giovedì 14 maggio 2015

Recensione: "L'Uomo di Marte"




Titolo originale: The Martian
Autore: Andy Weir
Serie: //
Disponibile: anche in italiano, edito dalla Newton Compton!
Trama:
"Mark Watney è stato uno dei primi astronauti a mettere piede su Marte. Ma il suo momento di gloria è durato troppo poco. Un'improvvisa tempesta lo ha quasi ucciso e i suoi compagni di spedizione, credendolo morto, sono fuggiti e hanno fatto ritorno sulla terra. Ora Mark si ritrova completamente solo su un pianeta inospitale e non ha nessuna possibilità di mandare un segnale alla base. E in ogni caso i viveri non basterebbero fino all'arrivo dei soccorsi. Nonostante tutto, con grande ostinazione Mark decide di tentare il possibile per sopravvivere. Ricorrendo alle sue conoscenze ingegneristiche e a una gran dose di ottimismo e caparbietà, affronterà un problema dopo l'altro e non si perderà d'animo. Fino a quando gli ostacoli si faranno insormontabili..."
Le mie opinioni
Leggo fantasy da un mezza vita, per cui sono abituata a sentir tirare in ballo spesso, nelle sinossi dei romanzi che mi accingo a comprare, il concetto di "viaggio in un altro mondo", e a leggere di personaggi sbalzati misteriosamente in chissà quale fantastica realtà alternativa.
Bisogna tuttavia dire che ne "L'Uomo di Marte", il protagonista, l'astronauta Mark Watney, riesce a portare le conseguenze di quest' idea verso un  livello ancora più estremo, dal momento che finisce intrappolato in un mondo alieno completamente deserto e disabitato (nonché tremendamente reale), alias un certo pianeta rosso dalle tempeste di sabbia sferzanti e dalle sconcertanti temperature glaciali.
Alle strette e privato di qualsiasi mezzo di comunicazione con l'astronave madre o con la Terra, Mark ingaggia una disperata e feroce lotta per la sopravvivenza in un ambiente ostile. 
I suoi unici gregari: intraprendenza, tecnologia, positivismo scientifico e un intelletto dalla portata decisamente straordinaria.
La sua nemesi giurata: il pianeta Marte stesso, con i suoi ammalianti e ingannevoli paesaggi desertici, mozzafiato, e le sue insidie letali, con il loro angosciante carico di solitudine e desolazione.


Quella narrata dallo scrittore americano Andy Weir, ad ogni modo, è un'odissea personale e universale insieme, dal momento che tratta simultaneamente delle peripezie di Mark per continuare a vivere e degli sforzi congiunti di sei miliardi di altre persone, i suoi simili, tutti uniti insieme sulla Terra nella disperata e titanica impresa di aiutarlo a tirarsi fuori da una situazione ai limiti del sovrumano.
Gran parte della narrazione viene infatti affidata al diario di bordo dello scienziato, alla sua voce sempre arguta, ironica e presente (complice anche, nell'edizione presentata dalla Newton, la vivace ed efficacie traduzione di Tullio Dobner, alias lo storico traduttore italiano di Stephen King!), ma l'autore riserva anche parecchi capitoli ad altri personaggi, ampliando in questo modo la portata del nostro punto di vista e regalandoci momenti di tensione e complicità impagabili.


L'equipaggio della Hermes, poi, la nave madre, è assolutamente fantastico; la comandante Lewis è la mia preferita del gruppo, e sono già certa che Jessica Chastain sarà un'eccellente interprete, in grado di rendere il carisma e la forza di questo personaggio alla perfezione, nell'adattamento cinematografico del romanzo che debutterà nelle sale statunitensi il prossimo novembre. Ma anche il pilota Martinez, il chimico Vogel, il dottor Beck e la giovanissima hacker Johanssen mi hanno sicuramente colpito, in virtù del loro altruismo e dell'incrollabile dedizione dimostrata verso la loro missione e l'uno nei confronti dell'altro. 


Quando sarai nello spazio, nessuno potrà sentirti urlare come una bambinella, commenta a un certo punto Mark, incapace di rinunciare al proprio senso dell'umorismo persino nei momenti di panico più indescrivibili... semplicissimo a quanto punto immaginare che razza di fascino irresistibile debba aver esercitato, su Ridley Scott, una citazione del genere; senza contare che le potenzialità cinematografiche del libro di Weir sono a dir poco sconfinate, e confido, per l'appunto, che il regista di capolavori quali "Alien" e "Blade Runner" riuscirà ad adattare la storia per il grande schermo nel migliore dei modi.

Il romanzo mi è piaciuto molto, dicevo, ma questo non vuol dire che non abbia riscontrato dei momenti di noia, o addirittura di frustrazione, durante la lettura.
La mentalità scientifica di Weir gli impedisce infatti di sorvolare su qualsivoglia quisquilia di ordine tecnico, medico o tecnologico; su Marte veniamo introdotti ad alcuni congegni ed esperimenti descritti in ogni più dettaglioso, minuzioso particolare, senza risparmiarci neppure una minima virgola dei perché e dei percome di ciascuna situazione. Alcuni di quei dettagli si rivelano successivamente funzionali alla comprensione della trama, certo, mentre altri no.. l'autore in ogni caso ce li illustra tutti con ampi riferimenti, dissertazioni ed esempi, e alle volte questa tendenza può spezzare la concentrazione e andare a influire negativamente sul ritmo del romanzo, secondo me.

