giovedì 18 maggio 2017

Recensione: “Alien: Covenant” (film)

Lo ammetto: quando ho scoperto che il progetto di un eventuale “Alien 5” diretto da Neill Blomkamp (un regista per cui stravedo) era definitivamente naufragato a causa delle puerili manie di protagonismo di Ridley Scott, ho attraversato una fase di disperazione esistenziale abbastanza tetra e infausta.

Perché sì, lo so: Scott è il “papà” della saga di “Alien”, e potete star certi del fatto che sarò sempre pronta a riconoscere il suo talento, la sua importanza e la portata della sua ribollente energia creativa…
Ma “Prometheus” si era già rivelato un mezzo fiasco, dal mio punto di vista, e francamente la prospettiva di portare avanti il franchise su quella stessa falsariga mi sembrava abbastanza scoraggiante.


Alien Covenant - poster - film - 2017

Titolo originale: Alien: Covenant
Regia: Ridley Scott
Cast: Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride, Callie Hernandez
Anno: 2017
Puoi acquistarlo in DVD o Blu-Ray
 
Girl Power:


La trama di “Alien: Covenant”

“Alien: Covenant, diretto da Ridley Scott, è il secondo episodio della trilogia prequel iniziata con Prometheus, dedicata al celebre franchise sci-fi nato nel 1979. Ambientato dieci anni dopo gli eventi narrati in Prometheus, il film racconta della missione di colonizzazione su larga scala del pianeta Origae-6, sul fianco estremo della galassia, da parte dell'astronave Covenant con a bordo 2000 persone addormentate artificialmente e sulle quali veglia l'androide Walter. L'iper-sonno dell'equipaggio e la tranquillità del viaggio vengono interrotti dalla violenta esplosione di una stella che distrugge le vele di raccolta di energia della Covenant, provocando decine e decine di morti. L'inevitabile deragliamento della missione fa approdare i membri superstiti dell'equipaggio su quello che sembra essere un paradiso inesplorato, un Eden indisturbato con montagne coperte di nuvole e immensi alberi altissimi, molto più vicino di Origae-6 e potenzialmente altrettanto valido per ospitarli. Guidati dall'esperta di terraformazione Daniels e assistiti dall'androide Walter, gli uomini scesi a terra si imbattono nella carcassa di una nave aliena schiantata, ignari del pericolo che vi si nasconde all'interno. (Fonte: www.comingsoon.it)
 

E poi, e poi…
Be’, poi è arrivato il trailer di “Alien: Covenant” a farmi luccicare gli occhi, spingendomi a dimenticare, fosse anche solo per istante, la mia cocente delusione e la mia assoluta mancanza di fiducia nel progetto di Scott. Perché le prime immagini del film, se non altro, sono state in grado di portare a galla un elemento della massima importanza: di colpo, infatti, era chiaro a tutti che lo Xenomorfo, quella vecchia canaglia d’altri tempi (chissà se la Regina si premurerà mai di farmi avere il nome del suo magnifico dentista, a proposito?!) sarebbe finalmente tornato ad assurgere al rango di inimitabile protagonista.

Perciò no, niente Ellen Ripley, niente Sigourney Weaver sul set di “Alien Covenant”, ne’ invecchiata, ne’ magicamente ringiovanita attraverso i miracoli della CGI… per l’occasione, saremmo piuttosto stati costretti ad accontentarci della misconosciuta Katherine Waterston (“Animali fantastici e dove trovarli”), dell’anonimo Billy Crudup (“Gypsy”) e dell’onnipresente Michael Fassbender (“Assassin's Creed”). Eppure, nulla di tutto questo avrebbe realmente avuto un peso, continuavo a ripetermi, dal momento che la mia adorabile sanguisuga spaziale preferita avrebbe nuovamente avuto la possibilità di tornare a fare scempio di tutti gli ingenui coloni interstellari che il suo piccolo cuoricino traboccante d’acido e cattiveria si fosse spinto a desiderare.

