscite che ci vengono proposte in lingua italiana. Speriamo che arrivino presto da noi anche altri libri così, insomma! :P

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  2. questo libro mi l'idea di quelle storie da leggere davanti al camino *_*

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    1. Assolutamente!!! Anche come possibile lettura pre-natalizia, è semplicemente perfetta! <3

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  3. Ce l'ho in wish list da quando è uscito, ma non sono ancora riuscita a leggerlo. Certo che ora non ho più dubbi, deve essere mio al più presto!!!!!!!!! *__*

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    1. Assolutamente, Sian: Jonathan Stroud è un grande!!! *____*

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