martedì 5 aprile 2016

"American Horror Story: Hotel"




Su "American Horror Story: Hotel" è già stato detto di tutto e di più; per questo non ero sicura di scrivere questo commento, destinato senz'altro a lasciare il tempo che trova.
Ma poi ho mi sono detta: se Ryan Murphy doveva proprio costringermi a sorbirmi questo delirante e sconclusionato pasticcione in salsa super gaia fino alla fine, il minimo che io possa fare adesso è sfogarmi un po’ nel mio angolino virtuale, no?
Non fosse altro che per cercare di scrollarmi definitivamente di dosso la noia, la delusione, la repulsione e il diffuso senso di orticaria che "Hotel" mi ha suscitato.

"American Horror Story" è sempre stata una delle mie serie tv preferite. Credo di averla difesa in un paio di occasioni, persino quando non se lo meritava.
Alcune stagioni vantano una qualità altalenante, d'accordo; nel complesso, però, la serie si era sempre mantenuta su un livello di gradimento accettabile, o quasi.
Un record frantumato dai sanguinosi e insensati exploit di "Hotel", per quanto mi riguarda: tredici episodi di sproloquio e demenza allo stato puro, animati da personaggi macchietta, attori stoccafisso, tematiche imbecilli e inutilissimi montaggi sincopati.
Difficile immaginare che Murphy potesse fare di peggio di così, o concedere qualcosa in più al suo ego totalizzante e sfrenato.
Più che raccontare una storia, lo showrunner mira infatti a stupire e disturbare, ma soprattutto a esibire: ostentare la sua venerata icona pop Lady Gaga (un'attrice terribile, a malapena degna di allacciare le scarpe a Kirsten Dunst o Felicity Huffman, a prescindere da ciò che ne possano pensarne gli esimi barbogi incaricati di assegnare i Golden Globes); esibisce con malagrazia persino i suoi innumerevoli personaggi queer, pallide caricature di persone plausibilmente reali, e li trasforma in presenze deviate, malate di sesso, di fumo, di morte e d'attenzione.
Ora… Io non parlo certo a nome della comunità LGTB, eppure, da un punto di vista prettamente personale, una cosa penso proprio di poterla dire: i personaggi di "Hotel' sono imbarazzanti, ridicoli e sciocchi, e guardarli agire e muoversi sulla scena mi ha causato un acuto senso di mortificazione.

Gli unici barlumi di significato (se così vogliamo chiamarlo) estrapolabili dalla storia sono i seguenti:
a) il mondo è un circo;
b) i padri non significano niente, sono solo bellimbusti da rimorchiare e/o plagiare a casaccio;
c) le madri sono innamorate dei figli, in un modo che avrebbe reso Freud molto soddisfatto del proprio acume. Chiaro che contano solo i maschi, però: le figlie potrebbero pure finire sacrificate su un altare alzato in onore di Satana, per quel che importa a Murphy.

Cosa resta da salvare, allora, vi chiederete voi?
Le scenografie decadenti, il trucco e i costumini di Lady Gaga.
Il che la dice lunga, sospetto, sulla sconfinata profondità/umanità di chiunque abbia orchestrato una miniserie del genere.
Un sacco di cura estetica, senza neanche un accenno di sostanza.
"Hotel", per quanto mi riguarda, è un involucro vuoto, un inconscio monumento a ogni singolo istinto frivolo e vanesio mai perseguito da questa società.
Mi viene pensare a quella canzone che cantava Amy Lee alcuni anni fa, e che recitava così: “Just what we all need: more lies about a world that never was and never will be.”
Per quanto riguarda il tema della diversità, infatti, non sono d'accordo con chi lo considera ben strutturato e dominante nell’arco della serie: se prendi un orso e lo costringi a camuffarsi da pagliaccio, non otterrai mai da questa mascherata una ballerina di fandango.
E, no... Non sto alludendo al personaggio di Liz, peraltro di gran lunga il migliore della serie, forse l’unico parzialmente salvabile.
Anche se sono abbastanza sicura che il mondo, in fondo, avrebbe potuto cavarsela pure senza l'ennesima mean girl tutta trucco e tacchi a spillo, disposta a fare le scarpe pure a sua nonna, in nome dell'aitante belloccio di turno.


Girl Power:

(il livello generale di gaiosità, in compenso, è alle stelle)



2 commenti:

  1. Io ho un problema con questa stagione. Con le altre non ne ho mai avuti, ma con questa si. Semplicemente mi sono bloccata e non trovo il modo di continuarla, non riesce a prendermi come le scorse volte e questo per me in una serie tv è un fattore che mi condiziona moltissimo.

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    1. Non posso darti torto, sai: io mi sono costretta a finirla per una specie di contorto "senso del dovere" XD, ma in realtà, se la prossima stagione dovesse assomigliare a questa... penso proprio che lascerò perdere! ç____ç

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