A patto, naturalmente, di trovarmi al cospetto di un film dotato di una solida sceneggiatura e di un altrettanto formidabile schieramento di colpi di scena e sequenze al cardiopalma. Un’eventualità abbastanza remota, con il senno di poi, considerando le strane manie filosofeggianti che hanno iniziato ad affliggere una parte della produzione di Scott da almeno cinque o sei anni a questa parte.
La cosa più triste, secondo me, è che la prima metà di “Alien: Covenant” funziona in maniera straordinariamente efficace e promettente. Tolto quell’atroce prologo in stile pseudo-Blade Runner, il film tende a omaggiare il primo “Alien” senza rischiare di scadere nella pedissequa imitazione, presentandoci una nuova, suggestiva ambientazione e un cast di personaggi ancora tutti da scoprire.

Le prime sequenze d’azione – la corsa disperata per tornare alla navetta d’appoggio, nel folto della giungla aliena, con due dei coloni infetti e la dottoressa Karine (Carmen Ejogo, “Anarchia - La notte del giudizio”) in preda a un gravissimo pericolo - sono riuscite a farmi accelerare il battito e a iniettarmi un’autentica scarica d’adrenalina nelle vene.
Peccato che il ritorno in scena dello stoico, flemmatico David abbia finito col raffreddare in fretta il mio entusiasmo: se avete visto “Prometheus” (o un qualsiasi episodio di “X-Men”, per quello che vale…) probabilmente a questo punto saprete già che l’equazione “Fassbender + blockbuster” tende a tradursi fin troppo spesso in un’interminabile sfilza di invettive e improperi contro l’oscura e insondabile crudeltà dell’animo umano.

Una retorica abbastanza sconclusionata e imbarazzante, soprattutto considerando una delle più sacre verità dell’universo: le motivazioni di David, alla resa dei conti, non stanno proprio in piedi. I suoi ragionamenti sembrano svolgersi in maniera pressoché delirante, tanto più che vengono illustrati a forza di sorrisetti saputi, colte citazioni neo-classiche, straordinarie suonate di piffero e illazioni completamente ad minchiam.
(“Voi umani siete bestie immonde. Non fate altro che mentire, rubare e uccidere. Noi droidi, invece, siamo esseri superiori.
Per questo adesso fingerò di essere vostro amico, ruberò la vostra astronave e poi andrò a far fuori sei miliardi e mezzo di persone.”)

Ho scoperto, in ogni caso, che dalla sceneggiatura di “Alien: Covenant” è stato tratto un romanzo; il libro di Alan Dean Foster uscirà domani in Italia, e sarà tradotto dalla casa editrice Sperling & Kupfer.
Mi chiedo, a questo punto, se leggerlo non potrebbe contribuire a gettare un po’ di luce su alcuni passaggi particolarmente nebulosi del film di Scott.
O anche solo a giustificare lo spropositato elenco di idiozie commesse dai membri dell’equipaggio della Covenant: onestamente, credo di aver visto personaggi della serie tv “The 100” agire con più buon senso, rispetto per la vita e cognizione di causa di così.
E con questo, ho detto tutto…
 
Giudizio personale: 6.5/10

 


2 commenti:

  1. Non sapevo del libro: pura operazione di marketing? D:
    Comunque mi hai battuto sul tempo: non ho ancora visto l'ultimo Scott anche se non nascondo che nutro molte speranze. Le tue impressioni "tiepide" mi fanno continuare a sperare solo in parte ahah Vedremo!

    p.s. Fassbender sempre e comunque <3

    Fede

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    Risposte
    1. Ciao, Fede! ^____^
      Anche a me piace molto Fassbender, in realtà: però ho apprezzato soprattutto le sue interpretazioni in film indipendenti o "di nicchia" come "Stev Jobs" e "Slow West". Non sono mai riuscito a vederlo bene all'interno di questa saga, e il personaggio di Magneto all'interno di "X-Men"... be', dire che ha cominciato ad annoiarmi, sarebbe un vero eufemismo! :D
      Spero che "Covenant" riesca a conquistarti e convincerti, in ogni caso... Io ci ho trovato del buono, ma confesso che allo stesso tempo speravo in qualcosina di più! :)

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