È probabile, del resto, che ciò che io ho riscontrato come un difetto in realtà non rappresenti affatto una pecca agli occhi di un altro:  voglio dire, dopotutto qui parliamo di fantascienza, gente, non dobbiamo dimenticarlo...  considerando la questione da un altro punto di vista, si potrebbe dire che lo sbilanciamento di Weir nei confronti della scienza, a discapito dell'elemento fiction, non sia quindi un fatto tanto eclatante.

Resta il fatto che "L'Uomo di Marte" non è, secondo me, una lettura adatta a ogni tipo di palato. Avvince, intrattiene, appassiona, commuove e sorprende... ma spiega, descrive, analizza, smonta, ipotizza e disseziona, anche, allo stesso tempo.
Lo stile di Weir è secco, preciso e incisivo, dal  canto suo, analitico e privo di fronzoli; una sana dose di umorismo ammortizza l'impatto delle parti più ostiche, però, impedendoci, nella maniera più assoluta, di percepire la narrazione come sterile o addirittura asettica.

"L'Uomo di Marte" è un libro che ho apprezzato e che consiglio, insomma... a patto che sappiate cosa aspettarvi, e non vi lasciate spaventare da un inizio abbastanza intricato e ricco di "paroloni" scientifici dal suono vagamente minaccioso! ;D

Giudizio personale: 8.0/10


16 commenti:

  1. Sembra nelle mie corde, lo recupererò!

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    1. E' molto bello, secondo me, avvincente ed emozionante al punto giusto! ^___^

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  2. Bella recensione! ^^ Ci farò un pensierino! Mi piacciono i libri con teorie e ipotesi smontate, rimontate e stravolte! E' quello che mi incuriosisce di più! :D

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    1. Potrebbe essere il libro che fa per te, dunque! ;D
      Io, in realtà, ho avuto qualche problemino a ingranare, nel corso delle prime cinquanta/sessanta pagine, ma sospetto che sia solo perché soffro di una mentalità caotica e terribilmente anti-scientifica! XD

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  3. L'avevo visto sul Kobo Store un giorno in cui lo vendevano a 1.99 o qualcosa del genere: la trama mi tentava ma poi ho letto le prime pagine e sono rimasta sfavorevolmente colpita dal tono eccessivamente colloquiale e ho lasciato perdere. Spero di non essermi sbagliata ed essermi persa un romanzo potenzialmente interessante...

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    1. Mmm...
      Il tono colloquiale dei primi capitoli dipende dal fatto, come dicevo, che parte della narrazione è affidata a un'ipotetica trascrizione del diario orale che Mark registra ogni giorno sul computer generale del suo Haab...
      Lo stile di Weir non è "letterario", ad ogni modo, questo è sicuro. Lo ritengo uno scienziato e un valido narratore, capace di avvincere ed emozionare quanto basta, ma non uno scrittore di livello eccelso in senso assoluto: scrive in maniera analitica, pulita e cristallina, niente di più, niente di meno, e di sicuro non fa ampie concessioni all'aspetto lirico della faccenda...
      O almeno, questa è la mia opinione! ;D

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  4. Ok, sarà uno dei prossimi che prenderò! XD

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    1. Ottima idea! Dovresti trovarlo disponibile in ebook a un ottimo prezzo, fra le altre cose! ^____^

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    1. Assolutamente, Kate, io lo consiglio davvero! Soprattutto ad una fan della fantascienza come te! ;D

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  6. Ero davvero curiosa di leggere la tua recensione! :)
    Non è esattamente il mio genere (lo spazio, le astronavi e simili non mi piacciono) ma credo che ora ci farò comunque un pensierino :)

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    1. Non è neppure il mio, a dire il vero...
      Però, qualche piccola difficoltà a capire per bene le spiegazioni "tecniche" a parte, la lettura mi ha assolutamente conquistata... non vedo l'ora che esca anche il film, adesso, sono curiosissima! *___*

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  7. Bella recensione, complimenti. L'ho recensito anch'io ma, se posso permettermi, vorrei segnalare un mio approfondimento riguardo le differenze che subito balzano all'occhio tra il trailer del film di Scott e il romanzo:

    http://www.mytom.it/sopravvissuto-trailer-ufficiale/

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  8. Ovviamente, se non viene gradita la pubblicazione di link a risorse esterne, chiedo scusa e tolgo il disturbo.

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    1. Mi fa sempre piacere ricevere segnalazioni interessanti, mytom; per me non c'è nessun problema da quel punto di vista, anzi.... ti ringrazio io per avermi lasciato il link dell'articolo! ;D
      Passerò prestissimo a leggere la tua recensione: ho adorato questo romanzo, e non vedo l'ora di vedere il film di Scott! *____*

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    2. Ti ringrazio. Si, davvero un ottimo romanzo.

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